La gratitudine e il ringraziamento:
loro fondamenti nell’ordine cosmico universale.
SOMMARIO:
Introduzione.
Effetti dell’iniziazione.
Perché la gratitudine.
Il cantico di Frate Sole.
Il ringraziamento nella tradizione ermetica.
L’atteggiamento dell’ingratitudine; suoi effetti.
Il ringraziamento nel Vecchio Testamento.
Il ringraziamento nelle Lettere di San Paolo.
Il ringraziamento di Chee Soo. Conclusione.
INTRODUZIONE
Nella sua visione del mondo, l’iniziato non può prescindere dalla presenza di Dio, dal momento che il suo bene più prezioso, l’iniziazione, proviene dallo Spirito, cioè da Dio stesso. L’iniziazione, che si è resa necessaria in seguito al decadimento progressivo dell’uomo durante il ciclo della manifestazione, viene trasmessa per mezzo di un numero indeterminato di tramiti che costituiscono gli anelli della catena iniziatica, alla cui origine, per ogni singola via, un fondatore, un profeta, un “polo”, il quale è un’emanazione diretta della divinità. Perché l’iniziazione conservi la sua efficacia, devono venire rispettate le regole di trasmissione, e la catena non deve aver subito interruzioni (il che darebbe origine, da quel momento in avanti ad una parodistica quanto inefficace pseudo iniziazione); per questo noi affermiamo che la Massoneria è l’ultima via iniziatica rimasta in Occidente, e che il Maestro Venerabile che rappresenta l’estremo anello di questa catena, quando effettua il rito dell’affiliazione (rito quindi, e non cerimonia) conferisce un’iniziazione autentica. (Circa la differenza fra “rito” e “cerimonia” si veda l’opera di René Guénon, “Considerazioni circa la via iniziatica”, capitolo “Riti e cerimonie”).
Il fondatore della via massonica è considerato, giustamente a mio avviso, il profeta Salomone, a cui la Massoneria deve la parte preponderante dei suoi rituali; anche se c’è chi mette in dubbio la storicità di questa filiazione, ciò non cambia la natura delle cose: quello che conta è l’efficacia del simbolismo, il suo contenuto dottrinale e le realtà spirituali che vi sono intrinsecamente collegate.
EFFETTI DELL ‘ftN11ZIAZIONE
Analogamente d un sassolino che cadendo nell’acqua provoca una serie indefinita di onde concentriche, così la discesa spirituale dell’iniziazione scuote la grezza e statica individualità del neofita, producendo una serie indefinita di ripercussioni che si trasmuteranno, se l’iniziazione diventerà via via effettiva, in altrettante prese di coscienza.
Prima fra tutte, il considerare la propria vita per quello che realmente è: un dono del cielo.
PERCHÉ LA GRATITUDNE
Per chi riconosce questa semplice ma profonda verità, ogni grazia ricevuta è un libero dono della divinità ed un segno della sua benevolenza, a cui non può non seguire un incondizionato senso di gratitudine.
Il ringraziamento che ne scaturirà quale puro e spontaneo moto dell’anima, fa parte dell ‘ordine logico e naturale delle cose, ed è necessario perché il meccanismo universale delle azioni e reazioni concordanti si svolga nella sua interezza, ritornando all’equilibrio originario di partenza (la prima fase, la grazia, è quella dell’azione benefica del Principio verso la manifestazione; la seconda, il ringraziamento, è quella di “ritorno” dalla manifestazione al Principio stesso) ciò fa anche sì, secondo l’insegnamento di alcuni santi dell’Oriente, che possa perdurare il flusso della grazia stessa.
IL “CANTICO Dl FRATE SOLE”
Esempio luminoso di questo atteggiamento proviene da uno spirituale eminente dei nostro Medio Evo, San Francesco d’Assisi, con il suo “Cantico delle creature”.
Con questo cantico ci troviamo di fronte ad un chiaro esempio di intuizione spirituale e di rara profondità contemplativa. Le realtà celesti si specchiano nell’anima di San Francesco come il sole o la luna in un puro e limpido specchio d’acqua, e vengono colte nella loro integrità e bellezza, espandendone il riverbero tutto all’intorno, in modo naturale, senza l’intervento della lente deformante della spuria individualità. Ne scaturisce una lode, culminante in un ringraziamento, che ascende dall’umile creatura al Creatore.
Penso sia il caso di riportare questa ode, del resto breve ed estremamente poetica, in modo che anche i Fratelli possano ricavarne argomenti di riflessione.
