AVVIAMENT ALLA MASSONERIA. COME OPERA LA MASSONERIA

COME OPERA LA MASSONERIA

Abbiamo detto che, con il volgere dei secoli, molto della potenza delle antiche inizia­zioni è andato perduto; in effetti, anticamente, l’iniziazione aveva per scopo diretto il con­ferimento ai singolo di una effettiva potenza, tale da permetterghi di pervenire a risultati tangibili che oggi si direbbero miracolosi: tali le facoltà degli antichi Sacerdoti Egizi, dei Magi della Media, degli Ermetisti, dei Rosa+Croce. Si trattava del conferimento di una virtù taumaturgica, cui era necessario far precedere tutto un processo purificatorio indispensabile al conseguimento dello stato di Nazareo o Nazareno (che vale separato dalla materia, dalla materialità, e  per esten­sione, santificato) e nel contempo offrire in garanzia del buon uso che si sarebbe fatto delle virtù acquisite.

Del rito purificatorio la Massoneria moder­na conserva tutto il carattere per quanto ne abbia sensibilmente attenuata la severità; del conferimento di potenza, invece, l’occidente ha smarrito il segreto di cui ultimi detentori sono stati i Rosa+Croce; essi hanno ani­mato la Massoneria ma le loro possibilità si sono di troppo diluite nella massa Mas­sonica poderosamente incrementarsi dopo il 1717, in una epoca in cui ragioni contingenti hanno deviato la Massoneria verso un indi­rizzo prevalentemente sociale.

Questo però non significa che la possibilità di ripristino delle antiche virtù sia per sempre perduta, poiché si tratta di facoltà insite nell’uomo in conseguenza della sua stessa na­tura, facoltà di cui, sia pur infrequenti, gli esempi non mancano e senza dubbio sareb­bero ben più numerosi se vi fosse chi prov­vedesse ai potenziamento delle facoltà da cui tali virtù derivano.

Praticamente la Massoneria di oggi limita il campo della propria attività a quello di una azione prevalentemente tesa alla lotta contro tutte le forme di tirannia, al miglio­ramento individuale ed al suo perfezionamento in tutti i piani, ponendo così le basi indispen­sabili al raggiungimento degli scopi che si prefiggevano le antiche iniziazioni non solo, ma tendendo direttamente al raggiungimento di un modo di vita che meglio risponda alle naturali aspirazioni dell’uomo. Per lo sviluppo dei propri concetti si avvale prevalentemente dei Simboli, questi meravigliosi geroglifici dalle molteplici interpretazioni, che lasciano ampio campo ove la mente può spaziare, e servono meravigliosamente a guidare nel dif­ficile cammino che sfocia là dove comincia: nell’infinito dell’intelletto normale, nell’Uno della mente filosofica.

Appunto perché orientatasi dopo il 1717verso il raggiungimento delle premesse indispensabili al conseguimento del benessere della collettività, la Massoneria prepara de­cisamente il terreno all’avvento di quell’impero di Pace e di Giustizia che é il solo che possa consentire il perfezionamento della Collettività stessa, posta al riparo dagli interessi dei profittatori, materialisti ad oltran­za, tipici egoisti che occorre vincere ed at­terrare. È naturale perciò che, essendosi proposta tale programma d’azione, abbia studia­to e deciso il modo di operare. Tale modo è complesso, né ci sentiamo autorizzati a svelarlo; esso è d’altronde soggetto a conti­nui adeguamenti alle condizioni create all’Umanità dagli avvenimenti che formano la Storia. Gli Uomini che, in ogni parte del Mondo, stanno al Governo della Massone­ria, devono, secondo il luogo, l’epoca, la condizione politica del loro Paese, dirigere l’azione dell’Ordine. Sarebbe assurdo, oltre che stolto, il ritenere che il modus-operandi della Massoneria sia lo stesso dovunque, ma sarebbe altrettanto assurdo pensare che l’azione dell’Istituzione nei vari Paesi sia slegata e completamente indipendente. Biso­gna intenderci molto bene su questo argo­mento, e noi cercheremo di esporre quanto più sarà possibile in modo chiaro il nostro pensiero.

