L’ARCHITETTURA NELL’ALTO MEDIOEVO

L’ARCHITETTURA NELL’ALTO MEDIOEVO

(ITALIA – FRANCIA – GERMANIA)

ALTO MEDIOEVO

Periodo storico compreso tra la seconda metà del 600 d. C. e gli inizi dell’anno 1000. Quattro secoli di diffusa depressione culturale di massa e di costante trasformazione sociale.

ALTO MEDIOEVO

Periodo storico che, per quanto concerne la Storia dell’Architettura, presenta ancora oggi delle non conoscenze notevoli e che solo negli ultimi decenni ha visto un repentino fiorire di nuove informazioni che si aggiungono alle conoscenze letterarie pervenuteci tramite le biblioteche dei conventi e tramite le informazioni trasmesseci dagli storici di corte dell ‘epoca.

Questa nuova realtà si sta delineando particolarmente per le architetture edificate tra la seconda metà del 700 e l’anno 1000, spazio di tempo in cui la Storia in Europa viene ad essere tracciata dalla famiglia carolingia prima e dalla famiglia degli Ottoni poi.

Le vicende vengono tracciate, oltre che dalla imperscrutabilità degli eventi, dalla presenza di grandi personalità politiche: da Pipino, Conte di Heristal, padre naturale di Carlo Magno (che morrà nell’814) a Ludovico il Pio, figlio superstite di Carlo Magno. Ludovico morrà nell ‘840.

Ed in epoca a noi più vicina, da Ottone I (morto nel 973) a Ottone II ed a Ottone III, che vive ormai una realtà speciale e politica nuova e si affaccia al di là dell’anno 1000.

Ebbene, il fatto che si sia riusciti a progredire nella conoscenza architettonica di questo periodo storico (e conseguentemente negli indotti della scultura e della pittura) è dovuto agli orrori ed alla stupidità della seconda guerra mondiale, con bombardamenti indiscriminati che hanno distrutto in gran numero chiese, abbazie, palazzi costruiti sopra le più antiche architetture medioevali – e quindi più recenti – e mettendo quindi in evidenza quanto è ancora rinvenibile di queste strutture più antiche.

È peraltro evidente come nella stragrande maggioranza dei casi, gli elementi architettonici che si stanno ritrovando non vengono recuperati in condizioni ottimali, anche perché – oltre alle recenti distruzioni – a partire dall ‘undicesimo secolo, a partire quindi dall ‘epoca romanica, le nuove architetture che vengono edificate non rispettano le architetture alto-medioevali cui si sovrappongono.

Gli edifici feudali che sorgono in Francia, in Germania, in Baviera, in Nord Italia ed in tutti i territori occupati dalle grandi famiglie feudatarie, a partire dalla famiglia carolingia di Heristal, sono invece ben sovente estremamente rispettose dei reperti delle classicità romane. Tra queste strutture, rispondenti a questi canoni, la più importante è il palazzo imperiale di Aquisgrana, che sorge in Germania per volontà del re franco Pipino, e si impianta per precisa scelta politica. e culturale sui resti dell ‘antica città romana preesistente distrutta verso il 370 d. C..

Il figlio di Pipino, Kerl Der GroB, ovvero Carlo Magno, così chiamato in quanto indubbiamente maschio – era alto circa 190 cm.- continuò la costruzione della reggia con lavori che si protrassero tra il 768 e 1’810. Il palazzo raggiunse la dimensione di 125 metri di lato e del medesimo resta oggi dell’epoca carolingia solo la Cappella Palatina, ed è inglobata nel Duomo di Aquisgrana, costruito successivamente. La Konigshalle, ovvero il cure del palazzo è stata distrutta e sostituita dal Municipio che conserva, al suo interno, la pianta complessiva del palazzo che si rifà integralmente nelle disposizioni degli archi, nelle pilastrature, nelle volte, agli esempi romani. Questo fatto avviene quindi ben prima del periodo romanico, che va circa dal 100 al 1200 d. C., e che, contrariamente alle informazioni correnti, favorisce il recupero dei reperti archeologici.

Nella struttura palatina viene usato come rivestimento il marmo bicromo a fasce contrapposte, anticipandosi di circa 300 anni il costume di usare marmi bicromi (verdi e bianchi) tipico dell’architetture romaniche toscane (Duomo di Pisa, ecc.).

