Il Grembiulino Massonico Simbolo e Segno distintivo del Libero Muratore Autore: Athos A. Altomonte Certamente il particolare dei nostri costumi che più ha colpito da sempre la fantasia dei profani è il grambiulino che i confratelli massoni indossano come segno distintivo dell’ appartenenza all’Ordine nei Suoi tre gradi di capacità e qualità. Volendosi riallaciare alla tradizione di questo “ vestimento “ nasce spontaneo il suo collegamento tra il Tempio di Salomone e con quanti per esso operavano ed il Tempio Massonico con i fratelli costruttori che lo abitano. Hiram, Maestro dei maestri, Architetto del Tempio e figura centrale della mitologia massonica, aveva suddiviso le legioni dei suoi operai in tre categorie, in ordine di capacità le prime due e d’esperienza l’ultima, e le aveva chiamate degli Apprendisti Introdotti (ai Misteri), dei Compagni d’Arte e dei Maestri. Al disopra di queste tre classi aveva posto gli Archittetti sovraintendenti e gli Architetti revisori, che erano alle sue dirette dipendenze e garantivano i ritmi, i tempi e la qualità delle Opere e la disciplina degli uomini nei tre gradi. Tutti costoro, è importante rilevare, usavano strumenti ed avevano elevato a Regola abitudini e costumi che tutt’oggi possiamo ritrovare nella loro integrità nel Tempio Massonico. Come non ricordare, oltre gli strumenti naturalmente, i Segni, i Toccamenti misteriosi e le Parole di Passo, con le quali si riconoscevano nei tre gradi, che sono i Simboli dei Misteri Minori del Massone ? E come dimenticare che la Fratellanza dei Costruttori, costituitasi per l’occidente attorno alle grandi Piramidi, ma le cui origini si perdono molto più ad oriente nella notte dei tempi, aveva costume e regola d’iniziare i suoi aspiranti, i suoi novizi come i suoi adepti, attraverso il superamento di prove di cui la prima era il silenzio su quanto appreso ed il silenzio sul lavoro compiuto, esattamente come la regola attuale richiede ai massoni alla chiusura dei lavori della loro Loggia? Le similitudini nelle Regole delle iniziazioni ai Misteri Minori del Tempio per coloro che ne dovevano creare la Forma manifesta e le Iniziazioni ai Misteri Maggiori, attraverso la Casta Sacerdotale, per coloro che per quello stesso Tempio dovevano poi creare un adeguato progetto che restasse ad indicare quei fini – compreso il fine metafisico legato a Dio – alle generazioni future, sono quelle che troviamo velate nelle parole degli attuali cerimoniali affidati ai moderni massoni. Sempre che si sappiano leggere nelle allusioni e soprattutto nei sottintesi. Sino d’allora un grembiulino cingeva i fianchi dei costruttori operativi, anche se in realtà era una pelle d’agnello posta di traverso sul grembo per difenderlo dai colpi degli arnesi o dalle schegge ch’essi procuravano. Possiamo dunque considerare il grembiule come un’elemento davvero storico, perchè presente dalla “massoneria operativa” (fisica) sino a quella speculativa (mentale) e certamente lo sarà, per Tradizione, anche in quella prossima futura, l’ Universale (spirituale ed iniziatica) e per la quale tutti stiamo operando nei tanti Templi presenti in tutte le Nazioni dell’uomo con i suoi molti linguaggi. Se focalizzassimo la nostra attenzione sul particolare cordolo che permette di cingerlo in vita, scopriremmo con il grembiule massonico una serie d’importanti similitudini con i cordoni di “castità“ degli Ordini Cavallereschi, mistici e Templari ed anche con tutti i vestimenti religiosi che, rituali e non, sempre prevedono la presenza del cordolo alla vita dei propri aderenti. Questo simbolo di “cercata” purezza è stato abbandonato solo nell’abito profano dei moderni preti d’area protestante e cattolica, prontamente imitati da tutti coloro che non cogliendone l’aspetto simbolico e mistico, lo considerano scomodo e sopratutto non adeguato ai tempi . Trascorsi millenni, ritroviamo la Confraternita dei Costruttori in Europa, attiva nella costruzione delle Cattedrali gotiche, con le stesse strutture gerarchiche e con le medesime caratteristiche trasmessesi dall’origine tramite una immensa Catena Fraterna che ha superato i limiti dei tempi e delle distanze