Anzitutto, badiamo bene, Nostro pensiero poiché non esiste, circa l’azione contingen­te della Massoneria nel mondo, un unico pensiero, un’unica direzione. Ogni potenza Massonica è assolutamente sovrana, e non vi è potere che possa, con l’autorità del di­ritto, imporre ad un Supremo Consiglio una qualsiasi direttiva: proporre, si – imporre, no.

Ma, ad onta di questa completa libertà d’azione, vi è un concetto preciso ed immutabile cui la Mas­soneria d’ogni dove non può non inspirarsi: è li concetto programmatico di cui abbiamo fatto cenno più sopra. È pertanto evidente che, in un certo senso, il modo di operare delle diverse potenze debba avere qualche necessario punto di affinità e comunanza. Così la Massoneria di tutti i Riti, avendo per loro meta spirituale la Fratellanza Universale,  indirizzano la attività dei fratelli verso la pratica della bontà e della virtù, tendono a fare di ogni Massone un Uomo saggio, gli chiedono di curare la propria cultura specialmente nelle dottrine filosofiche, pretendono da lui la fede nell’esistenza del Su­premo Creatore, nell’Uno da cui si dipana­no e a cui, alla chiusura del ciclo dell’Evo­luzione, convengono nuovamente tutte le co­se. Tale esistenza non è però un dogma, un’affermazione indiscutibile: si vuol giungere alla fede per le vie della ragione, pure rico­noscendo che la mente umana non potrà mai, in materia sovrannaturale, giungere alla si­cura, tangibile Conoscenza. Si vuole, insomma, che il Massone sia un critico, ma non un distruttore e che attraverso la critica egli giunga alla persuasione, alla visione di quel Grande Architetto dell’Universo al quale l’Umanità e tutte le cose animate e non animate devono erigere il Tempio che raccolga tutto il Vero, il Buono, il Bello, il Giusto: il Tempio della perfezione.

La Massoneria svolge dunque il proprio compito spirituale, sforzandosi ad avviare e mantenere la mente dei propri adepti su questa sublime via; lo fa con insegnamenti nelle Logge  con l’esempio dei Maestri, con la pratica delle opere buone.

Abbiamo visto quale sta il modo di opera­re della Massoneria nel campo spirituale. Vediamo ora  come operi nel campo della attività profana. Ci limiteremo ai due più importarti: quello politico e quello religioso, dopo avere accennato a qualche altro argomento che è pure interessante, quello della benefi­cenza e quello della solidarietà.

La Massoneria opera effettivamente e lar­gamente la beneficenza, secondo le proprie potenzialità. Dove non è ricca, si limita a soccorrere le miserie di cui viene a cono­scenza – con particolare riguardo ai vecchi, alle vedove e agli orfani, sia che trattasi di “fratelli” o famiglie di fratelli, sia che trattasi dl profani. Dove è ricca – come in America – a questa carità speciale si aggiungono ben più importanti opere dl bene: fondazione e funzionamento di Ospedali, borse di Studio, incremento della Scienza in ogni campo dello scibile umano. Tutto ciò non presenta alcuna speciale particolarità; la beneficenza è eser­citata solo perché è una delle estrinsecazioni della bontà, perché è suggerita dall’Amore, chiave di volta della Natura, meta dell’Umanità.

Della solidarietà diremo solo quanto basta a rettificare certe idee affatto erronee che si sono fatte strada nel mondo profano, fino a diventare un noioso luogo comune. Aiutare  il fratello con tutte le proprie possibilità in  ogni sua giusta rivendicazione; custodirne il carattere (cioè opporsi alla calunnia che ingiustamente lo colpisca), compiere a suo favore gli atti che fossero necessari per fa­vorirlo nei migliorare onestamente le di lui condizioni profane. A questi, e solo a questi casi si limita, secondo i regolamenti dall’Isti­tuzione l’opera della solidarietà.

