A ricordo di Giulia Nicotra
Giulia Nicotra, la diciottenne figlia del Fratello Antonio Nicotra, ha lasciato questa terra dopo lunghe sofferenze.
E con commozione che pubblichiamo alcuni suoi pensieri dai quali traspare la sua profonda sensibilità e il suo amore per la vita.
RIFLESSIONE
London 18-1-88
A volte mi stupisce la mia capacità d’amare…
Amo tutti molto e tutti allo stesso modo: non credo ci sia qualcuno che amo meno o più di altri.
La mia scorta d’amore aumenta ogni qualvolta incontro persone, così che io riesca ad amare proprio tutti quanti.
Non c’è persona che potrei definire antipatica o odiosa. Però tendo a definirmi egoista quando mi accorgo che ciò che faccio per gli altri, spesso, lo faccio più per piacere mio; le gentilezze di cui copro chi amo arrecano una grossissima felicità a me: non importa se non vengo ricambiata (so che spesso, soprattutto i ragazzi, non ci pensano), la mia gioia sta nel fare felice le persone a cui tengo.
GUARDANDO IL TRAMONTO
Guardando il tramonto e dondolandomi sull’altalena scopro come ciò che vedo mi piaccia:
il cielo sfumato di un arancione che accieca pare una pennellata di colore appena accennata su di una distesa infinita di azzurro:
del sole
non si vedono altro che i rari guizzi di raggi giocosi da dietro le montagne, raggi che appaiono e scompaiono velocemente, destando in me una crescente curiosità di conoscere il luogo
ove abitualmente si nascondono e l’istinto di raggiungerli per danzare
circondata da mille luci che paiono riflessi di cristalli. Ma quando scende la sera
e l’ultimo guizzo di luce si è perso nel nulla, quasi fosse stato pura immaginazione, l’altalena cigolando sempre più lentamente, si ferma ed io
scendo andandomene via, voltando le spalle a quello che poco prima fu il palcoscenico di una scena meravigliosa, perdendomi nel buio come quell’ultimo guizzo di sole quasi fossi pur io un’immaginazione.
Ottobre 1986