Analizzando la pianta del palazzo di Aquisgrana e conoscendo i richiami letterari pervenutici dagli storici di corte dell’epoca, si coglie il carattere di Carlo, amante della classicità romana anche perché la conoscenza di quel sistema politico gli avrebbe dovuto permettere di creare il nuovo impero d’Occidente.

Nel palazzo esistevano locali adibiti a scuole di corte, poiché la cultura tende ad avere una maggiore diffusione ed a diffondersi anche al di fuori dei conventi e delle dimore dei potenti.

Tra i luoghi del palazzo preferiti da Carlo magno ricordiamo le camere (da letto) che egli amava visitare. Egli, oltre i suoi tre figli avuti dalla regina madre Ildegarda, ne ebbe, tra amiche ufficiali e concubine, una collezione. Di questi una ventina furono riconosciutile.

Amava peraltro nuotare nell’amplissima piscina termale la cui fonte era già stata usata dai Romani, secoli addietro; vi compiva bagni con la sua guardia del corpo che al completo consisteva di circa 100 persone e che aveva anche il compito di accompagnarlo nelle sue battute di caccia. Curate, ma non in maniera significativa, le cucine del palazzo – ricche di spiedi -, Carlo Magno tollerava il vino, ma non gli ubriachi che venivano allontanati dal palazzo.

Mentre si è oggi in grado di conoscere come si viveva nel palazzo imperiale di Aquisgrana e si è in grado di cogliere il carattere delle più grandi personalità che hanno controllato i sistemi politici, noi ancora non conosciamo a fondo la mentalità della popolazione dell ‘epoca. Sappiamo peraltro che le popolazioni già catechizzate continuavano a servirsi della magia e delle simbologie non cattoliche e ritornavano occultamente alle antiche abitudini religiose pagane nelle loro case boschive.

I simboli esoterici dell’epoca si conformano, si mescolano, si sovrappongono anch’essi ai simboli cristiani. Quanto si verifica per la simbologia così si verifica, nell’Alto Medioevo, con l’architettura che si modifica con gradualità recuperando la classicità romana, trasmettendo la conoscenza alle nuove generazioni, con le nuove esperienze. Ed anche allora sovente chi osservava, sia pur con rispetto, un disegno simbolico pagano o cristiano, sovente non sapeva da dove provenisse e che cosa rappresentasse, quale mistero, se mistero era, racchiudesse.

E trovando ad informare sulla Cappella Palatina di Aquisgrana, ricordo che questa viene inaugurata direttamente da Papa Leone III nell’805 e rappresenta architettonicamente il rapporto simbolico estremamente. valido che si è creato, tra il potere politico ed il potere papale, a partire dagli ultimi decenni del VII secolo e che con la sua inaugurazione raggiungerà la sua completezza.

È a partire quindi dal VII secolo che si impostano le esperienze che condurranno all’affermarsi, nell’XI secolo, dello stile architettonico romanico, da molti conosciuto erroneamente come lo stile che nasce nel periodo dei Liberi Comuni e delle Repubbliche Marinare.

È più preciso affermare che in un periodo “commerciale”, dopo l’anno 1000, gli edifici vengono costruiti grazie alle esperienze pregresse, generalizzandosi per la quasi totalità delle costruzioni, sia pure – a seconda delle diverse realtà geografiche europee con stili architettonici e scultorei diversi e nella diversità delle proporzioni.

Comunque il recupero delle esperienze classiche e la trasmissione delle esperienze cantieristiche prosegue in Europa anche dopo il tramonto della dinastia carolingia.

Alla morte di Ludovico il Pio, inizia la lotta tra i suoi quattro figli maschi avuti dalla regina Ermengarda e dalla seconda regine, Giuditta che conduce alla nascita del periodo feudale.

Con la battaglia di Fontaney, avvenuta tra i quattro principi il 28 giugno dell’841, è andata persa, a mio parere, la più grande occasione per raggiungere – dopo la caduta dell ‘Impero Romano – un sistema politico unitario in Europa.

