SIMBOLISMO

SIMBOLISMO

  • Trasformazione
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  • La Gestualità

Trasformazione di Adele Menzio

Morte del profano. Rinascita dell’iniziato.

Questo il significato profondissimo ed essenziale dell’lniziazione che deve, per essere consapevole, provocare un mutamento radicale.

Ma su quali piani, in che modo, con quali manifestazioni?

E molto facile cadere in equivoco lasciandosi trasportare da entusiasmi estatici, attratti dall’oscurità del mistero o, ancora, obbedendo alle lusinghe di una supposta superiorità spirituale e morale. Il carattere peculiare dell’iniziazione massonica è il suo specifico simbolico.

Come dobbiamo intendere, di conseguenza, il linguaggio massonico e quali corollari l’uso del simbolo può (e deve) avere nella trasformazione del massone?

L’uso del simbolo è la base del linguaggio iniziatico.

Esso diviene uno strumento di comunicazione del tutto singolare: non è legato al Tempo (alla Storia), può consentire esperienze non verbali. Esso libera dalle consuete forme di pensiero che normalmente vincolano ad una determinata filosofia.

La trasformazione consiste, in un certo senso, nell’abolizione dei linguaggi tradizionali e consueti.

Il simbolo, in realtà, non è un segno che sta per un altro, ma l’abolizione di tutti i segni che l’uomo ha inventato per capire il mondo

e se stesso.

Attraverso l’uso del simbolo è possibile ottenere una visione unitaria: si possono mettere insieme (sun-ballein) tutti i contrari.

Tuttavia per raggiungere questa possibilità, che implica necessariamente l’uso di un modo conoscitivo diverso, occorre abbandonare il diabàllein, il consueto procedimento analitico e dialettico per ottenere quello che Nietzsche definiva «lo scatenamento totale di tutte le capacità simboliche

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II simbolo è una metafora, è una continua allusione, rimanda a ciò che ancora non è stato detto e forse non si può nemmeno dire.

Probabilmente aveva ragione Jung quando puntava il pollice verso sul razionalismo ed il positivismo che avevano, secondo lui, distrutto la capacità dell’uomo di capire ed usare i simboli.

Procedere per simboli è dunque il solo metodo iniziatico che può portare alla VIA.

Procedere per simboli deve operare una mutazione radicale. Dall’immanenza e dal lavoro su se stesso si deve passare alla trascendenza. Ad una visione, se vogliamo, del divino.

La percezione del Primo Motore, la consapevolezza che i fenomeni altro non sono che le varie manifestazioni di un unico Principio, il dubbio propria realtà che potrebbe anche essere una illusione, un riflesso speculare di una Essenza che è assoluta ed illimitata, ma che sembra relativa e finita.

Ciò che non muta è la forma, se per forma si intende il modo di procedere, di avvicinarsi sempre più alla verità attraverso lo studio, lo sviluppo, l’intuizione del simbolo.

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