attraverso ogni differente linguaggio. Scritti, quadri e miniatura ci mostrano in ogni angolo d’Europa i Fratelli Costruttori nell’uso dei medesimi strumenti e nell’erigere le medesime Opere di sempre: Templi alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo. E cinto al loro grembo, sempre il Grembiule d’Arte. Nella Francia dei Costruttori fu istituito un percorso “professionale” denominato “Tour de France”, che con il suo periplo permetteva ai Compagnoni di raggiungere la “ maestranza nell’Arte dei costruttori “. Il significato della parola “compagnonaggio” va oltre quello letterale della sua duplice derivazione di “colui che condivide il pane” (dal latino “cum panis” e dal francese “compain”), perchè essere compagnon significa accettare e seguire le stesse regole di vita comunitaria e condividere lo stesso concetto del mestiere, principi che ritroviamo negli ordini cavallereschi nell’apparente semplicità dell’ obbligo di mangiare in due nella stessa ciotola e di usare lo stesso cavallo. Il viaggiare fisicamente formava l’uomo e l’artefice attraverso le esperienze e le conoscenze, ed i tre giri del “Compagnonnage”, o “Tour de France”, erano vere e proprie tappe iniziatiche, scandite dai passaggi: aspirante, compagnon, compagnon finito. Negli sconvolgimenti politici della società d’allora e con la caduta di Ordini fondamentali come quello Templare, vi fu un iserimento negli Ordini Minori, meno perseguibili dall’avidità dei poteri temporali ed ecclesiastici profani, degli appartenenti alle fascie degli Architetti e Revisori del Tempio. Costoro, presenti nell’Ordine Templare per quanto riguardava la costruzione architettonica, e nei Rosacroce per quello che era la scienza esoterica ( in futuro verrà definita Alchemica ) del tempio, dettero la spinta a quel fenomeno culturale che conosciamo con il nome di Massoneria Speculativa. La creazione del 3° grado, quello di Maestro Massone, è da attribuire all’inglese Elia Ashmole, nel XVII° secolo. Poi vivacemente contestata, ma comunque siano andate le cose il nostro vestimento crebbe in significati e simbologia per la conoscenza che seppero trasportare nei gradi subalterni gli Iniziati ai Misteri Maggiori delle Cattedrali. Il Grembiulino del Fr:. Libero Muratore nella Massoneria Speculativa Qualsiasi origine venga attribuita alla tradizione d’indossare il grembiule, Faraoni, Esseni, Druidi, o alla rappresentazione fisica del simbolo alchemico dell’Athanor, resta l’importanza simbolica che ne fa, a tutt’oggi, il pezzo fondamentale dell’abbigliamento massonico e l’insegna distintiva senza la quale il Libero Muratore non può partecipare ai Lavori. Venuta meno la sua funzione di proteggere l’operaio a livello fisico, le dimensioni del grembiule vennero portate, tra la fine del XVIII° e l’inizio del XIX° secolo, ai 35-40 cm. di altezza per 35-40 di lunghezza, dimensioni che richiamano l’ “età giusta” per entrare in Tempio. E’ composta da tre parti: un quadrato, una bavetta triangolare, una cintura. I grembiuli di Apprendista e Compagno sono in pelle o raso bianchi e sono senza decori; quello di Maestro è in pelle o raso, bordato di rosso (o colore diverso in altre Obbedienze) ed è ornato dalle lettere “M” e “B”, sempre in rosso, che vogliono ricordare la Parola Perduta. I significati di “riconoscimento ed accettazione” in un Ordine e di “lavoro”,che assumono per l’Apprendista nella sua cerimonia d’iniziazione al ricevimento del grembiule, sono rimasti essenzialmente gli stessi, morali, anche se l’impegno sarà rivolto su di sé, “pietra grezza” della moderna Massoneria di costruttori. E tuttavia questo primo livello d’interpretazione non resta l’unico, dal momento che un simbolo ne contiene più d’uno e che le sole buone intenzioni non bastano che a creare progetti abortiti, ma che tuttavia restano la necessaria base di partenza. Il grembiule come forma non cambia nei tre Gradi, ma riveste significati più profondi, in ragione della continuità e qualità nell’apprendimento ed applicazione dell’Arte: “voler fare”, “saper fare”, “poter fare”, o i tre Giri dell’apprendista medievale. L’uomo giunge alla porta del Tempio cercando risposte alle