IL SEGRETO MASSONICO E’ ANCORA ATTUALE?

II segreto massonico è ancora attuale?

di Umberto Rodda

Molte pubblicazioni massoniche hanno dedicato pagine all’argomento. Sono abbastanza note le vicende storiche connesse alle Corporazioni muratorie e totalmente quelle relative alle scomuniche della Chiesa di Roma, fondate su argomentazioni di ordine temporale e sulla segretezza delle riunioni.

É chiaro che non sono possibili analogie fra la situazione del XVIII e quella del xx secolo: la Chiesa era una potenza temporale con un peso politico non trascurabile dall’Europa di quel tempo. Per le Logge del XVIII secolo, agli albori della Massoneria moderna, il concetto di segreto era ereditato dalle precedenti Corporazioni muratorie. In queste, per la necessità di non consentire la divulgazione delle conoscenze di mestiere, si era ravvisata l’opportunità di elevare la « riservatezza » a norma della Corporazione, che aveva assunto nel trascorrere del tempo valore di tradizione.

Le Logge si modificarono gradualmente da operative in speculative sulla spinta di mutamenti delle condizioni esterne, conservando sino ai nostri giorni talune caratteristiche organizzative e spirituali.

Senza indugiare in descrizioni storiografiche emerge chiaramente che « il segreto » non fu mai fine a se stesso ma adattamento alle circostanze, come difesa fisica e modo d’indipendenza spirituale. È importante analizzare se è stato oggetto di determinazioni teoriche a dimostrazione di un modo di essere o di un significato dell’esistenza.

Non si può affermare che la Massoneria ne abbia tratto motivi di compiacimento, ma necessità e adattamento assunsero l’importanza di una regola tradizionale e morale.

È indispensabile, per assolvere il debito di chiarezza, distinguere il segreto come:

  1. norma statuaria;
  2. espressione della coscienza individuale.

È oltre ogni dubbio e perplessità, superata nei fatti e non attuale

la redazione di una norma che statuisca la segretezza dell’istituto, come sede, iscritti e finalità.

Se nel XVIII secolo la sussistenza del segreto era condizione per l’esistenza, nel xx sarebbe d’impedimento alla sua vita. Nello Stato moderno di Diritto, retto da una Costituzione rigida che sancisca le libertà di associazione e di manifestare liberamente il proprio pensiero, l’esistenza di un Ente è garantita dalla Legge stessa. ln questi termini non esiste la giustificazione per forme di clandestinità o di occultamento.

L’osservanza della Legge è principio non rinunciabile ed è dovere massonico codificato da una norma statuaria.

Se la finalità dell’Istituto è il miglioramento morale dell’individuo, non in modo astratto ma in funzione di sé e della società, perché ne diventi elemento esemplare e trascinatore, l’esaltazione delle qualità umane è la realizzazione completa, nell’analisi interiore e nell’esercizio dei proprii doveri e diritti di cittadino. Significa che la condotta morale ed il comportamento da iniziato sono la guida del cammino nella società, con un rapporto di logica deduzione tra la premessa iniziatica ed il comportamento reale: ma com’è possibile stabilire una costante relazione armonica tra dignità ed occultamento considerando sinonimi i concetti di « segreto » , di « non palese », « non detto » e « clandestino »?

Segreto significa porre in atto determinati mezzi perché un « fatto reale » non possa essere conosciuto: non basta l’astensione dalla comunicazione, perché la riservatezza è da sempre la componente di una valida condotta morale, ma è necessaria una condotta fattiva di mezzi o accorgimenti che ne impediscono la conoscenza. La pubblicità delle sedi e degli iscritti sono un primo passo verso posizioni già acquisite nella maggior parte dei Paesi occidentali.

Non sono accostabili nella fattispecie i concetti di « pubblicità » e di « curiosità », perché la possibilità di consultare l’elenco degli iscritti da parte delle Autorità, o genericamente da terze persone, non costituisce la premessa per soddisfare la curiosità gratuita dell’uomo della strada.

Il timore che la qualifica individuale di Massone sia divulgata, se è comprensibile sotto il profilo umano e per determinate prospettive

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sociali, può non avere supporti morali perché possa resistere nel tempo.

Se sono noti i pregiudizi di una parte della società italiana, ereditati da formazioni culturali di derivazione parrocchiale e provinciale, non sono trascurabili i tentativi per una corretta informazione sull’influenza storica e sociale della Massoneria.

Su di essi il fenomeno P2 è sceso come una mannaia determinando un appannamento dell’idea massonica nel mondo profano, fornendo materiale a campagne demagogiche, scandalistiche e di censura, che rendono più ardua la ripresa del tentativo per una corretta informazione.

Nell’ambito del diritto di ciascuno alla riservatezza, l’influenza indiretta della Massoneria sulla Società può essere ostacolata oggi da forme di occultamento di qualsiasi tipo, perché nella società attuale il mezzo d’informazione di massa risponde alla richiesta di notizie che appagano una generica curiosità, e lo scandalo si diffonde sempre in fretta come tutto ciò che non è conforme alle regole generali.

La Massoneria non costituisce nel costume occidentale un’eccezione alle regole generali di vita, ma lo diventa quando contraddice le finalità istituzionali perché facendo notizia giustifica, suo malgrado, l’esistenza di determinati pregiudizi.

Non vi è continuità di rapporto tra l’atteggiamento dell’iniziato che dovrebbe illuminare la Società con la Luce alimentata nel Tempio, e la scelta contingente dell’occultamento di sé come immagine depositaria di una fede.

Non sorge forse il dubbio che esista una contraddizione, se la Massoneria è fede nell’uomo, fra l’amore verso l’Umanità tutta, il proprio impegno d’illuminare il mondo profano, e l’occultamento o la clandestinità della fonte della Luce?

E l’impegno del miglioramento di sé, anche come impegno di essere se stessi, non transita forse attraverso un graduale inserimento del Massone come Massone nella società?

E questo graduale inserimento qualificato non è forse la strada da percorrere perché il pregiudizio subisca un progressivo depauperamento delle fonti di alimentazione? Se l’umanità è impreparata al superamento dei pregiudizi, e se vi è il dovere d’illuminarla, com’è possibile provvedervi con l’occultamento della propria milizia di vita nell’ambito di una società di diritto povera di esempi illuminanti, ed immersa nel quotidiano stillicidio di sofferenze e di miserie morali?

La norma statuaria impone rigorosità di costumi, linearità di condotta e riservatezza di comportamento, con significati e limiti diversi dal segreto.

L’esortazione del rituale a mantenere il segreto sui lavori compiuti è insegnamento non clandestinità; rientra nella sfera del « non dire », è l’esercizio di un atto di volontà che si riferisce a contenuti dichiarati non contrari alle Leggi dello Stato, ed è — a parere dello scrivente — diritto privato alla riservatezza quando la norma giuridica è rispettata. È doveroso distinguere:

  1. forma e contenuto dei rituali;

aspetto esterno e contenuto intrinseco dell’Associazione

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