SAPERE E ESSERE

Sapere ed essere

Venerabile Maestro, Carissimi Fratelli,

lo sviluppo di un uomo avviene secondo due linee: “Sapere ed Essere”. Ma, affinché l’evoluzione avvenga correttamente, le due linee devono procedere insieme, parallele l’una all’altra e sostenersi reciprocamente. Se la linea del sapere sorpassa quella dell ‘essere, o se la linea dell ‘essere sorpassa troppo quella del sapere, lo sviluppo dell’uomo non può farsi regolarmente; prima o poi deve fermarsi.

La gente afferra, generalmente, ciò che si intende per sapere. Si riconosce che il sapere può csscre più o meno vasto e di qualità, più o meno buono, ma questa comprensione non viene applicata all ‘essere.

Per essa l’essere può situarsi a livelli molto differenti e comportare differenti categoria. Prendiamo per esempio l’essere di un minerale e l’essere di una pianta: sono due esseri differenti. L’essere di una pianta e quello di un animale sono anch’essi due esseri differenti, e cosi pure l’essere si un animale e quello di un uomo.

Ma due uomini possono differire nel loro essere più ancora di quanto un minerale ed un animale differiscono tra loro. E questo è proprio ciò che le persone non comprendono. Non comprendono che il sapcre dipende dall ‘essere e non soltanto non lo comprendono, ma non lo vogliono comprendere. Siamo portati ad accordare un valore massimo al sapere, ma non sappiamo accordare all’essere un valore uguale e non ci vergogniamo del livello inferiore del nostro essere, probabilmente non comprendiamo neppure ciò che questo “essere” significhi. In parole povere, non si comprende che il grado del sapere di un uomo è in funzione del grado del suo essere.

Quando il sapere sorpassa troppo l’essere, esso diventa teorico, astratto, inapplicabile alla vita; può anche diventare nocivo, perché invece di servire la vita ed aiutare le persone nella lotta contro le difficoltà, questo sapere comincia a complicare tutto, di conseguenza non può che apportare nuove difficoltà, nuovi turbamenti ed ogni sorta di calamità, che prima non esistevano.

La regione di ciò è che il sapere, quando non è in armonia con l’essere, non potrà mai essere grande, o per meglio dire, sufficientemente qualificato, per i reali bisogni dell ‘uomo.

L’idea del valore e dell’importanza del livello dell’essere è stata completamente dimenticata. Non si comprende più che il livello del sapere è determinato dal livello dell’essere. Un cambiamento della natura del sapere è impossibile senza un cambiamento nella natura dell’essere.

Questo “essere” si manifesta in modi alquanto differcnti: sincerità o falsità, coraggio, vigliaccheria, egoismo, orgoglio, vanità, presunzione, senso morale, ecc.

Se l’uomo mente questo significa che non può fare a meno di mentire, se dice la verità, questo significa che non può farc a meno di dire la verità, e così è per tutto.

Spesso la qualità scadente dell’essere preclude ogni possibilità di cambiamento ed è quasi impossibile opporsi a questo evento. Allorché il sapere predomina sull’essere, l’uomo sa, ma non ha il potere di fare. E un sapcre inutile.

Al contrario, quando l’essere predomina sul sapere, l’uomo ha il potere di fare, ma non sa che cosa devc fare. Così l’essere che egli ha acquisito non può servirgli a nulla e tutti i suoi sforzi saranno inutili.

Ma a che cosa conducono uno sviluppo unilaterale del sapere ed uno sviluppo unilaterale dell ‘essere?

Come conseguenza si ha un uomo che non comprcndc ciò che egli sa e soprattutto incapace di valutare la differenza tra un genere di sapere ed un altro: un uomo portato quindi a commettere degli errori e fare il contrario di ciò chc vuole ed incapace di ogni ulteriore sviluppo. Si arriva inevitabilmente ad un punto morto.

La relazione tra sapere ed essere non conta per un semplice accrescimento del sapere, essa conta solamente quando l’essere cresce parallelamente al sapcrc. La comprensione, per esempio, si ha solarnente come risultanza di congiunzione del sapere e dell’essere.

Spesso si confondono questi concetti e non si afferra la differenza tra essi. Si è portati a credere che se si sa di più, si deve comprendere di più. Questo è il motivo per cui c’è il rischio di accumulare troppo sapere, ma non si sa come accumulare la comprensione.

Una persona esercitata all’osservazione di se stessa sa con certezza che in differenti periodi della sua vita ha compreso una stessa idea, uno stesso pensiero, in modo totalmente diverso. Sovente le sembrava strano di aver potuto comprendere così male ciò che adesso credi di comprendere cosi bene, ma si rende conto che il suo sapere è rimasto lo stesso e che oggi non sa niente più di ieri.

Che cosa è dunque cambiato?

È il suo essere che è cambiato!

Quando l’essere carnbia, anche la comprensione deve carnbiare, altrimenti subentra l’incomprensione ed in maniera sempre più ampia. Sforziamoci perché ciò non accada.

G. C. Lgn,

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