Nasceranno invece i regni in Francia, in Germania, in Spagna e la non realtà unitaria italiana che tale resterà di fatto e di diritto fino al 1861, con tutte le conseguenze del caso che questo ritardo ha comportato nel nostro attuale presente.

Il periodo storico che intercorre tra quello che io definisco “la sconfitta europea di Fontanef’ e l’anno 1000 è classificato, da quasi tutti gli storici, come un periodo di crisi, con l’Europa percorsa da nuove invasioni, con sullo sfondo la ricorrenza delle carestie e delle pestilenze. Eppure è proprio nel X secolo che si assiste alla creazione di una classe dirigente di grande cultura, legata alla famiglia tedesca degli Ottoni, che trasmette al nuovo millennio, le conoscenze architettoniche carolingie, affinandole e sottilmente perfezionandole. In tale contesto le fondazioni monastiche consolidano la propria funzione economica e culturale e divengono dei veri “gruppi” che definirei (impropriamente) europei.

Primo fra tutti, l’ordine monastico cluniacense di cui ho fornito informazioni nelle mia precedente tavola.

D’altra parte gli unici in grado di opporsi, di ostacolare, ma non sempre di impedire le invasioni, sono solo le già menzionate componenti della famiglia degli Ottoni, che memori dell’incoronazione di Carlo Magno il 25 dicembre dell’anno 800, si fanno anch’essi, a cominciare da Ottone I, incoronare imperatori.

Il capolavoro dell ‘architettura ottoniana è la chiesa di San Michele a Hildesheim, iniziata, pare, attorno all’anno 978 sotto l’impero di Ottone III, allora fanciullo, con la committenza dell’arcivescovo Bernoardo, consigliere della di lui madre imperatrice-vedova Teofano, e precettore dello stesso Ottone III.

Se l’eredità cantieristica carolingia è evidente nell’impostazione della chiesa di San Michele, la coerenza e la precisione del progetto sono del tutto nuove. Infatti, i maestri architetti che hanno lavorato nel San Michele hanno utilizzato estesamente sistemi proporzionali geometrici e matematici nella definizione dell’edificio.

Semplificando il discorso, occorre che il cantiere venga impiantato con maggiore scientificità, particolarmente già dalle sue origini. Occorre una maggiore precisione a partire dal tracciamento topografico, sul terreno, una maggiore precisione ad individuare le altezze del fabbricato in corso d’opera.

Perché si è scoperto, e ciò ben prima del periodo rinascimentale (secolo XV), che le architetture classiche erano state edificate ripetendo gli schemi geometrici precisi e costanti e ripetitivi, alla ricerca di un metodico equilibrio architettonico, peraltro assolutamente non fantastico.

Si impiantarono per la costruzione di questa chiesa, e di altre ancora, officine metallurgiche che raggiunsero un livello altissimo, tecnologico ed artistico, in gado di lavorare il ferro, il bronzo ed i metalli preziosi.

Le conoscenze acquisite in quell’epoca, alla corte del fanciullo Ottone III, delle opere matematiche e musicali di Beozio, filosofo romano, e degli scritti di Vitruvio dovevano essere tradotte pragmaticamente nella pratica architettura, dalla vita di corte, alla vita di tutti. Questo si pensava alla fine dell’Alto Medioevo e certamente oggi, dopo 1000 anni, non lo si pensa “ancora”.

Nella chiesa di Hildesheim si comincia peraltro a lavorare con più grande attenzione la pietra levigata, che necessita quindi maggiore preparazione delle maestranze, per il taglio e per la lavorazione anche scultorea.

Particolarmente curati sono i capitelli, essenziali nella loro volumetria, privi di decorazioni scultoree, si presentano con sezione di base quadrata, ottenuti dall ‘unione perfetta di un cubo posto al di sopra di una semisfera: unione perfetta di solidi geometrici composti da pietra levigata con utensili d’avanguardia tecnologica. Livella, attrezzatura composita di cantiere, squadre e compassi, indispensabili utensili per la risoluzione architettonica di formule matematiche e geometriche all’interno dell’opera cantieristica.

Anche la volumetria esterna dei prospetti della chiesa si presenta come un cristallino incastro di solidi geometrici, definita da murature lisce e compatte, squadrate e precise, ben più che le architetture di epoca franca, espressione di una realizzazione abbreviata e sintetica di timbro umanistico pre-rinascimentale.

