APPUNTI SU UNA STORIA DELLA MAGIA

APPUNTI SU UNA STORIA DELLA MAGIA

Nella storia della intellettualità umana, e in particolare nella storia della intellettualità più elevata, che è quella che tende verso il trascendente, verso l’alto, la magia ha avuto sempre un posto importante “piaccia o non piaccia”, e ciò a prescindere da quella che può essere la nostra personale valutazione della magia stessa.

Se si scorre la storia delle religioni, questo aspetto salta all’occhio in modo chiaro e distinto. In particolare, si nota che praticamente in tutte le religioni che hanno preceduto il monoteismo giudaico, e il monismo vedantico, c’è sempre un dio che ha connotati di mago.

Altrettanto evidenti sono gli inquinamenti, se cosi si vuole considerarli, e comunque le interferenze di pratiche e di modi di natura magica nei confronti delle varie vie iniziatiche; e non potrebbe essere altrimenti, anche solo considerando quanto sia difficile distinguere l’esoterico dall’exoterico, man mano che si va indietro nel tempo. Senza riandare fino all’uomo delle caveme, è una difficoltà che io percepisco ancora, ad esempio, per l’età ellenistica, E oltre.

Ciò che mi propongo con questa tavola e, come primo obiettivo, di fornire ai fratelli una brevissima, stenografica storia della magia, vista in questa prospettiva, cioè essenzialmente nei SUOI rapporti con la storia del pensiero religioso. Sarò poi costretto a fare seguire alcune brevi considerazioni dedicate ad illustrare perché questa problematica può interessare un libero muratore in generale, e uno della Pedemontana in particolare.

La mia esposizione sarà cronologica, partendo dalla protostoria e arrivando fino alle grandi religioni monoteistiche, che preferisco lasciare fuori dal mio discorso. Mi scuso se, per fare questo, dovrò soffermarmi a ricordare molte cose che certo sono note a molti fratelli.

Partiamo dal III millennio prima di Cristo, e quindi quasi necessariamente dall’Egitto. Troviamo qui la prima figura di mago, o meglio, il primo dio con connotati di mago: Iside. È con arti magiche che Iside si fa fecondare da Osiride morto assassinato, e riesce poi a resuscitarlo per restituirlo al suo destino di dio solare. E qui che troviamo anche, a livello di preannuncio, la prima commistione tra magia, pratiche sessuali e riti di fertilità, commistione che ritroveremo frequente e, direi, tipica. Per intenderci, fino al Tantrismo ed oltre.

Saltiamo in Mesopotamia. Un paio di millenni prima di Cristo, è il tempo dell’Enuma Elish, una delle due grandi saghe epico religiose della civiltà Akkadica. L’altra, naturalmente, è quella della Gilgamesh la quale, per inciso, potrebbe essere considerata come la storia di una iniziazione fallita. Nell ‘Enuma Elish troviamo tecniche divinatoria, astrologia, oniromanzia, ovvero lettura dei sogni. Troviamo ancora il dio mago, che qui si chiama Ea: è con magiche che Ea uccide Apsu, il dio antagonista.

E arriviamo al II millennio. In India è tempo di fioritura della religione vedica. Il dio arcaico dei Veda è Varuna, del quale una caratteristica è quella di legare i nemici a distanza, operazione di trasparente tipo magico.

Egli è il Signore dei Legami. Caratteristica connessa al concetto di maya, che significa illusione, alterazione, cambiamento, e anche in particolare cambiamento magico. Nei Rg Veda questo cambiamento può essere in bene o in male: nel primo caso è privilegio di Varuna e anche di Indra. Maya, in altre parole, significa alterazione, ma anche alterazione dell’alterazione: due segni negativi che si annullano

Rudra, l’altro dio che ha come connotato la magia; è ambivalente, e cioè anche con caratteri demoniaci. Ma Varuna è chiaramente una divinità positiva.

Sempre ne Rg Veda troviamo esperienze estatiche basate sul soma, sostanza inebriante. E troviamo rituali di carattere orgiastico, quali quelli che accompagnavano il cosiddetto Asvameda, e cioè il sacrificio del cavallo. È necessario ricordare che rituali orgiastici e consumo di sostanze inebrianti sono due costanti delle pratiche magiche? “La scienza del serpente è il Veda” sta scritto nel Sathapata Brahmana, e chi ha orecchio per intendere intenda.

Ancora nel II millennio, fioriva la civiltà Hittita in Anatolia. Per quanto poco ne sappiamo, risulta dai documenti rimastici che la magia bianca era abbondantemente praticata alla luce del sole, e comprendeva formule di purificazione e di allontanamento del male, che ci sono conservate. Risulta altresì che la magia nera era praticata, ed era punita con la morte.

Permettetemi un altro dei miei balzi da canguro, con il quale ci spostiamo in Germania, sempre nel primo  prima di Cristo. Nell’Olimpo germanico troviamo Odino, che è l’omologo di Mercurio.

Odino ottiene le rune, ovvero i poteri, dopo essere passato nove notti sospeso  all’albero sacro, senza cibo e ferito dalla sua stessa lancia. Ha un cavallo a otto zampe; ha due corvi che lo informano ed ha un anello magico. Beve alla fonte della saggezza, per questo sacrificando un occhio. E per conoscere i segreti consulta la testa di Mimir, il gigante mago guardiano della fonte, ucciso e decapitato dagli dei. È necessario sottolineare il sapore magico di tutto questo? Magica, in particolare, e tipicamente sciamanica è la pratica di consultare un cranio. Non è Odino, comunque, il solo dio mago dell’Olimpo germanico. C’è anche Loki, figura ambivalente con tratti demoniaci, padre del Lupo Fenrir, che scatenerà la guerra degli dei e la distruzione del mondo.

