LAVORARE CON LA MUSICA
PER IL PROGRESSO DELL’UMANITÀ di Mario Lamberto
Franz Liszt, compositore, pianista, direttore di orchestra, ungherese, è considerato uno dei più importanti musicisti europei dell’Ottocento (1811-1896).
Il valore e la portata della sua attività, collegate a tutti i problemi essenziali della storia musicale europea dal 1830 al 1880, acquistano un particolare significato dalla sua appartenenza alla Massoneria.
Venne iniziato Apprendista nella Loggia Zur Einigkeit all’Oriente di Francoforte nel 1841, ricevendo la nomina onoraria di appartenenza per l’opera umanitaria e assistenziale da lui esercitata; passò al Grado di compagno I ‘8 febbraio 1842 presso la Loggia inglese Royal York alla presenza del principe Guglielmo, futuro imperatore, e nello stesso anno al grado di Maestro nella Loggia Modestia cum Libertate di Zurigo; infine nel 1870 gli venne conferito il grado di Maestro Onorario presso la Loggia Zur Einigkeit all’Oriente di Budapest.
L’aspetto più interessante dell ‘opera sinfonica di Liszt è il proposito di farsi capire dagli ascoltatori attraverso la Musica a Programma. Scriveva egli stesso nel 1837: Il musicista che trae ispirazione dalla Natura traduce in suoni i più intimi misteri del suo destino. Egli pensa, sente, parla in musica; ma poiché il suo linguaggio, meno definito di tutti gli altri, si piega a una moltitudine di interpretazioni diverse. non è inutile che il compositore tracci con poche linee lo schizzo psichico della sua opera, dica ciò che ha voluto fare, esprima l’idea fondamentale della sua composizione.
Il programma poetico o letterario, anche se aggiunto a posteriori, è essenziale per la comprensione da parte dell’ascoltatore; tenendo presente le immagini gli stati di animo che hanno ispirato il compositore, egli può sintonizzarsi con il musicista in una determinata sfera della conoscenza che potrà, seguendo la musica, costruire e adornare con la propria fantasia.
Il compositore, scegliendo il soggetto della sua musica tra i più nobili temi della cultura, contribuisce al suo arricchimento e alla sua divulgazione presso il pubblico. L’artista svolge un compito sociale e culturale lavorando per il progresso della musica e avendo a cuore il progresso dell’ umanità. (R. Dalmonte – F. LISZT Feltrinelli). Per questo scopo i fratelli massoni si riuniscono e Liszt doveva avere ben presente questo nobile principio.
Les Préludes (d’après Lamartine) è uno dei brani più famosi del musicista ungherese; vi si può riscontrare uno stretto legame tra il pensiero musicale e il pensiero massonico che deve aver ispirato il compositore. Per capire meglio il valore e i significati della musica è opportuno conoscere il Programma, la meditazione del poeta francese Lamartine anche se pare sia stata suggerita a posteriori dalla principessa Wittgenstein, dedicataria dell’opera. Eccone il testo: — Non è forse la nostra vita una serie di Preludi a quel canto di cui la morte intona la prima nota solenne? L’amore è l’aurora incantata di ogni esistenza; ma qual’ è la vita le cui voluttà di gioia non sono interrotte da qualche uragano che con soffio mortale dissipa le sue belle illusioni e con folgore fatale distrugge il suo altare, e qual’ è l’anima crudelmente ferita che, uscendo da una di queste tempeste, non cerca di riposare i suoi ricordi nella calma dolce della vita dei campi? Tuttavia l’ uomo non si rassegna a lungo a gustare il tepore benefico che all’ inizio lo aveva allettato in seno alla natura, e quando “la tromba ha dato il segnale di allarme” , egli corre all’ avamposto pericoloso quale che sia la guerra che lo chiama, per ritrovare nella lotta la piena coscienza di sé stesso e il completo possesso delle sue forze.