 Esclusi quin­di col massimo rigore le raccomandazioni ingiuste, le quali si risolverebbero in danno di terzi: esclusi i prestiti finanziari anche se infruttuosi – ciò che anzi è ritenuto colpa massonica sia a carico del richiedente che dei concedente. E questo valga a chiarire in modo definitivo ciò che s’intende, in Masso­neria, per solidarietà.

Politica – La Massoneria non è un partito politico, perché non è composta di una così notevole massa d’uomini quale sarebbe ne­cessaria per costituire un partito. Non può affiancarsi ad alcun partito perché di esso dovrebbe dividere inevitabilmente le sorti, le quali potrebbero anche segnare sconfitte e cadute: la Massoneria, squisitamente asser­trice di verità, non può subire sconfitta. L’opera dell’istituzione in materia politica non può che svolgersi in un campo altissimo ed impersonale; all’infuori delle competizioni, es­sa cerca di indirizzare la mente e l’azione dei fratelli e dei profani verso il culto della sana libertà, della giustizia e della pace.

Fisso lo sguardo verso l’ideale della fratellanza Universale, non è nazionalista e tanto meno imperialista; l’amore di Patria è patrimonio personale d’ogni massone (come di qualun­que persona retta) a titolo puramente perso­nale. Il patriottismo, contrariamente al con­vincimento di molti, è un sentimento che la Massoneria rispetta ed apprezza, ma non è tra i suoi postulati codificati, così se essa dedica le proprie forze alla lotta cruenta a pro di una causa nazionale, lo fa esclusiva­mente per il trionfo della libertà contro la tirannia e l’ingiusto dominio.

Se avversa un Governo, non lo fa per il preponderare di altri partiti d’opposizione, ma perché vede offesi – in uno o più campi – i principi della stessa libertà. È per vedere questa istaurata presso tutti i popoli, che la Massoneria lavo­ra a favore di una giusta Legislazione sociale – affinché le condizioni d’ogni uomo siano tali da toglierlo dall’abbrutimento dell’odio verso il proprio simile, per l’invidia di chi soffre verso chi gode. Ritiene che la giusti­zia trascini i singoli e le masse, con la potenza delle acque d’un gran fiume, verso la comprensione e remore – e quindi verso la Pace.

Avversa la reazione che, ostacolando la preparazione sociale, trattiene le masse popolari sul piano dell’odio; avversa altresì le incomposte bramosie destate nella mente dei semplici dai demagoghi che ingannano i popoli senza altro scopo che il conseguimento di vantaggi personali. Nell’un caso e nell’altro, le vittimesonola libertà, la fratellanza e la pace. Ecco perché la Massoneria in­segna e a mezzo dei propri fratelli pratica dove può, il rispetto al fatidico, sublime trinomio che è tanto conosciuto, e che in sé racchiude tutte le premesse per la redenzione dell’umanità.

Religione – La Massoneria è una religione senza culto esteriore; perciò ammette la coesistenza di ogni religione, considerando che in ogni caso viene onorato il Principio Creatore, alfa ed omega degli Universi. L’uomo nella sua veste fisica, non è che il ricettacolo di uno degli atomi spirituali in cui, senza perdere effettivamente la propria Unità, il tutto sembra frangersi per animare le Creature.  Egli porta dunque in sé la somma di ogni principio del Vero, come di ognuno degli attributi della Perfezione. Il fondamento etico della Massoneria è questo: vedere nell’Uomo solo un veicolo transeunte, senza importanza particolare, ma di sconfinato valore solo per quello che ha di Dio in sé.

Da questa nostra asserzione appare evi­dente il fondo tipicamente religioso della Massoneria che si anima di quella aspira­zione naturale, cui tende l’uomo degno dl tale titolo. Non devesi credere, come vuole qualcuno, che la Massoneria sia sorta quale protesta contro il dilagare di una casta dominante; soltanto nella sua attuale forma essa ne è posteriore, e se talora si è dimo­strata avversa a talune forme dl confessioni, lo si deve od al prepotere cui esse tendeva­no od al fatto che, in luogo dl rappresentare un mezzo di elevazione dell’uomo, costituivano in effetti una sapiente organizzazione di sfruttamento della debolezza dei più.