Non mi soffermerò sul mondo celtico se non per ricordare il dio Lug, che rappresenta la sovranità del suoi aspetto magico, ed è il perfetto omologo di Mercurio e di Odino.

Spostiamoci, questa volta, solo nello spazio e ci troviamo nella Grecia classica. Ed ecco Efesto, il fabbro magico.

Efesto è il “Signore dei Legami”, con i quali imprigiona sua moglie Afrodite, insieme a Marte intenti a sollazzarsi (non so se qualcuno abbia letto il divertentissimo dialogo di Luciano di Samosta, un po’ dissacrante).

Efesto apprese l’arte magica in una grotta, pare al prezzo di mutilazioni, ciò che non manca di afflnità sciamanica.

Efesto, infine, è il padrone del fuoco, e questo carattere richiama la sua natura di fabbro. La connotazione magica della figura del fabbro è troppo nota perché valga la pena di soffermarcisi. Vorrei solo ricordare che è ben viva in molte delle nostre valli alpine. E che fabbri divini compaiono in tutte le mitologie, ove c’è sempre un dio al quale foggiò le armi un fabbro-mago. Così Baal a Canaan, cosi Ptah in Egitto, così Indra, il quale con arti magiche uccide il dragone Vetra. Così infine, Zeus con le folgori di Efesto.

Ma si trova altro nella Grecia classica. Ad esempio i sacerdoti di Apollo hanno caratteristiche sciamaniche, quali la magia della musica; quali la bilocazione, quali la capacità di viaggiare su una freccia. E non abbiamo ancora ricordato il dio Ermete, o

Mercurio, del quale in Massoneria è superfluo ricordare le omologie di età

s

successiva, da ellenistica a rinascimentale. Mercurio ha un cappello che lo rende invisibile. Mercurio ha erbe magiche che fornisce ad Ulisse. Mercurio, infine, è psicopompo, cioè il pilota delle anime: altro carattere sciamanico, a ricorrente connotazione magica.

E non abbiamo ancora ricordato Dionisio il cui culto, tramandatoci dalla tragedia greca, è troppo noto perché ci si debba spendere molte parole. Ricordiamo il carattere sfrenato, statico, orgiastico del culto; le Menadi che squartano Penteo; la omofagia degli adepti; la loro invulnerabilità; i prodigi; le falloforie (ovvero processioni con il trasporto di un simbolico fallo); e infine la morte di Dionisio Zagreo smembrato dai Titani e cotto, ciò che ha un vago sapore di iniziazione arcaica a carattere demoniaco. Ricordiamo, infine, che dal culto di Dionisio discende l’Orfismo, nel quale pure non mancano elementi magici, quali il potere sugli animali e la discesa agli inferi.

Orfeo fu chiamato, un tempo, il “padre di tutte le iniziazioni”.

Sempre nella Grecia classica troviamo la figura dell’eroe, abbastanza vicina a quella dell’iniziato. Si pensi ad Ercole. Su questa figura aprirei solo una brevissima parentesi per ricordarne il carattere ambivalente: cioè, l’eroe, oltre che eroe, è spesso un gran bastardo, talvolta deforme, gran fomificatore, sacrilego, tracotante, autore di stupri ed incesti. Riceve sacrifici analoghi a quelli delle divinità infere. Ma su questa ambivalenza chiudo, e la metto da parte come possibile argomento di riflessione.

Lasciamo la Grecia per la Persia e ci imbattiamo nello Zoroastrismo, più o meno della stessa epoca. Nello Zoroastrismo la magia, pur se tutt’altro che sconosciuta, ebbe probabilmente un posto marginale. Constatazione in un certo senso curiosa, se si considera che nel mondo occidentale, e per oltre due millenni, Zoroastro fu considerato un mago. Forse ciò fu per via dei Magi, dei quali, tuttavia, non è chiaro se furono discepoli di Zoroastro, oppure discepoli degeneri. Oppure se furono, piuttosto, legati a correnti religiose iraniche più tardive, quali lo Zurvanesimo e il quali il Mitraismo, che l’apologetica cristiana considera demoniaco e che aveva una marcatissima struttura iniziatica.

Se vogliamo restare verso la metà del primo millennio avanti Cristo, possiamo addirittura dare una sbirciatina a quel che succede in Cina. Nella Cina taoista troviamo le feste equinoziali con rituali orgiastici, peraltro molto comuni e arcaici, in tutte le culture agricole e sedentarie. Ho già accennato al profumo magico elle orge rituali. Lo stesso vale per le tecniche di longevità della Cina taoista, basate su pratiche sessuali analoghe a quelle del Tantrismo (in particolare, compiere l’atto sessuale senza emissione di seme).

La mia cavalcata attraverso i millenni sta volgendo verso la fine. Per quanto riguarda le religioni misteriche di età ellenistica, dal culto di Cibele ai misteri egizi, alla varietà popolare dell ‘Ermetismo, I ‘elemento magico che le pervade è troppo noto perché mi ci soffermi. Basta ricordare il romanzo di Apuleio, che ci da un quadro molto vivido. Direi che lo stesso vale anche per lo Gnosticismo, se solo si pensa alla figura di Simon Mago. E cambiando continente e latitudine, lo stesso vale per il Tantrismo. E lo stesso vale certamente per lo sciamanesimo dell’Asia centrale e dell’Antartide, che di elemento magico è completamente impregnato. E mi fermo qui, come promesso.

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