Insediamento
Fratelli carissimi,
Eccomi, per il terzo anno consecutivo, qui chiamato dalla fiducia dei Fratelli Maestri ad assicurare la continuità storica e la legittimità muratoria della Loggia.
Tutti noi sappiamo che lo scopo della Libera Muratoria è spirituale e consiste nella conservazione e nella trasmissione ininterrotta di quella Tradizione sapienziale formatasi gradualmente nelle Logge operative dell’Alto Medioevo.
Chi viene iniziato alla conoscenza di questa Tradizione sarà per il resto della sua vita diverso e migliore. La consegna dei metalli, cui il neofita è indotto nella cerimonia d’iniziazione, non sarà più soltanto un atto formale, ma diverrà sostanza di vita, diverrà rinuncia cosciente alle vanità, diverrà accettazione consapevole del ruolo di Costruttore del Tempio che, attraverso l’illuminazione di sé stesso, persegue il miglioramento dell’Umanità.
L’Iniziato saprà operare con spirito di servizio al fine di costruire, mattone su mattone, una umanità di individui liberi e tolleranti, consci della propria dignità, ma nel contempo rispettosi della dignità altrui.
Questo immenso deposito di principi etici è affidato al Venerabile; non importa ritualmente se, per avventura, egli sia personalmente inadatto o impari al proprio compito, a lui, designato dalla fiducia della Camera di Mezzo, è affidato il compito di assicurare la trasmissione ininterrotta della Tradizione Muratoria, che deve conservare e affidare integra al suo successore.
Non è quindi senza una ben precisa ragione simbolica che nella Massoneria anglosassone l’insediamento del nuovo Venerabile è considerato come una nuova iniziazione, celebrata davanti ai soli Ex Maestri Venerabili, ai quali il nuovo Maestro presta solenne promessa di conservare, tutelare e difendere la Tradizione, quali che possano essere gli eventi della storia o gli stessi voti della Loggia, la quale è sovrana, ma non fino al punto di poter modificare i Landmarks, al di fuori dei quali non vi è Massoneria.
Su questi principi solenni, che costituiscono un impegno che assumo in piena coscienza, credo di poter ottenere ancora il consenso e la collaborazione di tutti voi.
Rammentate però, Fratelli miei, che nessuno può sperare che il Lavoro dell’Officina sia proficuo se crede di poterne attribuire il peso al solo Maestro Venerabile: questi può c deve, insieme ai Dignitari, tracciarne il disegno architettonico, ma la costruzione del Tempio è un lavoro collettivo dove Apprendisti, Compagni e Maestri, ognuno secondo la propria capacità, devono partecipare sovrapponendo mattone su mattone, pietra su pietra.
Nella misura in cui, chiamando a raccolta anche coloro ai quali la stanchezza ha rallentato l’operatività, sapremo tutti insieme rafforzare 10 spirito di fratellanza, nella misura in cui sapremo lavorare in operosa e feconda concordia di spiriti ed in armonia di intenti, in pari misura ci sarà consentito di trasmettere a chi ci succederà, su questo scranno e fra queste colonne, una Loggia sempre più robusta nel numero di Fratelli, una Loggia sempre più disposta a dedicare i suoi sforzi ed il suo lavoro al bene ed al progresso dell’Umanità.
TAVOLA DEL FR .’.G. Bitt