Concluderemo questo nostro sommario esposto riportando concetti espressi da un valoroso studioso, già ministro di Santa Romana Chiesa, Eliphas Levi (abate Louis Alphonse Costant). Egli ci ricorda come la Massoneria moderna ha preso modello dal Templari e costituisce la discendenza del Rosa+Croce. che essa ha quali antenati gli Joanniti e per essi si ricollega a Zoroastro e ad Ermete: che il principio massonico è l’uguaglianza regolata dalla gerarchia e la fratellanza universale.

I Massoni sono i continuatori della scuola di Alessandria, ereditiera di tulle le Iniziazioni antiche; sono i depositari del segreti dell’Apocalisse e del Zohar. Oggetto del loro culto è la verità rappresentata dalla Luce, con tale termine intendendo anche il fluido etereo di cui tutto l’essere è cosparso nell’Universo e di cui tutte le sue parti – uomini compresi – sono penetrati.

I Massoni sono tolleranti verso tutte le Religioni e non professano che una sola stessa filosofia: cercano soltanto la Verità, insegnano soltanto la Realtà e si propongo­no di guidare progressivamente tutte le intelligenze verso la Ragione. Il fine allegorico della Massoneria è la ricostruzione del Tempio di Salomone: il fine reale è la ricostruzione dell’Unità Sociale mediante l’alleanza fra la Ragione e la Fede e il ristabilimento della gerarchia, secondo la scienza e la virtù, con l’iniziazione e le prove per gradi.

Nulla è più bello, lo si vede, nulla è più grande di queste idee e di queste tendenze. Se noi esaminiamo con molta obiettività quelli che sono i concetti fondamentali su cui si basa la moderna Massoneria, concetti che si possono desumere dagli “Old Char­ger” cioè “Antichi Doveri”, che costituiscono la premessa alle Costituzioni dello Massone­ria, (1717-1722), dobbiamo constatare che, per quanto concerne la religione, non fanno obbligo specifico, limitandosi a dire che “è fatto obbligo di seguire soltanto la Religione su cui tutti gli Uomini sono d’accordo: Essa consiste nell’essere buoni, sinceri, modesti, persone d’Onore, qualunque sia il Credo che li distingue”. Implicitamente esse si richia­mano alla esistenza di un Credo, e tale con­cetto è precisato affermando che “se egli (il Massone) ben comprende l’Arte non sarà mai uno stupido Ateo, né un Libertino senza Religione”.

Per quanto accettate quale base della mo­derna Massoneria, queste Costituzioni sono state discusse in questa fondamentale pre­messa per decidere se la Massoneria poteva o meno accettare elementi mancanti di fede religiosa: da un lato elementi inspirantisi allo scuola Cartesiana sostenevano essere non soltanto superflua una fede ma addirit­tura dannosa ai fini razionali della Massoneria; altri sostenne per contro che la mancanza di fede nell’esistenza di un Ente Supremo rendesse impossibile il perfezionamento umano disconoscendo la continuità ultraterrena della vita dell’Uomo.

Questa seconda interpretazione ricevette la quasi  totalità dei consensi onde la Masso­neria ufficiale, quella cioè che ha il ricono­scimento delle autorità massoniche internazionali, ha posto come basi immutabili della Fratellanza che “ogni Libero Muratore (Massone) deve credere nell’esistenza di Dio come Grande Architetto dell’Universo”. 

Su queste basi che, lo ripetiamo, sono im­mutabili, si incentra tutta la filosofia massonica, tutto il suo ritualismo.

È questo il solo dogma, se tale può chia­marsi, che sta alla base dell’edificio masso­nico, poiché la convinzione nell’immortalità dello spirito, non ne è che un corollario.

