TRACCIA PER I LAVORI

Traccia per i lavori

Maestro Venerabile, Fratelli carissimi,

questa mia tavola ha lo scopo di indicare una traccia, un orientamento ai nostri lavori, nell’aspirazione di rendere più salda la nostra catena in un autentico spirito di tolleranza e di fraternità e nella volontà sempre più viva, in ogni Libero Muratore, di edificare le fondamenta del Tempio.

A qucsto proposito è bene ricordarc che nel nostro Rituale troviamo espressioni che, al fine di bene operare in Loggia, devono essere sempre presenti nelle nostre menti.

Una di cssc dice: “tutto in questo Tempio deve essere serietà, senno, benefizio e giubilo”.

Ogni Fratello dunque, meditando che in Massoneria l’uomo è occupato alla ricerca di sé medesimo, deve dare agli altri la parte migliore della propria personalità; ed in questo spirito dobbiamo sentirci tutti uniti, sensibili, comprensivi, tolleranti, semprc pronti al dovere, ma anche sempre disponibili alla letizia ed allo spirito umanamente festoso.

Ma ricordiamo che, al di sopra di tutti noi, deve sovrastare la Massoneria intesa, sia come scienza ed arte, sia come Istituzione libera ed universale.

Dobbiamo cercarc di intcnderla semprc più, praticarla sempre più, viverla sempre più questa Libera Muratoria, nella quotidiana ricerca della luce-verità che è in noi e va ritrovata.

La Massoneria ha fondamenta simbologiche e va intuita come conoscenza della Verità attraverso questi segni che sono carichi di mistero e che nella loro sacrale eloquenza possono dirci “cosa siarno, donde veniamo, dove andiamo”.

Ecco perché può essere anche agevole fare il Massone, ma è altrettanto arduo esserlo veramente.

Essere, non sembrare.

Dal sembrare all’esscrc vi è un immenso divario: è tutto qui il nocciolo del problema.

Bisogna saper costruire; i gradi, i simboli, gli emblemi possono diventare cosa inutile se a loro non corrisponde un vero, intimo assenso che solo il senso della nostra divinità interiore può conferirci.

Costruiamo, Fratelli carissimi, ma costruiamo il Tempio senza subire, tra queste colonne, le passioni del mondo profano.

Dico questo per ricordarc che non dobbiamo neppure tentare di portare dal di fuori il nostro patrimonio mondano, molte volte frivolo e vacuo, poiché qui, tra i Simboli del Tempio Massonico, non ha senso.

La Massoneria, come Arte e Prassi di vita, e quindi come Istituzione, è aristocratica ed eletta; affermando chc è aristocratica non voglio assolutamente riferirmi a questo concetto nel significato profano della parola; qui non vi sono nobili, né notabili.

La nostra aristocrazia va intesa nel senso che il Libero Muratore persegue, nella tolleranza c nella fratellanza, la edificazione dcl Tempio interiore che è conquista di altezze spirituali, ascesa non comunicabile alla massa ed all ‘uomo comune.

Ecco perché tutto in questo Tempio deve essere a misura e dimensione della Virtù, nel pensiero, nell’azione ed anche nell ‘espressione della parola.

Ed a questo proposito permettetemi di ricordare le sei regolc di saggezza persiana, tramandateci nello Zend-Avesta, che esprimono la misura della parola. Esse sono:

  • non lasciare mai parlare il lato basso del tuo carattere;
  • non parlare di un soggetto che non conosci a fondo;
  • non parlare di ciò che personalmente non sai essere l’esatta verità;
  • non parlare se l’oggetto della tua parola non è chiaro e definito nel tuo pensiero;
  • non parlare se non con intonazione cordiale;
  • non parlare se i tuoi uditori non ti ascoltano giacché una buona parola è inutile ad un cattivo orecchio.

Meditate, Fratelli, come fra noi la base di ogni ricerca, di ogni lavoro, di ogni discussione, non può essere il contrasto vivace ed acrimonioso, ma deve essere il senso solidale di fratellanza per il bene superiore di noi stessi e dcll ‘Istituzione.

Noi veniamo da lontano ed andiamo lontano: per noi la tradizione non ha il senso conservatore della concezione corrente nella società esterna, per noi la tradizione crea l’uomo e l’uomo crea la tradizione nell’etemo divenire delle successioni storiche e dei cicli cosmici.

Se è vero che storicamente siamo riemersi in quel gran crogiolo di ideali della grande Enciclopcdia e della grande Rivoluzione, è altrettanto vero che siamo portatori e custodi di valori che traggono la loro origine nelle antiche Scuolc dei Misteri.

Nei nostri lavori, nei nostri studi dobbiamo adottare sempre un metodo che, se da un lato trova logico fondamento su basi razionali ed illuministiche, non può e non deve peraltro tralasciare i valori immortali del simbolismo esoterico delle grandi Scuole tradizionali dei Misteri.

Illuminismo ed esoterismo sono, non dimentichiamolo, le due maggiori componenti dello spirito massonico, ma due componenti solo apparentemente in contraddizione, c che devono essere sempre presenti, insieme, nei nostri lavori.

Non si dirà allora che la nostra Istituzione è vecchia e da rinnovarc perché si scoprirà che contiene una Idea eterna; non si dirà che va adeguata ai tempi perché si scoprirà che sono i tempi che, dall’alba del mondo, scoprono, secolo dopo secolo, giomo dopo giorno, i valori massonici nel travaglio perenne del pensiero e dell’azione dell’uomo; non si dirà che la Massoneria deve aprire le porte al pubblico profano perché si scoprirà che essa è una società segreta in senso esoterico, ossia nel significato più intimo che a questo terrnine può essere conferito,

L’iniziazione massonica comporta dunque, per l’Apprendista, soprattutto l’assimilazione di questo metodo di ricerca e di conoscenza che vede accumulare la costruzione razionale del pensiero settecentesco di Voltaire al verbo esoterico di Buddha e di Cristo.

Non dimentichiamo, quindi, le nostre origini ed il nostro traguardo: siamo una grande Istituzione iniziatica con i caratteri della religione misterica che ha assimilato la grande lezione storica che ci perviene dall ‘Illuminismo.

In questo contesto anche noi Liberi Muratori siamo portatori di una Fede, ma non certo fede dogmatica, cieca e fuori da ogni schema razionale, ma una fede che trova le sue salde basi nei valori dell’esoterismo, valori che riconoscono il risveglio spirituale interiore.

Se volessimo dare una definizione della nostra fede, non potremmo che ripetere la parola di Buddha. L’Illuminato diceva all’adepto: ”dobbiatno credere quando gli scritti, la dottrina, le parole vengono confermati dalla nostra coscienza e dalla nostra stessa ragione”.

“Per questo, Egli concludeva, io vi ho insegnato di non credere unicamente perché qualcuno ve lo ha detto, ma quando la vostra stessa coscienza vi dice di vedere, solamente allora agite in conseguenza e senza indugio”.

Così, Egli diceva, e questo è certamente il migliore spirito della Fede, quando questa costituisca anche Metodo dello sviluppo dell ‘anima.

Fratelli, sento il dovere di concludere richiamandovi allo spirito di fratellanza e di amore attraverso lo studio e la meditazione, nella ricerca di noi stessi e della Verità.

Dice il Corano: “l’inchiostro dell’Uomo che studia è più prezioso del sangue del martire: chi brama sapere adora Iddio”.

G. Bltt,

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