PROBLEMI ETICI

Problemi etnici

Maestro Venerabile, Fratelli carissimi,

Perché il sapere giuridico, accumulato lungo i secoli, è incapace, a me pare ogni giorno di più, di fronteggiare le novità dell’innovazione tecnologica e del progresso scientifico?

Ed il silenzio è, mi parc, l’unica risposta che questo tipo di Società-Stato sa offrire. Un silenzio che appare pericoloso e foriero di conseguenze, oggi forse solo ipotizzabili, ma che forse proprio per questo tanto più spaventano!

Bisogna temere ciò che ci può accadere, ciò che possiamo diventare.

Questa insumciente regolamentazione è proporzionale al progresso delle varie realizzazioni tecniche: l’uomo medio ha, insomma la sensazione che le leggi seguano a troppa distanza di tempo il nascere e lo svilupparsi delle varie problematiche.

Alcuni esempi

Cercherò di essere più chiaro con l’aiuto di esempi che sono ora di attualità, ma che non vengono trattati a sufficienza né dalla stampa, né dagli altri media. Eppure sono problemi enormi, laceranti!

Ricorrendo alle nuove tecniche della riproduzione una ragazza vergine o una coppia di lesbiche “vogliono” un figlio; allo scopo di curare e salvare un figlio ammalato, ed altrimenti non curabile, una coppia decide di avere un altro figlio per usarlo come donatore di midollo; una donna, pur conscia di star concependo un figlio anencefalo lo partorisce con il solo scopo di fame un donatore di organi; l’ergastolano Cutolo vuole un figlio con la moglie attraverso queste nuovissime tecniche di inseminazione; una vedova, grazie al semc a suo tempo depositato in un’apposita banca, avrà un figlio dal defunto marito… E poi ancora le madri sostitutive, e l’eutanasia…

Un problema, per cssere risolto, deve essere affrontato nei modi e nelle prospettive giuste. Sovente esaminarlo troppo appassionatamente o calandovisi troppo addentro non aiuta, ma rende più difficile il venime a capo.

I problemi dianzi citati in particolare non vanno presi singolarmente, ma nel loro insieme e affrontati senza pregiudizi e con sufficiente distacco.

Prime considerazioni

Queste nuove tecniche riguardano il CORPO e fanno nascere la possibilità di assumere decisioni in contrasto con ciò che finora ci ha imposto la NATURA.

Quando invece si parla del “diritto a morire con dignità” colgo il rifiuto al cosiddetto “accanimento terapeutico”, e quindi a tutta la ricerca scientifica che sta alle spalle di queste ricerche.

Cerchiamo, come deve sempre fare ogni Libero Muratore, di esaminare alcuni casi senza condizionamenti e senza emozioni, senza pregiudizi e senza incomprensioni linguistiche, con chiarezza e coerenza:

Alla domanda: una coppia di lesbiche ha diritto ad avere un figlio? la risposta non dev’essere quella di stabilire se esse hanno o meno il diritto di ricorrere alle tecniche della riproduzione, bensì sc sia ammissibile eticamente l’inseminazione di una donna “sola”, qualsiasi siano i suoi rapporti con il suo prossimo, ovvero che essa sia omo o etero-sessuale, o anche che non abbia alcun tipo di legarne.

Sempre a questo proposito occorre ricordare che lo stesso tipo di problema non potrà avere lo stesso tipo di soluzione in ogni parte del mondo, essendoci delle differenti valutazioni della morale e del conseguente retroterra culturale che da essa nasce.

Veniamo ora ad un altro esempio, ma è forse è più giusto dire ad un altro problema: i concepiti al solo scopo di essere utilizzati strumentalmente come donatori di organi.

Appare subito fuori discussione che “noi” società non possiamo assolutamente sindacare le motivazioni della procreazione, e neppure le scelte che possono intervenire durante la gestazione: questa cosa riserviamola ai regimi autoritari di tragica memoria. Insomma, lo Stato non può decidere chi può avere un figlio, o perché lo voglia!

Ulteriori considerazioni

Da tempo questa società sta abbandonando la visione sacra, o se volete cristiana, della vita e della natura per andare incontro ad una visionc “laica” basata non più su una morale indicata e prefissata, uguale per tutti (o quasi), ma sulle scelte suggerite dalla Ragione.

Questo passo è difficile e molti non sono disponibili a compierlo, percependo sempre più il bisogno di guide sicure che, con parole ferme e chiare, forniscano indicazioni precise e di conscguenza molto più agevoli da seguire.

La libertà è un bene che sovente, per pigrizia, si è disposti a barattare con qualcos’altro, in questo caso con il “quieto vivere’ .

Mi pongo allora la domanda: questo tipo di scelte deve o meno essere per tutti uguale?

E la via da percorrere dev’essere una sola?

Accanto ad una prescrizione sul comportamento, prevediamo anche altri punti di vista? Oppure preferiamo pensare dei principi forti, con precise regole da far rispettarc coercitivamente?

Per un Libcro Muratore probabilmcnte non vi sono dubbi: la miglior soluzione, la più idonea a fornire tutte le garanzie di miglioramento sarà la libera scelta dell’individuo.