         Mutevole nel nome, secondo le credenze, questo Ente Supremo, questo Assoluto, questo Uno, Iddio, Brahma, Jahve, Allah, o comun­que lo si designi, è per il Massone dell’uno e dell’altro emisfero, il Grande Architetto dell’Universo; con tale termine tipicamente cosmico, magnificamente maestoso ed operante, la Massoneria comprende il più sacro della fede di ognuno, e così, affratellando nell’idea del divino, affratella in quella dell’umano.

         Nella comprensione della derivanza dal­l’Uno, e che essendo eterno rende immortali, dato che Esso è uno e non muta, – prende corpo il concetto di effettiva fratellanza; e la Coscienza, il Sé. emanazione dell’Uno. rende questa fratellanza piena di doveri verso il prossimo, cosa questa di cui l’aspirante Mas­sone bisogna si compenetri se non vuole, nella sua vita massonica, essere frustrato da una disillusione che ferirebbe la sua materia.

      Ammettendo nell’Uomo una componente di­vina, la Massoneria apre ad esso delle pos­sibilità eccelse conferendogli così una dignità più alta nel concetto dell’Essere, concepito quale parte del divino di cui ogni singolo deve essere cosciente custode ed a cui ogni umano deve obbedire; per questo il concetto di Coscienza, manifestazione di un Ignoto che impera per il bene, assume tale una po­tenza che è d’uopo costruirle un altare da cui essa non regni, ma governi, e “l’uom francheggi sotto l’usbergo del sentirsi pura”.

      Lasciando a parte certe etimologie piuttosto acrobatiche che vogliono far derivare il termine di Massoneria dal pitagorico Mesoiraneo (sum in medio coeli), nome del Sole che sta in mezzo al cielo, o da Masoinoof, sigla celestia, riteniamo che essa derivi verosimilmente da macio che in latino medievale signi­fica muratore o, più esattamente, tagliatore di pietre. Il riferimento alla edilizia diviene così evidente, conseguentemente logica si fa l’allegoria della “Costruzione del Tempio”, di cui abbiamo fatto cenno, così come il termine di “Libero Muratore”, equivalente a Massone, (vedremo più oltre il perché dell’aggettivo libero) che si richiama alle Corporazioni Muratorie ed a quelle di scalpellini cui tanto frequentemente si deve ricorrere nello studio degli albori della Massoneria moderna.

      Sino all’inizio del 18° secolo i Massoni dei diversi paesi si riunivano in “Logge” locali, le quali. pur riconoscendo come Liberi Muratori gli adepti provenienti da altre Logge, non in­trattenevano fra di loro rapporti abituali: fu solo dopo il 1717 che, per iniziativa di quattro Logge londinesi costituitesi in sodalizio, fu­rono gettate le basi di quella che doveva divenire l’attuale Fratellanza Universale.

      Non tutte le Logge esistenti e quelle di formazione posteriore aderirono ai sodalizio londinese; per quanto tutte, in definitiva si attenessero agli stessi principi enunciati nelle “Costituzioni” del 1717, ragioni di varia na­tura portarono alla creazione di raggruppa­menti distinti, aventi fini mediati ed imme­diati non sempre identici, e perseguenti lo scopo con metodi diversi. Da questo il sor­gere di vari Riti, nel quali, non appena si ritenne insufficiente allo sviluppo del concetto massonico – filosofico in tutta la sua profondità, la originaria suddivisione in tre gradi, il numero di questi fu variamente accresciuto.

      Quale sia l’altissima finalità contemplata dalla Massoneria lo sappiamo e perciò ci è agevole comprendere come essa trascenda dalle competizioni cosiddette di partito ed aborra le forme rigide e preconcette; la Mas­soneria, infatti, potrà salire all’Areopago ma mai discendere nell’Agognale.

      I principi della  dottrina massonica, affer­mati, riaffermati e ripetuti in mille modi per tutti coloro che vogliono sentire, dichiarati “definitivi ed immutabili”, sono espliciti; in una forma lapidaria sono consegnati alle due formule: L. U. F. (Libertà, Uguaglianza, Fratellanza) e T. U. P. (Tolleranza, Unione. Pro­sperità).

