RIFLESSIONI

Caring mother and dad supporting sad teen son sitting on bench in park, crisis

Riflessioni

Negli ultimi tempi mi sono fermato più volte a pensare quanto sia ardua e dura la vita profana con tutti i suoi impegni materiali e umani, diverse volte sono stato preso dallo sconforto di trascinare una vita senza nessun significato se non allevare figli, per poi metterli, con tutte le abituali facilitazioni che loro offriamo, in una vita che sempre più affonda in povertà di spirito, di scopi e bassezze di risultati sempre più distanti dalle illusioni idealistiche che la mia epoca aveva immesso in tutti noi di quella generazione.

Noi, i figli del dopoguerra, siamo comunque partiti da poco e comunque siamo arrivati molto in alto nelle nostre necessità materiali.

Comodi, circondati dal benessere, possiamo aver desiderato di più perché abituati a competere con il confronto, noi abbiamo costantemente finto d’essere di più creandoci quel cronico stress oggi tanto d’attualità.

Ma poi siamo cresciuti e incontrando sulla nostra strada la Massoneria abbiamo pensato di rinascere in essa trovando nuova linfa per il nostro spirito, per il nostro animo idealistico a lungo soffocato, e io, qui, ho ancora sbagliato i miei conti, essere Massone, far rinascere e sviluppare quanto nascosto e celato negli anni mi ha ancora più messo in crisi e traumatizzato.

Facile farlo a parole, il Massone, ma ben più arduo viverlo costantemente.

Un mare d’azioni e di cose, mascherate dall’indolenza e dal normale per tutti, diventano macigni insostenibili.

Ed ecco, nuovamente, vivere continuamente in tensione, in urto, con quello che senti non solo per te, ma per tutti.

Sentirsi fuori dal mondo, ma frequentarlo e viverlo, altro che super uomo, ma piccolo pesce in un mare che ha delle leggi e delle correnti che la mia piccola forza cerca di arginare, forse, ma non riesce certo ad invertirne il senso.

L’oasi del rito in Tempio, la comunione con altre persone che sono come noi, ci da fiducia, ci ritempra, ma anche lì non riusciamo tutti a spogliarci dei nostri metalli e a volte scarichiamo i nostri fardelli e competiamo nel dimostrare la nostra certezza per trasmetterla ad altri che sono assopiti nei loro sentimenti e che un domani, nella ricerca della luce, si ritroveranno a combattere con se stessi e con il mondo.

E in quel Tempio sci nuovamente solo con il G.’.A.•.D.•. U a chiederti come farai a diventare quel Saggio che scivola sul male e propugna il bene.

Ma il risvolto più ricco è che ora sei certo che non puoi tomare indietro e come un cavaliere combatterai sino alla morte, certo che le tue sofferenze saranno poco, anche solo una goccia, per migliorare quel mondo ostile che cosparge il tuo cammino di ostacoli sempre più ardui, in modo che, quando raggiungerai la fine, saprai che niente, forse, è cambiato, ma il tuo essere Massone è inseguire l’utopia massonica, pur logorandoti, avrà dato un valido alla tua vita spirituale.

R. Gril,  

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