Grande Oriente d’Italia
Gran Loggia 2013 “Liberi di costruire”
Allocuzione del Ven.mo Gran Maestro, Fr\ Gustavo Raffi
Autorità presenti,
Signore e Signori,
Fratelli Carissimi,
il tema che abbiamo scelto quest’anno di proporre all’attenzione e alla riflessione
è incentrato sui processi legati alla costruzione.
Per noi Liberi Muratori, antichi costruttori di cattedrali, la simbologia e la
prassi costruttive assumono una importanza centrale. I nostri Rituali esaltano
l’opera architettonica, il processo di edificazione, secondo una metafora che
lega indissolubilmente l’idea di perfezionamento per così dire
“edificatorio” esterno con quello interiore, perché pensiamo che non
si possa costruire un Tempio, tanto simbolico quanto reale, se non attraverso
la erezione di un corrispettivo Tempio interiore, di un “foro
spirituale” più intimo che a sua volta riesca a sovrintendere ad un
percorso di crescita condotto all’insegna dell’etica, della tolleranza e della
ricerca di una civile armonia.
La costruzione per un Massone è, quindi, innanzitutto, una forma di
“educazione” o, più semplicemente, di “auto-educazione”
alla costruzione etico-morale di sé: il Libero Muratore apprende a operare un
continuo rinnovamento, un continuo perfezionamento. E per far questo deve apprendere
ad essere un uomo libero.
E’ nella libertà che l’uomo diventa se stesso; è nella consapevolezza che può
diventare cittadino del mondo, non più succube della realtà ma artefice del suo
destino.
E mai come oggi, a nostro avviso, c’è bisogno di uomini liberi.
Lo vediamo ogni giorno: la società contemporanea, particolarmente quella
italiana, sta attraversando una crisi morale ed etica, che colpisce e talora
mortifica sia la collettività sia le soggettività. Una realtà che noi Liberi
Muratori non possiamo accettare passivamente: a noi spetta avanzare delle
proposte.
La Massoneria regolare – è bene ribadirlo subito chiaramente – non ha scopi
direttamente politici, né tantomeno entra nell’agone della competizione
partitica, anzi se ne astiene rigorosamente. Ma proprio grazie a questa sua
condizione di neutralità istituzionale, deve cogliere tutta l’opportunità
derivante da tale speciale asimmetria; essere cioè parte integrante e viva
della società con autorevolezza di giudizio, ma senza correre alla ricerca
propagandistica di consensi elettorali e di facili riconoscimenti. La nostra
diversità deve invece risaltare attraverso la continua capacità di porre
l’attenzione su temi centrali, anche quando possano sembrare o peggio risultare
scomodi, di insistere sui temi dell’etica e della sfera valoriale, quando altri
non hanno più né tempo né voglia, né forse interesse a farlo.
Il tema della libertà di
pensiero e di intenti rientra tra i minima moralia del discorso massonico, al
punto che la certezza della libertà d’animo dei nostri Fratelli è stato sin dal
secolo decimo-ottavo il prerequisito indispensabile per l’ammissione
all’Ordine. Il Massone deve essere uomo libero nel suo status e ancor di più
nelle sue convinzioni, nelle sue scelte, nelle sue decisioni; quindi, cittadino
nella pienezza della sua responsabilità, mai suddito supinamente schiacciato
agli interessi dei diversi poteri, pronto a servire ancor prima che gli sia
ordinato. Uomini senza libertà non hanno vere responsabilità, sono servi. Più
grave però è quando a tale libertà essi hanno rinunciato da soli.
La nostra Istituzione mira perciò ad enfatizzare il rafforzamento di tutti quei
sentimenti capaci di riscattare l’essere umano dall’apatia della rassegnazione,
dallo sconsolato abbandonarsi alla perdita di fiducia nelle costellazioni
valoriali che hanno fondato le moderne società civili, e che oggi, invece,
sembrano ripiegarsi su se stesse, in una sorta di drammatica eclissi del
coraggio ci-vico, di crescente disimpegno e scoramento generale.
La frequenza con cui nel mondo profano si cerca di far prevalere la forza a
discapito della ragione ci spinge non a rinchiuderci in noi stessi, quanto a
reagire con la riproposizione di grandi argomenti sui quali riteniamo che si
stia giocando il futuro di una civiltà intera.
Il trinomio che abbiamo proposto: Responsabilità, Partecipazione e Rinnovamento
si lascia declinare in forme molteplici. Alcune fuoriescono dal nostro campo
d’azione, altre sono profondamente intrinseche ad un processo di riflessione
etica e soprattutto spirituale.
