TACERE

Tacere

Qualche settimana or sono, ascoltando la descrizione di un rito di iniziazione del Rito Scozzese Antico ed Accettato, venni preso da un profondo senso di malessere. Mai sentito nulla in proposito (voi conoscete la mia profonda ignoranza!), ho impiegato un poco a rendermi conto del perché.

Il rito in proposito consiste nell ‘abbattimento delle colonne. Azione di distruzione e di violenza; l’unica che abbia mai conosciuto nell ‘ambito dei riti Massonici.

A dire il vero, nel nostro rito di iniziazione potrebbe sembrare violento il passo della luce, quando viene tolta la benda all’iniziando ed egli vede le punte delle spade puntate su di lui. Ma l’impressione di stupore, soprattutto dovuta al contrasto con il contenuto filosofico ed umanitario dei passi uditi ed accettati precedentemente, è destinata ad essere immediatamente corretta dalla spiegazione che quelle spade che egli vede sono le stesse destinate a difenderlo se si trovasse in una situazione di pericolo.

Da dove verrà la necessità di distruggere imposta proprio dal più antico dei riti?

Alcuni giorni fa mi sono capitati per le mani alcuni Mandala originali indiani. Mi ha molto stupito la complessità del disegno, i colori, la apparente impenetrabilità del loro significato. Chieste spiegazione ad un esperto, per la verità una esperta, mi venne spiegato non il contenuto, ma l’uso di queste immagini estremamente elaborate: essere oggetto di meditazione, durante la quale essi si dispiegano all’interno della mente, portando in essa conoscenza, illuminazione e, se non si sa gestire il tutto, anche incubi e

Si tratta quindi di simboli complessi trasposti da menti illuminate, nella notte dei tempi, per trasmettere conoscenze altrimenti incomunicabili e fortunatamente a noi giunti formalmente intatti se pur incomprensibili.

La stessa funzione dei nostri simboli. Solo che questi sono estremamente semplici. Strumenti da lavoro di umili professioni, oggetti comuni, manifestazioni della natura: gli astri, le stelle, il cielo; forme geometriche elementari, parti anatomiche.

Stessa finalità quindi, ma quale enorme differenza di livello! Si direbbe quasi che i simboli che ci sono pervenuti siano frammenti della esplosione di un universo di simboli, sparso nell’umanità e poi raccolto con immenso sforzo da chi ne aveva mantenuta la memoria, ma non l’esatta conformazione.

In realtà il fenomeno potrebbe essere stato esteso nel tempo, ma per arcana ragione, irreversibile.

Migliaia d’anni fa anche nel continente europeo la conoscenza totale fu raggiunta da uomini illuminati delle antiche popolazioni: Celti, Balti, Liguri, Etruschi. I nomi dei saggi di questi popoli potevano essere i Druidi o altri.

Poi si verificò sistematicamente il prevalere delle popolazioni più arretrate dal punto di vista filosofico, ma efficienti dal punto di vista economico e militare sulle preesistenti civiltà avanzate. In questo modo popolazioni ignoranti, ma violcnte arrivarono a cancellare intere culture e popolazioni.

I poteri militari degli imperi e dei reami sottomisero con inaudita violenza e totale crudeltà i popoli della caccia, della agricoltura, della armonia con la natura, trasformandoli in popolazioni miserabili di schiavi del terrore e della ignoranza.

Il cristianesimo venne a sua volta radicalmente influenzato dalla metodologia del dominio degli imperi precedenti ed impiegò secoli per imporre le vestigia di se stesso, dimentico delle origini mistiche ed umanitarie.

Furono dei militari, i cavalieri, quelli che raccolsero in qualche modo il messaggio della trascendenza, tramandato oralmente nei secoli oppure ritrovato in qualche antro orientale. Lo riportarono in occidente, subito prima di essere distrutti essi stessi dall’impero e dalla chiesa, coralmente atterriti dalla probabile perdita di potere o di ascendente derivante dalla diffusionc di un saperc trascendente.

Il messaggio era però già passato ai loro architetti costruttori ed agli operai delle cattedrali.

Centinaia di anni dopo, nel secolo dei lumi, alcuni studiosi trovano i legami sottili, sentono e scoprono chc la tradizione è sempre esistente. Percepiscono i significati profondi dei simboli, raccolgono quello che resta, riscrivono i limiti. Elaborano un rituale scritto.

Quanto è rimasto porta vaghe tracce di coloro che hanno mantenuto il legame orale; degli originari: la natura, il simbolismo, il mistero; degli schiavi: il terrore; dei militari: il rigore, la combattività; degli operai: l’operosità e gli strumenti.

Da tutti prendono e rifondono alla stregua degli alchimisti, ma come prima cosa afferrano il valore più profondo, tramutano il ferro in oro: la violenza in amore.

Si comincia con questo. L’iniziazione compie l’ultimo atto che ha la forma della violenza, ma che ha l’unico scopo di uscire dalla violenza.

Tanto ci possono indicare i simboli di cui ci serviamo per tentare di interpretare il cosmo e la storia.

La spiegazione è semplice, una delle tante, ciascuno di noi può costruirsene una a suo piacimento. Questo ragionamento è pericoloso: può venire fuori il dubbio che tutto quello che si presenta sia un castello di fantasie senza un reale fondamento.

Tanti anni fa avevo proposto una tavola che il Venerabile mi sconsigliò di esporre ai Fratelli, ma che ora ritengo maturo il tempo di raccontare. E la storia di A, un ricercatore che trova una guida che lo porta verso una montagna. Man mano che sale egli abbandona tutto ciò a cui era attaccato ed affezionato; la cima della montagna è li splendida ed allettante. Con immense fatiche arriva in cima Trova un cartello: chiuso per ferie. La guida è sparita. A si rivolta ed inizia la discesa.

Allora ero un Compagno alle prime armi, percepivo i dubbi, ma non andavo oltre.

Da Maestro “sempre alle prime armi” posso ora dire che, se ci lasciamo trascinare dalla speranza che esista una verità, saremo sicuramente delusi da milioni di altre verità.

Ma se troviamo alcuni ricercatori disposti a trovare una loro personale verità, con metodo valido ed intenti onesti, potremo fare la strada insieme: questa sarà la verità.

L’universo è meraviglioso perché fatto di infinite realtà. Sta ai ricercatori immaginarle e realizzarle in Sé ed all’esterno.

S. Vlbrg,

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