MASSONERIA E SOCIASLISMO

Dalla

Massoneria operativae Socialismo

Dopo l’insurrezione di Parigi del luglio 1830, gli accordi tra la nobiltà moderata e la borghesia liberale consentirono l’avvento al trono di Luigi Filippo d’Orléans in sostituzione di Carlo X, successore di Luigi XVIII. Lo sviluppo economico francese sotto la monarchia di Luigi Filippo alimentò le tensioni sociali, che sboccarono in varie rivolte sanguinosamente represse. I conseguenti sviluppo e diffusione del Socialismo riaccesero i timori nei confronti di ogni forma di aggregazione più o meno segreta, coinvolgendo anche la Massoneria che pure, dopo essersi troppo esposta con Napoleone e averne pagato le conseguenze, si teneva rigorosamente al di fuori del dibattito politico.

La rivolta popolare del luglio 1830 a Parigi. Durante il regno di Luigi Filippo la Massoneria francese, travagliata dalle dispute tra Grande Oriente e Supremo Consiglio, si occupò più che altro di problemi interni, astenendosi dal prendere qualsiasi posizione in ambito politico o sociale. Nonostante vari tentativi (1835 e 1841) fu tuttavia impossibile giungere all’unificazione dei Riti. In seguito ai rivolgimenti politici del 1848 sette logge si staccarono dal Supremo Consiglio per costituire la Grande Loggia Nazionale di Francia che, non riconosciuta in patria, riuscì tuttavia ad allacciare relazioni con la Massoneria straniera, prima di essere dichiarata sciolta dalla polizia nel gennaio del 1851.

In effetti, se è vero che il termine ‘Socialismo’ fu modernamente utilizzato per la prima volta nel 1830 dal saintsimonista P. Leroux, membro della Loggia ‘Diritti dell’Uomo’ di Grasse, si possono cogliere dei collegamenti soltanto tra la Massoneria e il cosiddetto Socialismo utopistico, in particolare con le formule proposte appunto da Claude-Henry de Rouvroy, conte di Saint-Simon (1760-1825) e François M.C. Fourier (1772-1837), sulla base di un comune umanitarismo, in parte ispirato a princìpi cristiani. C’è chi sostiene che i due personaggi citati abbiano avuto una formazione massonica, ma dalla loro opera non emerge alcun interesse per il carattere iniziatico dell’Ordine, che Fourier giudica addirittura un’opportunità non debitamente sfruttata per una riforma sociale e morale della società.

La distanza tra Massoneria e Socialismo si fa comunque nettissima quando quest’ultimo, dal punto di vista operativo, riesumò la lezione di François-Noël Babeuf, che nel 1796 aveva cospirato per rovesciare il Direttorio e instaurare la ‘Repubblica degli Uguali’ e assunse, per opera soprattutto di Filippo Buonarroti (vedi il capitolo Italia: verso il Risorgimento) e di Louis-Auguste Blanqui (1805-1881), caratteristiche decisamente rivoluzionarie.

Ancora più antitetiche appaiono le posizioni dal punto di vista teorico quando si prendano in considerazione l’opera di P.-J. Proudhon (1809-1865), che pure fu iniziato alla Massoneria, ma soprattutto il cosiddetto ‘Socialismo scientifico’, come K. Marx (1818-1183) definì la dottrina politica da lui elaborata in collaborazione con E. Engels (1820-1895). Sono infatti del tutto fuori dai ‘confini’ massonici (vedi il capitolo L’orizzonte massonico ‘regolare’) l’affermazione di un primato dell’economia e l’identificazione dello specifico umano nell’attitudine produttiva, l’assunzione della lotta di classe come principio interpretativo della storia e l’ostilità per la religione.

Copertina del libro Cuore (1905) di Edmondo De Amicis. Questo scrittore ligure (1846-1908) realizzò nell’adesione tanto alla Massoneria quanto al Partito Socialista i suoi ideali umanitari e solidaristici, che espresse per altro anche nella sua narrativa per l’infanzia.