E da questa premessa si potranno trarre indicazioni valide sulla direzione da scguirc.

Dall’altra parte le Chiese, specie quella cattolica, con le loro dichiarate certezze di una morale che accetta l’idea della procreazione esclusivamente come atto d’amore, suggerendo l’accettazione del nascituro comunque sia, tolgono all’individuo ogni possibilità di scelta. In una recente intervista mons. Tonini ha dichiarato che la Chiesa considera il distacco della sessualità dalla procreazione come in disordine oggettivo e che una fecondazione senza “rapporto” altera le regole della Natura, aggiungendo che “è grave che queste fecondazioni vengano compiute senza che la legge ne sappia nulla”.

Un ‘ipotesi

Penso che un ‘ipotesi seria debba essere il principio di impossibilità a trasfonnare il corpo umano in una merce escludendo ogni forma di commercio di organi, anche sc ciò è in palese contrasto con la suddetta libertà di scelta individuale.

Anche perché, obicttivamente, quale libertà di scelta ha un derelitto del terzo mondo cui viene offerto di vendere un proprio organo per una cifra che, rifiutando, non avrà MAI nella sua intera esistenza?

Questo allo stato attuale delle cose. Ma quando potranno cambiare?

Nella mia personale opinione, la tutela della dignità umana può e deve avere il predominio sulla libertà soggettiva, almeno finché l’umanità tutta non abbia raggiunto un livello di consapcvolczza tale da rendere quasi superflua una legge limitante, un divieto.

Il problema allora si sposta alla necessità di stabilire un limite, una barriera su quale sia il punto massimo consentito di scelta individuale e quello in cui la Società può intervenire con un divieto.

Cerchiamo ancora un esempio per rendere più esplicito il mio pensiero: le madri per procura.

Ho letto che in Gran Bretagna già si sono dati delle regole precise: divieto totale di commercio, di intemediari, pubblicità e compensi. Per il resto, piena libertà di sostituzione di madre. Compiendo questa scelta credo abbiano voluto valorizzare l’aspetto umano e sentimental-femminile del problema.

Ma, come dicevo, possono esistere diversi modelli di comportamento anche nella stessa realtà sociale in cui esistano dei principi di ordine generale. Il mondo culturale laico deve impegnarsi nella ricerca di regole di convivenza e di tolleranza, anziché nell’afferrnazione ad ogni costo di propri presunti valori che appaiono per nulla chiari, sottoposti, come sono e com ‘è giusto che sia, a continui aggiustamenti.

Un dubbio

Forse l’attuale difficoltà non è quella di fare nuove leggi, rispondenti alle mutevoli necessità, quanto applicare (bene) le norme in vigore, che sono rigide e schematiche, concepite su una realtà che scienza, progresso e tecnica hanno superato e posto in discussionc.

Un discorso di questa ampiezza, e che presumibilmente e che presumibilmente avrà tempi molto lunghi di discussione, sarebbe bene inserirlo in una visione almeno europea, pur tenendo presente quelle che possono essere le differenze culturali dei singoli popoli, e delle differenze impostazioni legislative che, in fondo, rispecchiano.

La Germania sconta il suo passato nazista, con leggi molto ferree e proibitive, mentre siamo all’opposto in Inghilterra, con leggi di notevole permissività, così come nei Paesi Bassi.

Italia e Spagna basano sulla scarsa chiarezza delle norme la loro legislazione, mentre in Francia esiste una fortissima polarità di posizioni.

La Svezia poi sta rivedendo alcune sue norme eccessivamente permissive, prima fra tutte l’anonimato del donatore.

La sensazione di ricadere nel solito e trito terreno della scienza buona, o tutt’al più neutra, in contrasto con la sua applicazione, che è sempre cattiva, è forte!

Secondo me, gli scienziati stessi chiedono per primi chiarezza di norme, per poter condurre le loro ricerche entro certi limiti sì, ma in modo libero.

Il falso mito dell’assoluta autonomia della ricerca ormai è crollato, o almeno si è fortemente ridimcnsionato, ma esistono delle responsabilità sociali chiare ed oggettive! Occorre insomma una legittimazione per ccrtc ricerche, ed applicazioni . . spinte!

Riassumendo, possiamo dire che il problema di fondo da risolvere è:

l) la tutela dei diritti individuali;

2) il rispetto del patrimonio genetico dei singoli (sia genitori che dei concepiti); 3) la “privacy” nelle scelte più intime dell’essere.

Si cominci almeno con leggi precise sulle banche degli organi, sui centri dove si utilizzano le tecniche della riproduzione non naturale ed infine sui diritti-doveri di un uomo e/o di una donna nell ‘inseminazione, oltreché quelli del concepito.

Perché ovviamente l’uomo avrà differenti diritti, oltreché doveri, da quelli della donna, secondo quella logica data dalle leggi naturali.

Si porrà cosi almeno un primo punto fenno su questi delicati problemi e si otterranno delle basi da cui partire per gli ovvi miglioramenti che lo sviluppo stesso della scienza renderà necessari.

A. Bgg, 3 ottobre 1991 e:.v:. (1 0 Grado)

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