sue domande: chi sono, da dove vengo, dove vado, perchè. Come Apprendista esce dal caos ed entra in una struttura geometricamente ordinata in base a cicli, ritmi e cadenze, dove troverà la risposta ai suoi interrogativi mediante l’orientamento del sapere nell’Ars Muratoria, cioè mediante l’istruzione. I sette lati del grembiule rappresentano i sette livelli delle sette arti Liberali con: grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, musica, astronomia, geometria. La grammatica (che insieme a retorica e dialettica componeva nel Medioevo il cosiddetto Trivio) è il primo gradino da salire, la base su cui porre le fondamenta del sapere; senza la conoscenza degli strumenti e delle regole che disciplinano l’impiego esotrico del linguaggio, non c’è comprensione, non potrà esserci comunicazione, retorica, e neppure quella padronanza che porta all’abile uso di essi. Perciò l’Apprendista deve tacere, ascoltare ed imparare. La cintura del grembiule divide nettamente il pentagono, la figura geometrica che risulta con la bavetta alzata, in due: un triangolo ed un quadrato. Questa divisione simbolica dovrebbe avere la funzione reale, entrando in Tempio, di distogliere l’attenzione dell’Apprendista da ciò che costituisce la propria vita profana di tutti i giorni creando, la ripetitività di un’azione o di un gesto, l’abitudine ad una nuova “forma mentis” che finirà per sostituire qualla vecchia. I due elementi del quaternario, terra e acqua che trovano corrispondenza nella personalità in corpo fisico ed emotivo, ancora da disciplinare e controllare, devono restere al disotto della cintura affinchè l’attenzione cosciente sia rivolta verso l’alto e richiami verso il basso l’attenzione della Triade, simbolicamente rappresentata dal triangolo. Ma non ci potrà essere contatto finchè non si sia raggiunto un certo grado di trasmutazione, l’elemento acqua salendo all’elemento fuoco crea l’effeto chiamato dagli Alchimisti vapore astrale. Da quel momento inizia quella fase dell’Opera chiamata “solve et coagula“ ed appare per l’uomo la Via secca che imboccherà lasciando alle sue spalle quella umida. Anche i colori rafforzano questo concetto indicando con il nero, posto all’interno del grembiule, l’assorbimento di ogni altro colore, o per meglio dire, il tacitarsi di ogni elemento che non sia necessario all’Opera. Il bianco, all’esterno, è solo simbolico, come colore, volendosi rappresentare la rifrazione della qualità (colorazione) emessa dall’officiante, il Maestro Venerabile -l’istruttore- che dà l’orientamento. La cintura divide in due il grembiule che rappresenta la fisicità dell’uomo, così ne sottolinea la divisione tra Triade e personalità, finchè la coscienza dell’apprendista non inizii a focalizzarsi dal piano dell’istinto ai piani mentali concreti con un’inversione di polarità e la bavetta abbassata in grado di Compagno indica per l’appunto la discesa della mente ragionevole nell’emotività istintuale del quaternario. Dei significati attribuiti alla cintura negli ordini religiosi e cavallereschi abbiamo accennato in precedenza; resta il fatto che la divisione del corpo umano così ottenuta resta puramente simbolica pur volendo mettere l’accento su di un ordine di sviluppo, richiamato dalla disciplina del retto pensare -basato sull’amore intelligente-, retto parlare -governato dall’auto dominio-, retto agire -fondato sulla comprensione della legge-, regole antichissime ma sempre riproposte, magari sotto nomi diversi come tolleranza, silenzio, uniformità. Il triangolo nel quadrato indica un primo contatto (cosciente) fra le due parti, o poli opposti, la costruzione di un primo segmento di ponte che unirà l’Alto ed il “basso”. In effetti la parola grembiule in francese ”tablier” significa anche ‘tavolato di ponte’ e, come sappiamo, l’immagine del ponte viene usata in molte culture per indicare il passaggio verso l’iniziazione. In grado di Compagno i due colori bianco e nero del grambiulino indicano ancora dualità, ma è già presente la facoltà di discriminare tra opposti più elevati. I cinque sensi non sono più ora mezzo di contatto ed indagine rivolto solamente verso il mondo esterno ed