Laudato sie, mi Signore, con tutte le tue creature, spezialmente messer lo frate Sole, lo quale è iorno, e allumini noi per lui.
Ed ello è bello e radiante con grande splendore: de te, Altissimo, porta significazione.
Laudato si, mi Signore, per sora Luna e le Stelle: in cielo l’hai formate clarite e preziose e belle. Laudato si, mi Signore, per frate Vento, e per Aere e Nubilo e Sereno e onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento. Laudato si, mi Signore, per sora Aqua, la quale è molto utile e preziosa e casta. Laudato si, mi Signore, per frate Foco, per lo quale enn ‘allumini la nocte:
ed ello è bello e iocondo e robustoso e forte. Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sostenta e governa, e produce diversi fructi con coloriti fiori ed erba.
Laudato si mi Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore
e sostengono infirmitate e tribulazione.
Beati quelli che ‘ l sosterranno in pace,
ca da te, Altissimo, siranno incoronati.
Laudato si, mi Signore per sora nostra Morte corporale, da la quale nullo omo vivente po’ scampare. Guai a quelli che morranno ne le peccata mortali! Beati quelli che troverà ne le tue sanctissime voluntati, ca la morte seconda no li farrà male. Laudate e benedicite mi Signore e ringraziate e servìtelo cun grande umiltate.”
Taluni potrebbero osservare che esistono forme di spiritualità che poco o nulla hanno a che vedere con quella massonica. Se questo è vero da un punto di vista strettamente metodologico, non lo è più per quanto riguarda la “contemplazione” in se stessa. Infatti questa è essenzialmente “una” in qualsiasi forma tradizionale. Quello che può variare sono soltanto le tecniche di approccio. Ritengo necessaria questa precisazione perché nel citare San Francesco non intendo minimamente sottolineare la forma tradizionale che lo contraddistingue, ma solo evidenziare come un atteggiamento di contemplazione, di lode, di gratitudine e ringraziamento accomuni ed unisca tutti gli uomini spirituali.
Che una Loggia massonica al di là e al di sopra di ataviche opposizioni di rappresentanti exoterici accolga e riconosca validità al Cantico di San Francesco, mi sembra una tangibile e significativa espressione della Universalità e della Fratellanza che noi propugnamo.
IL RDJGRAZIAMENTO NELLA TRADIZIONE ERMETICA
L’importanza della lode e della gratitudine alla divinità, è riportata anche nella tradizione iniziatica dell’ermetismo (Corpus Hermeticum, capitolo “Sulla lode dell’essere supremo, elogio del Re”), dimostrando ulteriormente come tale atteggiamento sia lungi dall’essere prerogativa particolare dei mistici: ‘ . come il Sole, che nutre i germogli di tutte le piante, è il primo a raccogliere, sorgendo, le primizie dei frutti, servendosi per un tale raccolto dei suoi raggi come di immense mani… così anche noi che abbiamo avuto inizio dall’Essere Supremo, che abbiamo accolto l’emanazione della sua saggezza, di cui ci serviamo per queste piante oltre-celesti che sono le nostre anime, anche noi, dico, dobbiamo esercitarci a dirigere di nuovo le nostre lodi verso di Lui, e con queste Egli bagnerà per noi ogni germoglio.”
Si noti la frase “dobbiamo esercitarci a dirigere di nuovo le nostre lodi verso di Lui” in cui si esorta alla lode e la si indica niente meno che come tecnica iniziatica. Questa tecnica ha una funzione precisa: quella del ricordo di Dio (che viene raccomandato in tutte le tradizioni), attraverso il ringraziamento. Ne consegue la necessità di coltivare un atteggiamento di gratitudine verso Dio, ma anche verso gli uomini, perché: “Non ama Dio chi non ama gli uomini”, ed “è impossibile essere grati a Dio se non lo si è verso gli uomini”.
La perdita dell’atteggiamento della gratitudine verso questi ultimi comporta quindi il rischio di dimenticarsi anche di Dio.
L’ATTEGGIAMENTO DELL ‘INGRATITUDINE, SUOI EFFETTI.
