CONSIDERAZIONI DA UNA LETTURA DI HERMAN HESSE Una volta mi toccò di vedere che uno dei miei compagni si pentì, calpestò il voto e ridivenne miscredente… con la faccia stravolta, agitatissimo, fece un gran baccano davanti alla tenda delle Guide; quando ne uscì il Fiduciario, lo investì con violenza, dicendosi stanco di partecipare a quella spedizione di pazzi, che non avrebbe mai raggiunto l’Oriente, stufo di dover interrompere il viaggio più giorni per sciocchi scrupoli astrologici, arcistufo di quell’ozio, delle processioni puerili, delle feste floreali, dell’importanza attribuita alla magia, di quel mescolare la poesia con la vita… Fu una scena orribile e penosa, ci sentimmo stringere il cuore dalla vergogna, e nello stesso tempo dalla pietà. Il Fiduciario lo ascoltò gentilmente… e disse: “Hai preso commiato da noi e ritornerai dunque alle utili fatiche. Hai preso commiato dalla Lega e dal pellegrinaggio in Oriente, dalla magia, dalle feste floreali, dalla poesia. Sei libero, sei sciolto dal Voto !” “Anche dal voto di tacere ?”, rispose l’altro. “Ricorda, tu hai giurato di non rivelare ai miscredenti il Segreto della Lega. Poiché, come vedo il Segreto lo hai dimenticato, non lo potrai comunicare a nessuno”. Hermann Hesse, uno dei Fratelli più illuminati della nostra epoca, ci ha appena descritto, in queste poche, drammatiche righe, il tormento di un’anima che non solo aveva dimenticato il Segreto della Lega, ma che, forse, mai aveva conosciuto. Dal prosieguo della lettura comprendiamo che Hesse parla dell’Istituzione e del Segreto Massonico. Nel rito Cristiano Ortodosso, l’officiante si ritira dietro una cortina tesa tra lui ed i fedeli e legge, a voce alta, il Rituale della Transustanziazione, senza il timore di svelare ciò che non può essere svelato, perché di quel Misterioso Segreto è lui – e solo lui – l’unico depositario in tutta l’assemblea, anche se sono presenti altri sacerdoti. E’ chiaro che il Segreto non sono solo quelle Parole di Verità, che tutti liberamente odono o possono leggere da un Messale, ma sta nelle Parole, nel Gesto, nel Silenzio interiore dell’officiante, che in quel momento – e solo in quel momento – attraverso il Rituale – gira la chiave nella toppa, apre la porta, accede al Soprannaturale e ne viene investito del Potere. Renè Guènon afferma che la Chiesa e la Massoneria sono le uniche organizzazioni Iniziatiche depositarie del Segreto della Palingenesi. La prima privilegia la divulgazione exoterica della verità – o meglio parte della verità trattenendo in seno al suo clero più evoluto questo Segreto – e semina dogmi, molti, e briciole di verità – poche – al Fedele, che proprio perché Fedele deve abdicare alla Conoscenza ed alla Ragione. La seconda ha, come fine, insegnare al suo Adepto cosa e come fare per intravvedere quel Segreto, come mantenere in equilibrio la bilancia della sua Vita, bilancia sui cui piatti sono il Fato ed il Libero Arbitrio. Ma, purtroppo per noi, neppure nei Rituali Massonici, pur essendone indicati gli Strumenti e le modalità del loro utilizzo, troviamo svelato il Segreto. Gli Strumenti sono nel Tempio e fuori dal Tempio, sono divulgati nei libri, sono in internet, ma le modalità vengono indicate e impresse nel Recipiendario, a partire dall’istante in cui entra nel Gabinetto di Riflessione. E’ proprio qui, in questo buio anfratto della Terra, davanti all’immagine del nulla della vita terrena, che il profano comincia a vivere, attraverso il suo segreto simbolismo, lo svolgimento della separazione degli elementi costitutivi dell’Essere che avverrà dopo la morte, per poter poi recepire il fine vero dell’Iniziazione Muratoria. E l’Iniziazione è come un piccolo seme di senape, che, sprofondato negki anfratti bui della Terra, viene prima macerato dall’acqua senza la quale non può germinare, per poi poi rompere la crosta ed emergere all’aria. Ma solo il calore e la luce del sole potranno renderlo albero. Il Battesimo e l’Iniziazione sono due inizi, autonomi e totalmente antitetici: l’uno è passivo, l’altro è attivo e personale, pur necessitando, talora, dell’insegnamento di una Guida. Le modalità sono quelle tramandate dall’Ermetismo: a nulla serve quindi cercare di penetrare l’Insegnamento Esoterico senza i due elementi indispensabili per iniziare il cammino, quel viaggio dell’anima umana, avvolta dalle tenebre, verso la sua Libertà Prima. Il primo elemento è definito Intervento della Provvidenza, il secondo è un’occulta e misteriosa predestinazione, quella sete che lo fa diventare un vero uomo di desiderio. Ecco quali sono le fondamentali qualificazioni iniziatiche. Altre, il censo, l’erudita conoscenza non lo sono. La Libera Muratoria ha ereditato, nel fluire dei millenni, da un lato, l’insegnamento formale della Gnosi, dall’altro, il sapere degli antichi cenacoli esoterici ed occulti, le cui pratiche iniziatiche si sdoppiavano in “piani” più sottili. Così, ad esempio, l’uscita dal Gabinetto di Riflessione simbolizza il primo contatto, dopo la morte, con le Sfere Spirituali che seguono immediatamente il piano fisico, perché, come dice Jacob Bhoeme, “non vi è differenza.essenziale tra la Nascita Eterna, la Reintegrazione e la scoperta della Pietra Filosofale. Tutto essendo uscito