      Il cominciamento della  vita massonica è segnato da una “iniziazione” ove col clas­sico rito del calice di Acqua Letèa si adom­bra la necessità di scordare quanto avvince al passato: fra l’altro antagonismi, avversioni, livori: segue la “Morte Iniziatica”, dalla quale  nasce l’”Angelica Farfalla”, “l’Innocente”, (non nocente). l’ ”Uomo Nuovo”….

         Ma basta! Vi è già tanto per comprendere quale eletto in potenza sia il Massone; e che questa sua virtù gli venga conferita da un Sinedrio o da un altro, proprio non importa; quel che conta  è che abbia queste virtù, e prima fra tutte quella di sapere scendere profondamente nel proprio io, esaminarlo, migliorarlo; con ciò saprà incrementare la volontà di perfezionarsi, vedrà quanto è assurdo giudicare severamente gli errori altrui quando si è tanto tolleranti per i propri ; saprà vedere e coltivare le facoltà misteriose che sono insite in lui, e divenire così, l’ ”Uo­mo Nuovo”  il “Partecipante ai Due Piani”.

      Questo è interessante, questo è necessario. Che poi egli nutra delle preferenze per un aggruppamento anziché per un altro, proprio non importa a noi Massoni, quello che ci preme è che egli sia un Massone, sia un Vero Massone. Null’altro.

      Se egli è veramente tale lo riconosceremo sempre.

      Nella pratica sanno bene i Massoni quel sia la sensazione che essi provano quando si incontrano con un Fratello; non è la que­stione di “Sponda”, (raggruppamento) che in­fluisce, è la sua qualità dl Massone. Quale è questa “sensazione”, che chiamerei volen­tieri fremito di gioia, da cui sono pervase due persone che, incontrandosi, ai ricono­scono per Massoni?

      Ecco, avviene qualcosa di molto simile a quel che accade a due connazionali che si ignorano e si incontrano in terra straniera: è generalmente “emblema convenzionale udibile”, cioè la lingua, o l’accento che li fa riconoscere, ed allora il più di quella riser­vatezzadi cui sono vestiti si dissolve, l’espressione si distende e si apre ad un sor­riso di lietezza ad accrescere il quale vol­gono i ricordi della dolce terra lontana.

      Due Massoni si incontrano nel mondo Profano? Uno degli emblemi convenzionali,- udibile, visibile o sensibile –  li fa riconoscere senza indugio, ed allora il velo del formalismo materiale cade di colpo, e se non è l’amplesso fraterno che li avvince, sarò la rinnovata stretta di mano che afferma la comunanza di Ideali, che manifesta l’incontenuta gioia di   ritrovarsi, essi, entrambi artefici della Grande Opera!  E non sarà né razza, né credenza, né nazionalità, né tantomeno, sponda che attenuerà la gioia del loro incontro!

      Se la Massoneria dovesse essere considerata soltanto quale un mezzo per interve­nire nella vita sociale secondo una determi­nata direzione, seguente un “ordine di scu­deria”, il frazionamento dei Massoni dello stesso Paese in nuclei distinti potrebbe costi­tuire pregiudizio alla riuscita di una azione; ma siccome la Massoneria,  come abbiamo cercato di spiegare, ha dei fini di ben altra portata, questo frazionamento, se pur lascia insoddisfatti i più amorevoli, non ostacola l’ascesa perfettiva che deve compiere il sin­golo.

      Quando poi, procedendo nell’arduo sentiero di Luce, si sarà affermata e stabilizzata la retta coscienza, dobbiamo riconoscere ad ognuno il diritto di scegliere, per l’espansione del luminoso concetto e per il suo sviluppo nel campo dello Collettività, quell’orientamento pratico che riterrà più rispondente alla propria sistemazione mentale.

      La sorgente è unica, lo abbiamo visto; fattosi rivoletto potrà ramificarsi, ma non per questo le sue acque perderanno della loro virtù ristoratrice e riconfortante!

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