In epoca ottoniana si è andata delineando, nel cantiere edilizio, quella gerarchia di lavoro che si generalizzerà, dopo alcuni decenni, nei più importanti cantieri romanici, particolarmente nelle imprese di mestiere laiche che erano operative, a volte a livello regionale, a volte a livello europeo.

A partire dall’epoca ottoniana assumono quindi nuova importanza gli operai specializzati, assunti regolarmente ed utilizzati per lavorare superfici sempre più grandi di pietra levigata o lavorata con decorazioni.

Sono i compagni muratori e con loro lavorano gli apprendisti, che non fanno parte di diritto dell’impresa, anche se di fatto lavorano la pietra grezza, ovvero fanno il lavoro di manovalanza consistente nel colmare i muri portanti, legandoli con malta cementizia e spaccando grossolanamente i sassi alluvionali onde colmare le fondazioni.

Lavoro indispensabile, ma grossolano, che non portava loro di fatto alcuna paga costante, se non il vitto e l’alloggio, in attesa di sapere, dopo sette anni di apprendistato, se avrebbero raggiunto il loro scopo: quello di essere finalmente strutturati all’interno dell’impresa, di divenire quindi finalmente compagni regolarmente retribuiti ed assunti, pronti ad ubbidire al maestro architetto (che in genere era congiuntamente il progettista e il direttore dei lavori) ed ai suoi – pochi di numero – maestri architetti.

La maggior parte degli apprendisti che superava la prova si fermava al grado di compagno, in quanto, per evidenti necessità di cantiere, il numero dei maestri non poteva essere elevato contingentemente.

Esistono quindi per sicura documentazione nella biblioteca capitolare rinvenuta nel duomo di Modena, nella “Relazione relativa alla traslazione del corpo di San Giminiano” solo due ordini riconosciuti nell ‘impresa edilizia romanica che ha costruito il duomo: gli OPERARI ET ATIFICES (ovvero i compagni ed i maestri) che vestivano appositi paludamenti di colore, di colore tendenzialmente verde i primi, rosso i secondi, onde essere anche riconoscibili nel lavoro di cantiere, alla distanza.

L’architetto Lanfranco, progettista e direttore dei lavori del cantiere del duomo di Modena, è riprodotto mentre dà disposizioni impugnando, con la mano destra, un maglio (probabilmente nello stesso tempo strumento utile alla misurazione e simbolo di comando) ed indicando, con la mano sinistra, ai lavoranti il lavoro da compiersi.

ALTO MEDIOEVO

Periodo che prepara politicamente il nostro presente storico; a mille anni di distanza, senza che ce ne avvediamo, è ancora presente il suo influsso.

Nei 46 anni del regno di Carlo sono strati costruiti, in Europa e per suo volere, settantacinque palazzi, sette cattedrali e duecento trentadue monasteri. Con gli imperatori ottoniani assistiamo al fenomeno della rinascenza ottoniana ed a nuove iniziative di estremo significato anche nel campo architettonico. Peraltro Rodolfo il Glabro, estensore per anni del diario storico dell ‘ordine cluniacense, saluta il dischiudersi del nuovo millennio dicendo: “allora il mondo scosse la polvere delle sue vecchie vesti e la terra si coprì di un candido manto di chiese”, richiamando cioè l’attività edilizia condotta dal suo ordine religioso negli anni dell ‘undicesimo secolo.

Lo stile romanico, che si origina dopo l’anno 1000, è uno stile così diffuso in tutta l’Europa, è così presente contemporaneamente in diverse località che non può avere una struttura architettonica nuova, in quanto è architettura europea che nasce dalle esperienze architettoniche precedenti, rispondente alle nuove necessità sociali ed economiche che si vanno affermando.

Nel nostro attuale presente, mille anni appresso, tutti noi – io penso – ci poniamo degli interrogativi, come singoli individui o come facenti parte di Istituzioni, rifacendoci a quanto hanno fatto i nostri antenati, a quanto abbiamo fatto e stiamo facendo noi, a quanto sia, in una realtà mondializzata, possibile programmare.

TAVOLA DEL GR.’. V. Pssn, della R.•.L:. M. Ausonia no Il all’Oriente di Torino,

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *