I tre punti nei lavori rituali
di Francesco Indraccolo
“Chi siamo, donde veniamo, dove andiamo”?
Questa è la triplice problematica che la Libera Universale Muratoria indirizza a risolvere, avvalendosi di riti, allegorie, emblemi e simboli, che sono dei supporti adatti a facilitare la meditazione oltre che le capacità logiche e analogiche dei FF. che vogliano, ieri come oggi, obbedire veramente all’imperativo scolpito sul frontone del Tempio di Delfo: “Conosci te stesso… e conoscerai Dio’’.
Poiché esiste una precisa corrispondenza tra il Tempio massonico e il cosmo e l’Uomo, la speculazione e la concentrazione sulle fasi del rituale e sui simboli muratori offrono delle chiavi per comprendere l’Universo – il cosiddetto “Quaternario’’ – e per scendere nella ‘‘secreta camera de lo core” o per penetrare nella “Camera di mezzo”. In particolare, il rituale dei primi tre gradi della Massoneria, detti anche azzurri o simbolici, consente di concentrarsi:
a) nel punto geografico noto ai soli Figli della Vedova in Camera di Apprendista;
b) nel punto geometrico nel grado di Compagno;
c) nel punto geodetico nella Camera di mezzo.
A ciò si arriva procedendo materialmente alla rettangolazione del Tempio, marciando in senso orario – ossia nel senso del moto apparente del sole, ma contrario alla sequenza naturale degli elementi Terra, Aria, Acqua e Fuoco (che costituiscono le 4 prove a cui è sottoposto il neofito) – e compiendo un percorso interiore centripeto simbolizzante l’abbandono dei metalli (ossia delle preoccupazioni e delle angosce profane) e il progressivo spersonalizzarsi per raggiungere il nucleo aureo o igneo che alberga dentro di noi. Ma vediamo cosa significhino questi tre punti e le scienze a cui fanno riferimento:
a) il.punto geografico della Camera di Apprendista ha evidentemente una prima rispondenza fisica o tellurica; esso serve a capire dove siamo e, quindi, “chi siamo perché ci fornisce le coordinate spaziali e temporali di un luogo preciso (p.es.: Via Lattea, Sistema solare, pianeta Terra, anno dell’Era volgare e nome della Valle e della Loggia in cui si lavora al centro degli assi di intersezione Est-Ovest e Nord-Sud, dati rispettivamente dal M.V. – I° Sorv. e dalla Colonna di Settentrione – 2° Sorv.). Questo punto geografico, poi, in senso simbolico (dato che “terra” e “pietra”
rappresentano l’uomo) mi farà capire dove sono e chi sono, o meglio in quale essere vivente è andata a capitare quella scintilla di vita, parte della Vita Unica Manifestata, che mi anima. E’ chiaro che, solo dopo aver preso coscienza di questi dati, l’Apprendista Libero Muratore potrà compiere l’opera di sgrossatura della propria pietra sotto la guida e la protezione del I° Sorvegliante il cui gioiello è il filo a piombo o archipenzolo che, non certo a caso, indica sempre il centro della Terra.
b) Passando al punto geometrico della Camera di Compagno, va rilevato che la Geometria è la scienza che si occupa dei punti e delle figure da essi generate, ossia è una scienza che studia i rapporti e le misure dei vari punti “geometrici”; fuor di metafora, il punto geo-metrico è il centro della Loggia in cui si punta il compasso per tracciare cerchi sempre più ampi, rappresenta altresì l’uomo in rapporto ai propri simili e in particolare agli altri FF. verso i quali occorre avere una disposizione interiore centrale, cardiaca, ricettiva, affinché – procedendo in comune nell’opera di levigatura – si giunga alla perfetta pietra cubica che possa giustapporsi accanto alle altre pietre cubiche.
Il Lavoro del Compagno è perciò in uno stato animico-ricettivo che permette di agire orizzontalmente (facendo allusione al gioiello del I° Sorvegliante che è la livella) e di percepire gli altri FF., conoscendosi attraverso tutta la serie di rapporti geometrici di cui si è capaci per essere poi adoperati attivamente nella costruzione del Tempio. È chiaro che di quest’ultimo si può parlare in almeno due eccezioni: l’Uomo-Tempio e l’Umanità-Tempio che occorre edificare alla gloria del G.A.D.U.
c) Per il punto geodetico, che in chiave cosmica o in chiave umana è ineffabile e incomunicabile, va fatto riferimento alla Geodesia, o scienza che studia la forma e le dimensioni relative della Terra, ma anche al concetto di “geoide” e a quello di’ “geode”; quest’ultimo, termine del linguaggio mineralogico, allude alla “cavità tondeggiante di una roccia con le pareti tappezzate di cristalli in genere di un solo minerale”. In termini muratori, occorre trovare il centro di quel perfetto cristallo che è la pietra cubica, proiettandolo verso l’alto per la costruzione della pietra cubica a punta, capolavoro del Maestro Libero Muratore, che si compie sotto la guida del M.V. nel cui gioiello (quadra a braccia ineguali) è raffigurato l’incontro della verticalità con la orizzontalità.
(Hiram n° 3 1984)