Ciò non ha impedito che singoli Massoni, in piena libertà di coscienza, abbiano militato nelle file di formazioni socialiste, essendo d’altra parte molto diversificato il volto da queste assunto nel tempo e nello spazio. Per quanto riguarda l’Italia si può ricordare a titolo di esempio la figura di Andrea Costa (1851-1910), Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia e 32° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, fondatore del Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna (1881) e primo socialista eletto deputato (1882) nella storia parlamentare del nostro Paese. Semmai, sono da ricordare le prese di posizione contrarie che, a partire dall’inizio del Novecento, gli organi socialisti ufficiali hanno variamente espresso nei confronti della Massoneria: perché le sue istanze umanitarie avrebbero eccessivamente ammorbidito la capacità combattiva del Partito (questa posizione fu espressa dalla corrente massimalista del Congresso di Ancona del 1914); perché presunti contatti con qualunque forma di società segreta avrebbero nuociuto all’immagine del Partito (Congresso di Palazzo Barberini del 1947); perché l’affiliazione di iscritti al Partito alla Massoneria avrebbe consentito a quest’ultima di esercitare pressioni sulla vita politica nazionale (posizione espressa dalla Federazione Socialista di Firenze nel 1970).

I militari controllano il palazzo presidenziale di Santiago dopo il colpo di stato che ha abbattuto il governo di Salvador Allende e che gli è costato la vita.

Caratteri del tutto diversi presentano invece i rapporti tra la Massoneria e il Socialismo nell’AMERICA LATINA, per la necessità di un fronte unico (non è casuale che vi abbia fatto e vi faccia parte anche la Chiesa cattolica locale) contro le ricorrenti iniziative dittatoriali e le forze economiche determinate a mantenere, nel cinico disprezzo dei più elementari diritti umani, drammatiche sperequazioni sociali. È stato così possibile a due personalità del mondo massonico latino-americano conseguire la massima carica politica dello Stato: si tratta di Lazaro Cardenas, presidente della Repubblica del Messico dal 1934 al 1940, promotore di una riforma agraria e della nazionalizzazione delle industrie petrolifere, e di Salvador Allende, regolarmente eletto presidente della Repubblica del Cile nel 1970 con l’appoggio delle forze socialiste, comuniste, radicali e cattoliche unite nella coalizione di Unidad Popular. Vittima del colpo di stato promosso da Pinochet nel 1973, Allende era il Venerabile della Loggia ‘Hiram n° 66’ di Santiago.

Differenze di metodo, prassi e scopi tra Socialismo e Massoneria

«… lo scopo attuale di un sodalizio qual è il vostro, dev’essere… di irradiare la verità e l’opera nelle masse, non di conservare un verbo chiuso, quasi privilegio degli adepti, da confidarsi fra convinti senza irradiazione al di fuori. Troppo ancora noi pigliamo, dove meno abbisogna, l’abito e il gesto dei cospiratori. Ora, le evoluzioni e le rivoluzioni economiche e morali (che è ciò a cui noi più particolarmente teniamo) non si fanno, come talvolta le politiche, per impulso e deliberazione di pochi segretamente affratellati ubbidienti a una parola d’ordine, fedeli a un cenno; nulla di stabile può ottenersi, in cotesta e sostanziale materia, che non sia voluto dai più o dai più forti (i quali non potrebbero mai essere pochi), che non sia per così dire il portato delle cose medesime, del grado di sviluppo obiettivo e subiettivo, materiale e morale, dei fatti sui quali si agisce e degli uomini che debbono agire, o quanto meno adattarsi ai nuovi e vagheggiati modi di azione e di vita. Anche le rivoluzioni politiche, oggi, per chi annette importanza a quella speculativameta, oggi che non abbiamo più stranieri sul collo, non potrebbero prepararsi alla chetichella, massonicamente, nel buio di private conventicole, senza pubblicità e senza eco.»

Filippo Turati a un gruppo di giovani militanti socialisti (1886)

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