Con una certa sconforto ci tocca constatare che la Responsabilità sembra
purtroppo la grande assente nella realtà dei fatti. Le classi dirigenti, non
solo nello scenario pubblico, sembrano preferire il modello autoritario della
deresponsabilizzazione, del privilegio fondato su un’autolegittimazione che
scaturisce da posizioni dominanti e privilegiate rispetto a scenari di profonda
sofferenza. Chi ordina sofferenze, spesso – e la realtà lo comprova – non
sarebbe capace neanche di sopportarne la minima parte. E ciò è eticamente
inaccettabile. Nelle vecchie scuole militari si insegnava che per ordinare agli
altri di pulire le latrine, bisognava averlo fatto in precedenza; allo stesso
modo, per poter pretendere da altri il sacrificio supremo bisognerebbe essersi
trovati nella condizione di aver già ricevuto ordini simili. Insomma l’esempio
e la dedizione sarebbero virtù essenziali. Al contrario, la filosofia spicciola
dei “furbetti” i quali pensano che basti mandare i più sfortunati
avanti, per poi passare a raccogliere un domani gli onori della vittoria, ma
che nel frattempo hanno già pronta la via di fuga in caso di sconfitta, è una
palese manifestazione di dispotismo e di abuso morale.
Il potere senza responsabilità è marca distintiva della tirannide, non della
democrazia. Maggiore è la quantità di potere, maggiore è la responsabilità
dinanzi a se stessi, dinanzi agli altri, dinanzi all’Essere supremo, comunque
lo denominiate, che è figura di riferimento essenziale anche per la Libera Muratoria
che lo riassume nella sigla GADU: Grande Architetto dell’Universo.
Molti non sanno che nelle fasi emozionanti che precedono l’iniziazione alla
Massoneria il neofita si vede porre tre domande, che costituiscono il suo unico
testamento massonico: gli si chiede, infatti, perentoriamente, di specificare
quali siano a suo avviso i propri doveri, in ordine: verso l’Essere Supremo,
verso se stesso e verso l’Umanità. Non si tratta di un giochino, né di un
indovinello. Si desidera, invece, saggiare con tali questioni la coscienza
morale di chi si avvicina alla nostra fratellanza su di un tema rispetto al
quale tutte le istituzioni civili dovrebbero a loro volta interrogarsi e
mettersi alla prova: quello della Responsabilità.
Per questo, il tema della
Responsabilità ha costituito un filo rosso distintivo in questi anni di
rinnovamento vissuti dalla Libera Muratoria; un rinnovamento che ha riguardato
temi di natura diversa anche se tutti legati tra loro. Per fare solo qualche
esempio, sul rapporto uomo-natura: possiamo lasciare ai nostri successori un
mondo distrutto e violentato, senza più risorse utilizzabili? Sul rapporto tra
etica civile ed etica individuale: quale spazio lasciare alle scelte dei
singoli dinanzi al finis vitae? In una società che affronta la bioetica solo in
modo strumentale, noi ci siamo interrogati sul dolore e sul rispetto della
diversità delle scelte. E ancora: quale dovere abbiamo nei confronti
dell’educazione e della formazione delle giovani generazioni attraverso la
tutela e la valorizzazione della scuola e della ricerca scientifica? Un Paese
che vede i migliori cervelli in fuga verso altri Paesi ci preoccupa, perché ciò
è indice di una morte annunziata per il nostro futuro. Cosa faremo quando ci
saranno rimasti i peggiori o i meno coraggiosi? Cosa faremo quando avremo
regalato una élite professionale, intellettuale e scientifica per perdurare nel
familismo, nella arrogante noncuranza delle eccellenze? Dove andremo mai? Il
futuro è nelle scelte di oggi, nella nostra responsabilità. Oggi, ci troviamo
nel mezzo di una crisi di proporzioni inedite e di portata globale, non solo
economica, ma anche spirituale, “destinata ad essere, in prospettiva, ben
più dannosa per il futuro della democrazia: la crisi mondiale
dell’istruzione” e della cultura. Queste le parole usate dalla filosofa
Martha Nussbaum che prevede tinte fosche per il nostro futuro: la modernità, a
suo avviso, sta accantonando quei saperi che sono invece indispensabili a
mantenere viva la democrazia; se così sarà, allora formeremo “generazioni
di docili macchine” e non di cittadini: non più in grado di pensare
autonomamente, di “criticare la tradizione e comprendere il significato
delle sofferenze e delle esigenze delle altre persone”. In questa triste
realtà, il futuro della democrazia appare veramente appeso a un filo.
La Massoneria non ha risposte ma insegna a fare domande, a creare uno spazio
libero in cui voci diverse possano confrontarsi, in cui non domini un pensiero
unico, quanto piuttosto l’incontro tra pensieri, religioni e filosofie diverse.
E’ per questo che dalla Responsabilità scaturiscono anche la Partecipazione e
il Rinnovamento: perché il cittadino diventa soggetto protagonista delle scelte
presenti e delle conseguenze future.
Ma la libertà di coscienza non è un dono che viene dall’alto né una cosa che si
può comprare: è una conquista. Perché essere cittadini è un impegno. “La
patria di un cittadino è dove lui suda, piange e ride, dove pena per
guadagnarsi la vita”, ha scritto Jorge Amado. Non si è cittadini sulla
carta ma in una terra precisa, e lottando per giustizia sociale e diritti.
