MUSICHE RITUALI

MUSICHE RITUALI

Maestro Venerabile, Fratelli carissimi,

la rapida diffusione della Massoneria in Francia, a partire dal 1730, fu accentuata dall’atteggiamento illuministico dell’epoca e dalle tendenze umanitarie dell’Istituzione.

Dopo le dure vicissitudini sofferte durante il regno di Luigi XV, la Massoneria aveva a poco a poco acquistato, già dall’avvento di Luigi XVI, una situazione di stabilità. Le Logge erano frequentate dai più brillanti rappresentanti del secolo dei Lumi; saggi, pensatori, scrittori, artisti, borghesi, militari di ogni rango, funzionari ed ufficiali reali, aristocratici ed ecclesiastici, vi si incontravano su un piano di assoluta uguaglianza.

L’ Orient de la Cour, a Versailles, aveva avuto una Loggia fin dal 1746; col nome di Loge de la Chambre du Roy, essa raggruppava numerosi funzionari di palazzo, valletti di camera, paggi, parecchi ufficiali e commessi dei ministeri e, soprattutto, musicisti e cantori della Cappella.

Sembra che essa sia scomparsa verso il 1756, senza che si conoscano bene le ragioni della sua decadenza. Nel 1775, la Loggia Militare Des Trois Frères Unis aveva riacceso la fiaccola cercando di riunire l’antico pie-di-lista della Loggia de la Chambre du Roy, rafforzandolo con ufficiali della Guardia Reale e principi; né il re, né i principi suoi fratelli, che pure le avevano esplicitamente accordato il loro patrocinio, risulta vi abbiano aderito.

Nel 1780-1782 ci furono due gemmazioni che portarono alla fondazione delle Logge Le Patriotisme e La Concorde. La Loggia Le Patriotisme, che ci interessa qui in modo particolare per le sue attività musicali, aveva ben presto contato diverse centinaia di membri, e tra questi una quarantina di musicisti e cantori della Cappella, dell’Orchestra del re e delle fanfare reggimentali; vale a dire che aveva ampiamente modo di sostenere le proprie tornate con esecuzioni musicali.

Il Fratello François Giroust, all’epoca in cui chiese di essere iniziato presso la Loggia Le Patriotisme, era sovrintendente dell’Orchestra del re. Conosciuto per le numerose composizioni di musica religiosa, egli ha lasciato anche una produzione massonica importante, vale a dire una ventina di opere. Depositati presso la biblioteca del Conservatorio, i manoscritti venivano prestati ai responsabili delle Logge che desideravano utilizzarli, col risultato che tutte le composizioni sono andate perdute, ad eccezione di una che, paradossalmente, ha beneficiato di un errore di classificazione.

Il Rituale massonico funebre, sottotitolato Il Diluvio, fu scritto dal Fratello Giroust nel 1784 per una cerimonia solenne della Loggia in memoria di un Fratello passato all’Oriente Eterno, la cui personalità è rimasta sconosciuta. Il testo, che segue senza notevole modificazione il cerimoniale delle tenute funebri, fu messo in versi dal poeta Félix Nogaret, Maestro Venerabile della stessa Loggia. È qui importante notare che questa opera è l’unica, di tutta la storia della musica e della Massoneria, ad illustrare in modo esplicito una cerimonia massonica integrale.

L’orchestra entra ripetendo con un rullo di timpani i tre colpi di maglietto dei Dignitari che segnano l’apertura rituale dei Lavori. Poi inizia una evocazione sinfonica di carattere terrificante e caotico che si trova anche in altre composizioni d’ispirazione massonica (inizio dell’ouverture de Il Flauto Magico e del Quartetto delle Dissonanze di Mozart, l’ouverture di Zaroastre di Rameau, il preludio de La Creazione di Haydn, eccetera). “Essa ha – scrive il librettista – per motivo il terrore causato dall’idea della distruzione totale Segue un lungo monologo di Corifeo (basso cantante) che riprende esplicitamente la descrizione apocalittica affidata prima all’orchestra, poi termina con una frase carica di speranza e di conforto. “Dio appare … davanti a Lui i cieli sono aperti’ .

Il secondo pezzo esprime l’angoscia dell’uomo bruscamente messo a confronto con la maestà del Grande Architetto dell’Universo. Dopo un nuovo monologo di Corifeo, l’orchestra riprende il rullo ternario dell’ouverture che assume qui un valore simbolico più profondo: ricorda l’ora del giuramento. Segue un lungo silenzio commentato da una voce solista, poi il coro (che rappresenta l’insieme dei Massoni viventi), condotto da un tenore, esprime l’inquietudine del mondo terrestre di fronte all’al di là.

Il terzo pezzo inizia con una pagina sinfonica di carattere calmo e sognante (solo di fagotto). Corifeo, dopo un presupposto svenimento per aver contemplato in viso l’Essere Supremo, si sveglia e scopre, nella scena di desolazione prevista dal rituale, il cenotafio del Fratello defunto. Il coro risponde esprimendo la sua fiducia nella giustizia divina. Due personaggi (tenori) continuano la descrizione della desolazione del Tempio e il coro, infine, si unisce a loro per piangere la morte del Fratello.