Il percorso psicologico-drammatico del testo trova una corrispondenza nella forma e nei contenuti del brano musicale. Vi si può intravvedere anche una affinità con i principi che alimentano la volontà del massone sulla via di una continua ricerca di sé stesso, la sua lotta e i suoi sforzi per far sì che la pietra grezza diventi cubica, sempre sospinto dalla forza dell’amore.
Liszt sceglie tra i simboli che tradizionalmente vengono considerati i più significativi per edificare la composizione, il criterio di elaborazione e di variazione di un tema, il passaggio dall’informe all’ordine, dalla pietra grezza a quella cubica e l’elemento ternario sotto molteplici aspetti.
Il tema inizia sul terzo movimento di una misura di quattro tempi e si presenta con tre note ribattute, la terza assume il ritmo di nota con il punto (valore tre) e la fase si sviluppa in arpeggio per intervalli di terza per arrivare a due colonne d’armonia con flauti, clarinetti e fagotti; I elemento ternario, i criteri melodici, armonici e di orchestrazione fanno pensare a una scelta massonica di simboli musicali.
L’introduzione si sviluppa fino alla variazione del tema in 12/8 affidata ai violoncelli e contrabbassi, tromboni, tuba e fagotti, che rappresenta la meta, il fine da raggiungere: la vittoria.
La seconda variazione è il tema d’amore in 9/8 (3 movimenti con 3 suddivisioni = 9) che viene esposto tre volte con modulazione a tonalità distanti una terza sopra (do – mi – sol#), aprendo ogni volta una nuova prospettiva sonora.
La consapevolezza di quanto la Fortuna possa aiutare le anime elette é lo stato d’animo che ispira la terza variazione, quasi un nuovo tema contrastante B, caratterizzato dall’elemento ritmico della terzina,
Purtroppo la Fortuna è passeggera, e la quarta variazione, con le sue cromatiche terzine e le sue volute di accordi di settima diminuita (4 terze minori sovrapposte) descrive le agitazioni della vita, il pencolo imminente, l’avvicinarsi dell’uragano.
Con la quinta variazione il tema d’amore si trasforma in tema di morte, contrapponendone i significati in un allegro tempestoso.
La sesta variazione, elaborando il tema per inversione, mette in risalto il carattere agitato e sempre più parossistico del combattimento.
Come un ‘eroica cavalcata la settima variazione affidata a trombe e corni e ripresa dai primi violini porta a compimento il travagliato sviluppo corrispondente alle fasi di difficoltà che spesso si incontrano nelle vicende della vita.
Finalmente la ottava variazione rappresenta il calmarsi degli eventi con un passo dell’oboe che con solistiche cadenze rasserena il clima precedente conducendo a un paradisiaco e nostalgico ritorno del tema d’amore con gli archi e arpa.
La pacifica scena idilliaca e i paesaggi bucolici descritti nella nona variazione con cambi di prospettiva modulante per terze (mi – do # – la fa #) offrono un meritato ristoro all’animo umano.
La ripresa della terza variazione o tema B fa riacquistare fiducia nei propri mezzi e nella Fortuna.
La suddetta variazione viene ripresentata con tre nuove orchestrazioni, sempre più positive, come un eroico cammino che riprende verso la meta da raggiungere.
Con la decima variazione l’uomo ha ritrovato la Fortuna e la forza necessaria per gettarsi nuovamente nella difficoltà della vita e per ritrovare sé stesso.
La undicesima variazione è una vera marcia trionfale contrappuntata da inni di guerra.
La volontà di vittoria è espressa dalla dodicesima variazione con trascinante veemenza.
Finalmente la ripresa della prima variazione rappresenta la meta, la vittoria.
Con la salita sui gradini che conducono verso I ‘Altare dell’Oriente, raffigurata nella coda dai gruppi ternari degli archi, termina il percorso musicale del poema sinfonico.
L’ascolto completo del brano può offrire così la rappresentazione del viaggio che il massone si propone di intraprendere, dall’Iniziazione alla Maestranza.