PREMESSA DELLA REDAZIONE DI VITRIOL

PREMESSA DELLA REDAZIONE DI VITRIOL

Il documento che presentiamo qui di seguito ci è pervenuto da un Fratello colombiano di Bogotà che non conoscevamo precedentemente.

Non avendo la nostra Istituzione rapporti ufficiali con la gran Loggia di Colombia non abbiamo potuto controllarne l’appartenenza.

Sappiamo inoltre che la Colombia è tuttora funestata da una guerriglia sanguinosa di cui non conosciamo le ragioni. D’altra parte, pur essendone addolorati, per principio non è nostro compito entrare nelle

contingenze politiche (o religiose) né del Paese in cui viviamo nè tanto meno in quelle di altri nostri Fratelli, sparsi sulla superficie della Terra.

D’altra parte questo Sito Regionale VITRIOL (organo non ufficiale dell’Istituzione ma da essa riconosciuto), sul quale viene pubblicata corrispondenza sia di Fratelli toscani, come di altri, viene letto, come qualsiasi sull’importanza di “globalizzare” una volta tanto il nostro dialogare, in particolare quando si tratta di etica e morale.

Sì, proprio di dialoghi di etica e morale come strada maestra che è nostro dovere indicare ai fini della più alta globalizzazione desiderabile: quella di una uguale giustizia per tutti gli esseri umani.

Il riconoscere questa comune fede nel pensiero di chi ci ha scritto ci ha portato immediatamente nel Tempio della comune Fratellanza: ma ciò che soprattutto ci ha convinto, nonostante tutto e sopra di tutto,

a pubblicare, è stata la chiarissima e forte presa di posizione di un uomo politico, impegnato magistralmente sino al suo sacrificio personale, nella relazione troppe volte difficile e contraddittoria tra  ‘essere massone e l’agire politico. Relazione che non può essere altro che analogica e tale deve sempre rimanere.

Che l’abbia detto il Fr.’.  S.Allende, o non l’abbia detto effettivamente, non importa, perché comunque andrebbe detto; anche qui nel nostro Paese, dove l’essere massoni significa subire ancora un’intollerabile discriminazione nell’esercizio delle libertà e delle necessità civili, politiche e religiose proprie di ogni cittadino.

Per noi S. Allende, marxista o non marxista, eroe politico o no, lo prendiamo a simbolo di una forza interiore del massone che, nell’esigenza di affermare la propria fede, deve comunque battersi contro l’intolleranza, da qualsiasi parte essa venga.

Per far risaltare questo senso interpretativo, abbiamo omesso di pubblicare quelle parti del suo discorso nelle quali viene fatto cenno alle situazioni prettamente politiche (anche se idealizzate come farebbe

qualsiasi massone) relative al suo Paese di appartenenza, dove, nel ’71, le lotte politiche si andavano macchiando sempre più di sangue.

La redazione.

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