DIRITTO DI SCELTA

DIRITTO DI SCELTA

Nasciamo senza averlo chiesto, moriamo desiderando di continuare a vivere e talvolta continuiamo a vivere pur desiderando di morire.

Con il Cristianesimo si impose l’obbligo, sulla base di una verità di ordine metafisico. Oggi ha un carattere sociale, avendo la sublimazione della sofferenza perso ogni giustificazione religiosa, sostituita solo da quella sorta di ottimismo pressoché obbligatorio della società dei consumi e da quella cosa, vaga, definita progresso.

Questo spiega perché oggi la parola più temuta, quasi impronunziabile, certamente rimossa dai più, è : suicidio.

I medici, questi detentori di un sapere, e pertanto di un potere, di un patrimonio di conoscenze tecniche di cui sono detentori esclusivi, forse tacitamente, senza clamore e senza alcuna pubblicità, forse già fanno quello che un medico fiorentino ha fatto, cioè ha “aiutato” una persona che glielo chiedeva, a morire dolcemente. Mettendo così molti di fronte ad uno scandalo che non giusto più, almeno per noi, sottacere!

Per i profani, nominarlo, costringere a pensarci è un oltraggio che la nostra società può a mala pena tollerare: caso mai, se si deve fare, che lo si faccia, ma almeno non se ne parli poiché ciò di cui si tace “tanquam non esset”.

Le volontà di vita sono così forti che alcuni, giunti a livelli di sofferenza tali che la mente umana non riesce neppure ad immaginare od a stati di malattia chiaramente finali, si illudono di avere ancora speranza e respingono l’idea della propria morte.

Costoro, che forse rappresentano la maggioranza, hanno tutti i diritti di essere assistiti e sostenuti, pur nell’ingannevole speranza.

Molte altre persone, tuttavia, chiedono disperatamente, reiteratamente e lucidamente la morte: perché negare, a costoro, questo diritto in nome di un patto sociale da loro certamente mai sottoscritto, né riconosciuto?

Penso che la medicina sia diventata un “qualche cosa” di svincolato dal suo fine primitivo, che trova la sua giustificazione dell’esercizio di una sua volontà di potenza.

Trascuriamo gli aspetti economici, che pure hanno in questo momento storico una rilevanza niente affatto secondaria, e guardiamo quale possa essere il suo obbiettivo sul piamo ideologico: sembra voler costringere l’individuo ad una ulteriore, terribile sofferenza anche se, secondo la legge della natura, oramai avrebbe già dovuto cessare di soffrire. Sovente ridotto ad un insieme di sofferenze e di dolore, spogliato di quello che ha di più sacro: la propria dignità.

Insomma, il prolungamento della vita porta a sofferenze che la natura, di per sé né buona né cattiva, nella sua indifferenza verso il singolo e nella tutela verso la specie, non ha previsto. L’uomo insomma viene cosi sottoposto a torture brutali e senza scopo senza alcuna giustificazione, neppure metafisica.

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Mi domando come possa la Chiesa cattolica, ormai lontana da un contenuto spirituale, ma divenuta una specie di centro di assistenza verso i popoli del Terzo Mondo, opporsi alla morte voluta. In nome di che cosa?

Credo che la morte voluta, e concessa, al malato senza più né speranza. né forza per sopportare il male sia solo un aspetto del problema. Si può desiderare la morte per sottrarsi al degrado psicofisico, giocando d’anticipo.

La vita è l’attesa della morte, è una sorta di debito che contraiamo nel momento stesso in cui nasciamo: possiamo pagare a rate, morendo un po’ tutti i giorni, oppure dovrebbe esserci concesso di pagare tutto subito, in contanti. Ma si può voler morire anche solo perché la vita per noi non ha più senso alcuno.

Insomma, deve essere riconosciuto a ciascuno di noi un diritto inalienabile, sulla base della dignità stessa della di essere un uomo libero: quello di poter decidere, in ogni istante della propria vita, se vivere o no.

E sento che, se così fosse, il significato stesso della nostra vita diventerebbe infinitamente più intenso.

Nell’antichità l’etica era tutta altra cosa dall’attuale: l’immagine del vecchio saggio che dolcemente si spegneva nel bagno caldo, in compagnia degli amici fidati, con il medico che gli rallentava il flusso del sangue man mano che la discussione procedeva, oggi non è più possibile.

TAVOLA  DEL  FR.’. A. Bgg,

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