Libertà, per noi Liberi Muratori, fa binomio con Laicità; entrambe sono
componenti essenziali di ogni democrazia liberale costituita da cittadini che
aderiscono a una pluralità di concezioni del mondo, nella bellezza della
differenza e delle proprie idee civili e religiose. Vogliamo contribuire, come
costruttori, a delineare un ethos civile che deve trovare il
“vincolo” di una nuova convivenza, come incitava Giordano Bruno.
Il modello della Libera Muratoria può e deve essere un modello di crescita, uno
strumento di consapevolezza. E un moltiplicatore, unendo ciò che è disperso. E’
questo il nostro compito, da sempre. Il Maestro d’Opera ha un solo amore:
costruire. L’umanità, per noi, è infinitamente e definitivamente più importante
dell’economia.
Per questo, proprio nelle difficoltà del momento presente, i Liberi Muratori
del Grande Oriente d’Italia ribadiscono solennemente tutto il loro impegno
intellettuale, morale e materiale per fornire un contributo che possa servire
la società civile e il nostro Paese. E ciò attraverso tutti gli strumenti
formativi che contribuiscano ad accrescere le istanze di maturazione del
cittadino, a operare per rinsaldare il vincolo di fedeltà alle istituzioni civili,
alla Carta Costituzionale ed al Pre-sidente della Repubblica, come autorità
suprema garante dell’ordine e della democrazia.
Così come abbiamo fatto
in occasione della nostra attivissima partecipazione alle celebrazioni per il
Centocinquantenario dell’Unità d’Italia, con iniziative e manifestazioni di
altissimo livello, come riconosciutoci anche dalle Istituzioni pubbliche, oggi
ci troviamo non solo a ribadire, ma a rinsaldare quel patto di fratellanza
stretto tra gli eroi del Risorgimento, i Padri della Patria, e l’Italia, che
ora vediamo impegnata come parte integrante di una più vasta Comunità Europea,
ove l’idea di Fratellanza deve tornare a svettare come marca distintiva. Alla
Responsabilità, pertanto, vogliamo affiancare anche la solidarietà, un maggior
senso di appartenenza comune, minori antagonismi nazionalistici e, soprattutto,
lungimiranza. Le élites che hanno sbagliato paghino, ma non ci sembra
tollerabile che un popolo intero come quello greco o quello cipriota sia
ridotto alla fame. Dovrebbe essere l’idea stessa di Civiltà Europea a
impedirlo.
Non saremo noi a proporre ricette, ma sappiamo che tutti nostri Fratelli sono
attivamente impegnati, ciascuno secondo le sue convinzioni e la sua libera
coscienza, a portare un contributo di ragionevolezza e di costruzione
nell’edificazione di una più giusta casa comune.
Libertà di costruire significa proprio questo: realizzare una storia comune.
Non soffiare sulle braci del malinteso ma fare strada all’incontro. Una
prospettiva che non si costruisce a colpi di leggi o di pratiche religiose ma
con una sensibilità etica che deve essere promossa per avere cittadini
protagonisti e non sudditi, capaci di legami di autentica solidarietà. Laicità,
pluralità ed etica del dialogo sono i presupposti per costruire. Quello che
dobbiamo cercare, per costruire il futuro, è proprio il senso profondo
dell’esistenza. E noi Liberi Muratori questo senso possiamo trovarlo nel nostro
lavoro, sotto la volta stellata del Tempio massonico. E possiamo pertanto
proporlo a tutti gli uomini che vogliano, come noi, insieme a noi, cercare
nuove strade.
Il cammino massonico è un cammino iniziatico, in cui il tema centrale è quello
del passaggio simbolico attraverso il buio della morte verso una nuova luce.
Ciò dovrebbe servire ad aprire gli occhi a chi, nella sua immaturità, si crede
immortale e avanza con la cecità intollerante di troppe acritiche sicurezze. La
provocazione prodotta dalla Iniziazione serve ad apprendere il senso profondo
della Fratellanza, non per farne uno strumento di prevaricazione, di
favoritismo, ma una risorsa interiore, una forza morale in più da spendere
quando si potrebbe vacillare. Dovere massonico è quello di contribuire al bene
ed al progresso dell’Umanità. Non saprei come trovare una responsabilità collettiva
maggiore di questa. Una responsabilità dinanzi alla quale ciascuno di noi ha
assunto degli impegni verso l’Essere Supremo, verso se stesso e l’Umanità.
La storia che noi vogliamo è luogo di responsabilità, e spazio di accoglienza.
Non bisogna avere paura: è sui confini che si promuove la ricerca. E’
guardandosi negli occhi che cadono le ombre.
Lo abbiamo fatto in questi 14 anni di Gran Maestranza, continueremo a farlo con
l’orgoglio di essere uomini liberi e lo sguardo rivolto verso il futuro.
Questa è la nostra storia, questa è l’azione che porteremo avanti, nel Tempio e
nell’agorà. Lo faremo con i labari e i libri, i convegni e i giovani che
bussano numerosi alle nostre Logge. Lo faremo con intelligenza e passione,
guardando con fiducia al domani e continuando a pensare, a volare alto e a
costruire.
La nostra storia la scegliamo noi.
Rimini venerdì 5 aprile 2013