Nel corso del quarto pezzo, esclusivamente sinfonico, il Maestro Venerabile ed i Fratelli che siedono all’Oriente, lasciati i loro scanni, compiono un giro intorno al cenotafio spargendovi dei fiori; quindi riprendono i loro posti. I Sorveglianti, accompagnati dai Fratelli che siedono nelle rispettive colonne, eseguono anch’essi il mesto pellegrinaggio.

Il Maestro Venerabile comanda di formare una Catena d’Unione a simboleggiare che il Fratello scomparso è considerato ancora membro di essa. Il quinto pezzo (trio e coro) accompagna questo rito.

La cerimonia si conclude con la rituale chiusura dei Lavori, durante la quale come per l’apertura – la musica non interviene.

Caduto in disuso dal 1789, questo rituale è stato ripreso dalla Gran Loggia di Francia il 20 giugno 1970 in occasione di una cerimonia funebre alla memoria dei Fratelli deportati durante la seconda guerra mondiale.

Poco dopo la rivoluzione francese i paesi germanici avevano accordato alla Massoneria la stessa situazione di fatto di quella conquistata in Francia. La musica assume in queste Logge un’importanza almeno uguale a quella che occupava nelle riunioni massoniche francesi. Non vi è nulla di sorprendente, quindi, nella domanda di ammissione presentata nel 1784 da Mozart alla Loggia La Beneficenza. Il fervore massonico del compositore del Flauto Magico e le sue conseguenze musicali sono stati oggetto di una precedente tavola, dal titolo Musiche Massoniche, presentata in questa Officina. Le quattro composizioni che qui trattiamo meritano la nostra considerazione poiché caratteristiche della pratica musicale delle Logge viennesi alla fine del XVIII secolo.

La melodia del Gesellenreise (Il viaggio del Compagno), scritta da Mozart in occasione dell’aumento di salario del padre Leopoldo, sviluppa il simbolismo del Secondo Grado: il viaggio e la rivelazione della Stella Fiammeggiante.

Il duo Zum schluss der Loge (per la chiusura della Loggia) si canta al termine dei Lavori, durante la Catena d’Unione; il lied O heiliges Band (O sacro vincolo) può essere utilizzato allo stesso modo. Il secondo ha la particolarità di essere stato composto nel 1772, molto prima dell’iniziazione di Mozart.

La cantata Dir, Seele des Weltalls (A Te, Anima dell’Universo) è un inno al Sole e alla Luce, la cui esecuzione si presta per la festa del Solstizio d’estate o, anche, al termine della cerimonia di iniziazione al Primo Grado quando il neofita, superate le prove simboliche, riceve la Luce.

Se l’appartenenza di Beethoven alla Massoneria non è mai stata del tutto provata, pure esiste una serie di concomitanze che autorizzano una “quasi certezza “. Molte delle sue melodie sono state utilizzate a posteriori per testi massonici, col consenso del compositore, dall’amico Wegeler, la cui appartenenza all’Istituzione è certa.

Alcuni ritengono che la Marcia in si be molle maggiore fosse destinata ad accompagnare le sfilate dei granatieri del principe Esterhazy. E invece assai più probabile la destinazione massonica. Presenta infatti dei caratteri ricorrenti nelle marce che accompagnano l’entrata e l’uscita dal Tempio dei Dignitari: la relativamente breve durata (si tratta del tempo per attraversare il Tempio dirigendosi all ‘Oriente), poco adatta a marce militari, e l’ottimismo che la impronta.

L’Opferlied Die Flamme lodert (La fiamma arde), che evoca i sacrifici delle antiche religioni, i simboli di quattro elementi e la lotta per la libertà, è stato musicato varie volte da Beethoven. Alla seconda redazione, del 1798 circa, il già citato Fratello Wegeler adattò nel 1810 un testo massonico più formale, ad uso della propria Loggia, per farne una specie di inno propiziatorio per l’iniziazione dei neofiti.

II Maurerlied (il canto del Muratore) si riallaccia alle Logge istituite nelle Corti tedesche. È stato scritto in occasione di una visita del re di Prussia, Federico Guglielmo III, alla Gran Loggia di Rito Scozzese di Berlino, il 21 gennaio 1798. L’autore, Friedrich Heinrich Himmel, era Maestro di Cappella di corte e membro attivo della Loggia.

Discendente della celebre famiglia di costruttori di clavicembali e pianoforti, Joseph Taskin aveva iniziato la sua carriera come paggio musicale della Cappella di Luigi XVI. Compositore e pianista, dedicò il suo talento migliore alla musica massonica. Egli fu prima Maestro Venerabile, poi Maestro Venerabile d’onore della Loggia Les Frères Unis-lnséparables, alla quale lasciò tutti i suoi manoscritti, oggi depositati alla Biblioteca Nazionale di Parigi. La sua marcia funebre poteva avere molte destinazioni, tra le quali: accompagnare l’entrata e l’uscita dal Tempio dei Dignitari in cerimonie di cordoglio o la sfilata dei Fratelli Maestri nel rito di iniziazione al Terzo Grado.

TAVOLA DEL FR.’.  B.Bltt

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