IN SENO ALLA DIVISIONE DEL LAVORO UNA SOCIETA’ PARTICOLARE NON PUO’ AVERE ALCUN COMPITO – FICHTE

In seno alla divisione del lavoro una società particolare non può avere alcun compito

Ritorniamo ora, seguendo queste premesse, alla Frammassoneria, per non staccarcene più, costruiamovi sopra alcune durevoli conseguenze.

La Massoneria invero non può proporsi nessuno degli scopi, a cui si dedica già notoriamente apertamente qualcuna delle classi, degli indirizzi e ordinamenti esistenti nella società umana; essa non può voler attraversare la strada, né procedere accanto ad alcun’altra associazione: poiché in tal caso essa sarebbe superflua, in quanto volesse fare già quel che già accade senza di essa. Né potrebbe addurre a propria scusa il fatto che la pubblica istituzione, di cui volesse mettersi a fianco e adottare lo scopo, fosse manchevole e difettosa. È cosa di mera usurpazione il voler far meglio in via di occupazione secondaria ciò che altri non possono far meglio come loro occupazione principale; è una pazzia il pronunciare sentenza di condanna sopra istituzioni, che forse si conoscono soltanto secondo il loro aspetto esteriore, e non secondo le inevitabili difficoltà che esse trovano nell’oggetto della loro attività. Ciascuna di queste istituzioni in seno allo stato porta in se stessa il germe del miglioramento e tende alla perfezione: per la Massoneria può solo presentarsi, in generale, il problema, se vi è un’istituzione per un certo scopo, c non come essa vi soddisfa; poiché di ciò altri hanno a curarsi. Se essa volesse attivamente invadere un piano d’azione estraneo, non farebbe che diffondere il disordine, e in pari tempo disturberebbe e devierebbe la sua attuazione: sarebbe anzi sommamente nociva, in quanto dovrebbe oltre tutto far ciò in segreto, poiché pubblicamente non si conosce alcun singolo ramo dell’incivilimento umano ch’ella potesse intraprendere.

L’uomo savio e virtuoso non potrebbe sostenere una tal società, qualora essa volesse occuparsi di questioni ecclesiastiche o politiche, filosofiche erudite o commerciali: egli dovrebbe anzi, una volta conosciuta la sua esistenza perturbatrice, giudicarla a fondo. E non occorrerebbe altra maggiore fatica che di farla conoscere; poiché è supremo interesse dell’intera società umana e di ciascun suo ramo, dello stato, della Chiesa, del pubblico dotto c commerciante, di annientare una tale associazione, tosto ché essa venga conosciuta.

Così resterebbe interamente c incondizionatamente escluso dalla Massoneria ogni scopo di cui già si occupi una qualche classe sociale; e sarebbe egualmente pazzesco  e ridicolo che i suoi membri si occupassero in segreto di fare buone scarpe, che di riformare nel tutto o nelle parti lo stato. Ogni Massone, che volesse negare ciò, porrebbe in non cale non solo il suo buon volere e la sua intelligenza massonica, mail suo stesso buon senso.

Maun qualche scopo essa deve però averlo: altrimenti sarebbe un vano, vuoto scherzo,  l’uomo savio e virtuoso tanto poco potrebbe occuparsene, quanto se essa si proponesse il suddetto scopo dannoso.

Ma questo può essere solo uno scopo di tal genere, che la maggiore società umana non abbia per esso alcuna speciale istituzione; uno scopo per cui ella, giusta la natura dello scopo stesso e quella della società, non possa avere alcuna speciale istituzione.

Poiché se la società potesse avere una tale istituzione, all’uomo savio e virtuoso meglio converrebbe accogliere questa istituzione in seno della grande società e farmela anzi scaturire, piuttosto che voler promuovere il suo fine mediante una separazione da questa società. La natura della grande società e dello scopo pertinente alla sua cerchia esigerebbe incondizionatamente che egli richiamasse attenzione dello stato sopra questo ramo sin qui dimenticato, e quasi non si riesce a concepire come, della sua attività; allo stato egli dovrebbe poi, e di nuovo incondizionatamente, lasciar piena libertà di pensare o no alle istituzioni corrispondenti; in nessun caso potrebbe egli segregarsi con una società per dedicarsi attivamente a questo scopo, perché egli non è fatto, assolutamente, per questa forma di attività.

Si domanda ora se può darsi un siffatto scopo, razionale e buono, per il quale la maggiore società non possa, giusta la sua natura, avere alcuna istituzione particolare, e quale sia questo scopo: l’unico scopo possibile della Massoneria (considerata nel suo puro aspetto di società «separata») sarebbe così trovato.

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