Appare del resto evidente che chi coltiva un atteggiamento di ingratitudine, lo sarà sempre e comunque in ogni circostanza, né potrà aspettarsi l’aiuto divino, essendo ingrato verso il divino stesso! (Se così non fosse, ci si potrebbe chiedere per quale ragione, in virtù della infinita Misericordia divina, tutte le tradizioni del mondo insistano sul pentimento e sulla richiesta di perdono ..). Da una situazione di chiusura alla presenza divina, non potrà provenire nessuno, o quasi nessun beneficio per beneficio intendo esclusivamente di natura spirituale, l’unico che veramente conti.
Benefici di carattere contingente, per quanto appetiti dall’individualità, hanno un senso solo se rientrano e dipendono da questa prima condizione. In caso contrario, ovvero se perseguiti solo come fini a se stessi, è certo che saranno di effetto negativo, distogliendo l’essere da quello che è il suo vero Bene, il cammino verso la realizzazione).
IL RNGRAZIAMENTO NEL VECCHIO TESTAMENTO
Il ringraziamento alla divinità può assumere indefinite forme possibili di espressione, dall’orazione, alle odi, ai sacrifici, alle costruzioni sacre (il Tempio di Salomone, tra le cui colonne noi lavoriamo, non è forse una forma di ringraziamento alla divinità?). Nel Vecchio Testamento ne troviamo innumerevoli esempi. Tra tutti desidero citare il ringraziamento di re Davide, che dopo aver raccolto le offerte per la costruzione del Tempio a cui era destinato il futuro re, • Salomone, così disse: “Sii benedetto, Signore Dio di Israele, nostro Padre, ora e sempre … nella Tua mano c’è forza e potenza; dalla Tua mano ogni grandezza e potere. Per questo, nostro Dio, Ti ringraziamo e lodiamo il Tuo Nome glorioso. E chi sono io e chi è il mio popolo, per essere in grado di offrirti tutto questo spontaneamente? Ora tutto proviene da Te; noi, dopo averlo ricevuto dalla Tua mano, Te l’abbiamo ridato”.
IL RINGRAZIAMENTO NELLE LETTERE Dl SAN PAOLO
Anche le Lettere di San Paolo sono molto esplicite sull’argomento; così egli scrive ai Tessalonicesi (I A 5,18) “… rendete grazie per ogni cosa; ché questo è il volere di Dio per voi … , e nella 2A (1,3) “…dobbiamo sempre ringraziare Iddio per voi, fratelli, come è ben giusto, perché la vostra fede è in continuo mirabile sviluppo e s’accresce la carità di ciascuno di voi tutti verso gli altri” (non sembra di riconoscere in questo breve stralcio i dettami della fratellanza massonica?) e agli Efesini (5,2()) “rendete grazie e sempre e per tutte le cose nel nome del Signor nostro … a Dio Padre”.
RNGRAZIAMENTO Dl CHEE SOO.
Per non trascurare delle fonti a noi più vicine nel tempo, riporto una citazione di un taoista contemporaneo, Chee Soo che ci offre un bell’esempio di mentalità tradizionale (dal libro “La medicina Taoista”, edito da Xenia editore):
“La cura spirituale avviene alterando le abitudini alimentari in modo di avvicinarsi alla natura e quindi al Tao, allo Spirito Supremo. Ciò significa anche diventare più comprensivi, più consapevoli e più coscienti del lavoro dello Spirito
Supremo … e imparare a conformarsi alle leggi infinite che esso ha posto … . Significa dire preghiere di ringraziamento per tutto ciò che si è ottenuto, il cibo che si mangia, gli indumenti che si indossano, la macchina che si possiede, e ogni volta che si attraversa la strada senza incidenti o che si trova un parcheggio. Non è la fortuna che ci porta a casa sani e salvi ogni sera, ma è un dono dello Spirito Supremo. Diciamo dunque cento volte al giorno ‘grazie’ per tutti i doni che riceviamo”.
CONCLUSIONE
Questa citazione di Chee Soo mi riporta alla mente un vecchio detto massonico, talora trascurato: “Il lavoro del massone non si ferma mai”, che ci ricorda come il rapporto dell’iniziato con il Grande Architetto dell’Universo continui sia nel Tempio che fuori di esso.
Concludo rivolgendo, e non poteva essere diversamente, un ringraziamento, duplice e sentito.
Ringrazio il Fratello che con le sue osservazioni mi ha dato lo spunto per scolpire questa tavola dalla quale mi auguro che tutti i Fratelli possano ricavare utili argomenti di riflessione.
Ringrazio il Grande Architetto dell’Universo che me l’ha ispirata.
TAVOLA SCOLPITA DAL FR.’. E. My,