oggettivo, ma, polarizzati sul livello mentale, consentono l’evoluzione della mente come quinto principio. L’ acquisizione della – luce – nella mente è rappresentata dal Pentagramma, o Stella, fiammeggiante. Non più soggetto alle sensazioni ed alle emozioni, ma supportato dalla ragione, il Compagno può proseguire nella fase di ulteriore conoscenza – matematica e musica, i due gradini del Compagno- che gli permetterà di combinare attraverso il pensiero ed il linguaggio, forme e suoni in base a regole -Ars Regia-. Sa fare, ma la direzione sarà data ancora dalla volontà dell’istruttore, finchè creatività e discernimento non gli daranno la sicurezza di vedere una forma e realizzarla, con una visuale non più limitata, ma che abbraccia lo spazio stesso. Il bordo del grembiule che si “accende” di rosso indica questa acquisizione di Maestria e l’uomo può ora costruire “Templi alla Virtù”, costruire per sé e per gli altri. I numeri, forniscono una chiave di lettura che facilita l’evidenziare il rapporto esistente tra più concetti, differenti in apparenza ma legati da un senso più profondo. Inoltre il modo in cui sono posti ne cambia il significato ultimo.Inteso in questo senso il grembiule dà delle indicazioni differenti nei tre gradi. Nel 1° grado il grembiule d’Apprendista con la bavetta alzata è diviso dalla cintura in due figure geometriche, quadrato e triangolo che numericamente danno il 4 ed il 3. Il 4 è il numero della forma manifesta ed i quattro elementi che la compongono, possono rappresentare i quattro stadi, infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia, del ciclo di vita dell’uomo in rapporto alle quattro stagioni di un ciclo annuale, con l’alternarsi delle varie fasi, ciò che ci porta al concetto più ampio della ciclicità dello sviluppo evolutivo dell’umanità (corsi e ricorsi storici), già presente nelle antiche concezioni filosofiche con la divisione nelle quattro Età, dell’Oro, dell’Argento, del Bronzo e del Ferro, il ciclo di discesa dell’umanità nella materializzazione (prima della risalita verso la spiritualità.) 4 e 3 affiancati = 43. I quattro punti Cardinali richiamano alla mente l’immagine del ri-orientamento dell’uomo (orientamento del Tempio di Salomone) nel suo “cammino alla ricerca della Luce” entro il ciclo minore di una vita. Il quattro, dunque, è il numero del 4° Regno, l’umano, punto di mezzo tra l’evoluzione superiore ed inferiore, tra cielo e terra; il numero dell’uomo che è già alla ricerca del suo vero Sé. Il 3 in ogni religione è il simbolo del Ternario Divino; per l’uomo rappresenta i suoi tre aspetti superiori, la Triade Spirituale, il cui primo “tocco” si ha con l’abbassarsi della bavetta, (nel grembiule del Compagno) e nella Forma equilibrata fluisce, attraverso la Mente, il primo aspetto della Triade, (contando dal basso) formato dal triangolo -Tradizione, Esoterismo, Simbologia. Abbiamo il numero 5 = 4 + 1, già anticamente rappresentato dall’etere che si aggiunge ai quattro elementi, il solido a cinque vertici, la piramide. La discesa nel 4 del secondo aspetto della Triade nel -grembiule- di Maestro, simboleggia la comparsa dell’intelletto intuitivo nella ragione fisica dell’adepto. Il sette è il numero della perfezione relativa dell’uomo divenuto Maestro. Il simbolo è il doppio triangolo con al centro il suo vertice invisibile che indica l’unione di “Spirito e Materia”,cioè, la rinascita in lui del M. Hiram. Le tre tappe del Giro dei Misteri minori sono concluse ed il Maestro può aspirare a divenire “Apprendista” dei Misteri Maggiori, lavorare non più per il suo piccolo sé, ma per attuare il Disegno del G:. A:. D:.U:. nel proprio Tempio Spirituale. Conclusione Simboli come il grembiule, possono cambiare di foggia e dimensioni in relazione alle epoche ed alle circostanze, ma non mutano mai nell’essenza. Aspettano solo di essere riscoperti da chi, sollevato un poco il velo dell’illusione, sappia vedere i collegamenti e le analogie con l’idea che vogliono esprimere, ed il proposito che li anima e li rende vivi ieri come oggi. Athos A. Altomonte |
Informazioni sull’Autore: Athos A.
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