dall’Unità, tutto deve ritornarvi in modo simile…” Gli Alchimisti hanno conservato e dimostrato nei secoli la fondatezza dell’Ermetismo e dell’Alchimia. I soffiatori li hanno ignorati ed hanno creato la chimica. Molti Autori, Guènon in testa, sostengono che la stessa cosa accadde per la Massoneria quando, nel 1717, venne sancito il predominio della speculazione sull’Operatività. Per nostra fortuna, qualche Illuminato ha creato i Riti, i quali, seppure con modalità operative diverse, continuano a trasmetterci parte di quegli Strumenti e di quelle modalità operative necessarie alla realizzazione della Grande Opera. A questo punto, una serie di fattori esterni rende il nostro lavoro ancora più complicato. Mi riferisco alle diverse condizioni socio ambientali e culturali degli adepti, alla degenerescenza costante e progressiva della società, ed infine alla manipolazione cautelativa dei rituali, operata giusto per proteggerli da malintenzionati. Per quel che riguarda i primi due fattori, senza neppure andare troppo in profondità, possiamo osservare che anche la Chiesa, anzi le tre grandi religioni monoteistiche in generale, si trovano nelle stesse condizioni: preti che hanno scelto la politica anziché una missione salvifica, musulmani che mangiano carne di porco e si ubriacano durante il ramadam, ebrei che imprestano ad usura di sabato . . ., insomma, come dice don Baget-Bozzo, l’anticristo sta conducendo il suo attacco su tutti i fronti, e noi, quasi, non ce ne accorgiamo. Ma anche il rischio che la controiniziazione potesse insinuarsi nei nostri Templi in Massoneria deve sempre essere stato alto, al punto che riscontriamo frequentemente nei rituali la frase seguente: “Avvertite i Fratelli che non è più consentito passare dall’una all’altra Colonna nè è più consentito parlare di politica o di religione, perché tutto deve essere senno, benefizio e giubilo” Un richiamo all’Armonia di tale solenne portata è davvero incomprensibile, se non ve ne fossero stati gravi motivi di natura profana già due-tre secoli fa. Richiamo solenne, quasi un ammonimento dettato da fatti contingenti, ma la cui presenza, o la cui assenza, nulla aggiunge, e nulla toglie, al significato del Rituale. Mentre qualcuno, con scarso convincimento, sostiene che si tratti di un invito a “centrarsi” nel momento presente, pare che la maggior parte dei Fratelli l’accetti così, “per fede”, senza chiedersi se la spiegazione sia un po’ stiracchiata; forse, quegli stessi Fratelli non si stupirebbero se in chiesa il sacerdote invitasse i fedeli a prepararsi alla Consacrazione, dicendo “adesso levate i piedi da sopra i banchi, sputate la gomma e spegnete le sigarette, perché, ora, cominciamo a fare le cose sul serio …”. Nel 1785 venne pubblicato a Venezia, dall’editore Leonardo Bassaglia, un libretto intitolato “Istituzioni, Riti e Cerimonie dell’Ordine dei Francs-Macons, ossian Liberi Muratori, colla descrizione e disegno in rame della loro Loggia” (Chi lo desiderasse, può trovarlo alla Biblioteca Marciana, è il volume numero 127.432). Quest’opera riporta accuratamente Rituali, Segni, Toccamenti, Marcia, Catechismo, Arredi del Tempio, Disposizione delle Luci, Iniziazioni, Elevazioni e quant’altro, precorrendo di un secolo e mezzo il libraccio di Leo Taxil, di cui tutti abbiamo notizia. Per quanto fossero stati accurati nelle descrizioni, né l’uno né l’altro sono stati, però, in grado di svelare il Segreto Massonico: nessuno può dare ciò che non possiede ! Fortunatamente i nostri fratelli del 1717 sono stati meno accurati e meno professionali di chi bruciò la biblioteca di Alessandria, con la conseguenza che così, oggi, non solo troviamo molte cose superflue, ma anche scopriamo che passi assenti in un Rituale, li troviamo in un altro, e viceversa. Nessun atto deve essere compiuto a caso, nessuna parola deve essere considerata un modo di dire, tutto deve essere giusto e perfetto per trasmettere le modalità di cogliere il segreto. Indispensabili modalità celate nella simbologia costruttiva del Tempio, nella Deambulazione, nella Squadratura, nella corretta successione delle Operazioni Rituali, nel modo di comporre il Passo, il Segno, l’Ordine, nei Simboli perché possano creare, con la loro forma d’onda la vibrazione essenziale, quelli Fissi sempre presenti nel Tempio e quelli Mobili, che si concretizzano nell’accensione dei Lumi e dei Fuochi delle Colonne, nella posizione delle Colonnine, nel tracciamento del Quadro, negli atti delle Luci, degli Ufficiali, dei Fratelli, modalità, cioè, costituite dal – e nel – flusso della Parola e del Pensiero, dalla – e nella – Volitività e dalla – e nella – Azione Energetica che ogni Pietra Vivente nel Tempio apporta per costituire l’Officina. Qualunque soggettista, alla ricerca di uno scoop nel mondo massonico, con il semplice ausilio di attitudini e strumenti culturali alla portata di tutti, potrebbe costruire un corretto rituale. Ed esso, paradossalmente, potrebbe anche essere efficace, anche se redatto da un profano, perché il Segreto, inesprimibile ed ineffabile, non è impresso sulla carta stampata, ma in un altro Luogo, che solo durante i Lavori ci viene svelato. Ho detto. Fr.·. A.B |
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