Cenni sul passaggio da corporazione (muratoria) a Massoneria
Maestro Venerabile, Fratelli tutti carissimi,
Questa sera vorrei affrontare insieme a voi una questione molto importante, nel tentativo di comprendere quello che è, è stata e sarà la nostra Istituzione.
Come sappiamo, la data di nascita ufficiale della Libera Muratoria moderna è fissata nel 24 giugno 1717. Quel giorno, quattro Logge (ovviamente preesistenti) si riunirono alla Taverna dell ‘Oca bianca (che era il nome di una Loggia) e si accordarono per istituzionalizzare la Corporazione, stabilendo alcuni reciproci rapporti duraturi.
Com’è facile intuire, in quel tempo Ic Logge ‘erano costituite da muratori ‘operativi”, nel senso che erano persone che “fisicamente” lavoravano all’edificazione di chiese o di altri importanti edifici. Un’eccezione era la consuetudine per cui le Logge avessero tra i propri membri, sia un cappellano, che un medico.
Ogni Loggia, è facilmente intuibile, fino ad allora si auto governava, basando i propri comportamenti su quelle che noi definiamo Costituzioni Gotiche, o di York. Troviamo il termine Gotich Constitutions nelle Costituzione redatte da Anderson nel 1738. Con questo termine si indicavano le raccolte scritte di usi e costumi tramandati fino ad allora oralmente, o come diciamo noi oggi “da bocca ad orecchio”, e risalenti agli anni tra il 1150 ed il 1550.
Tutti questi antichi documenti avevano all’incirca la medesima struttura: una prima parte “invocatoria”, una seconda narrativa intorno alle origini della Muratoria, una terza relativa ai vari Charges, ossia all’elencazione di tutti i vari doveri, morali e non, ed una quarta ed ultima parte con tutte le varie regole che potremmo definire ‘amministrative”.
Le invocazioni, che chiaramente non possono avere valore normativo, hanno una chiara matrice Cristiana Trinitaria e riflettevano la dottrina della Chiesa Romana. Eccezioni di buon rilievo a questa visione sono il Poema Regius e quello di Cooke, risalenti entrambi al 1390 circa.
Le parti “descrittive”, molto diverse tra loro, sono zeppe di imprecisioni, di errori anche grossolani e di anacronismi. Tuttavia concordano nell’identificare la Libera Muratoria con le scienze dell’architettura e della geometria.
Anche per quanto concerne i Charges ritroviamo diverse versioni, sia nel numero, che nei contenuti di quelli che dovevano essere i doveri cui attenersi: comunque va rilevato che in nessun articolo esiste un divieto al mutamento delle regole.
Nel manoscritto Haliwetl, più noto come Poema Regius (tradotto in italiano da un Fratello già di questa Loggia, Gaetano Fmtn) troviamo 15 articoli per Maestri (titolo che a quella epoca e fino al 1725 era riservato ai soli dirigenti della Loggia) e 15 pcr i Craftmen. Il manoscritto Cooke ne riporta 9 del primo tipo e 9 del secondo. Ancora il manoscritto Grande Lodge del 1583 riporta 9 obblighi generali e 18 speciali, diretti sia ai compagni, che ai maestri.
Interessante è considerare quello che prescriveva il manoscritto Harleian (del 1670 circa) composto di 25 articoli (Charges) per apprendisti e di 6 new articles. Qucsti ultimi hanno un contenuto finora inedito, e nella loro sostanza prescrivevano:
- che la Loggia deve avere almeno 5 membri;
- che il muratore viaggiante avesse con sé un documento con la data della sua accettazione;
- che i nomi di tutti i muratori fossero registrati su di una pergarnena;
- che un giuramento, con la formula riportata, fosse scmpre prestato dal viaggiante. Queste regole indicano con chiarezza che loro compito era regolare un fenomeno che aveva cominciato ad assumere dimensioni rilcvanti: l’ingresso nelle Logge di persone che venivano qualificati come “Liberi ed Accettati Muratori”. Essi, ovviamente, non erano in grado di dimostrare in modo certo la loro appartenenza alla muratoria, come era invece possibile agli operativi. Si creò così la neceSsità di dimostrare in modo certo la loro effettiva appartenenza alla corporazione che, non dimentichiamolo, in quell’epoca era potente e poteva offrire ai suoi membri vantaggi reali e tangibili.
Tutto questo lungo prearnbolo per dire che non essendo codificato nulla di preciso, ma ogni Loggia avendo proprie costituzioni, esisteva la più ampia possibilità al cambiamento e la possibilità ad accettare novità nei regolamenti. Insomma, a fronte di cambiamenti sociali ed economici, vi è stato da parte della Muratoria il consenso a mutare, e anche profondamente, regole ed usi.
Riassumendo, se è vero che le Costituzioni Gotiche sono servite da base per la redazione della Costituzione del 1723, è anche vero che esse erano tutt’altro che univoche. Insomma, fino ad allora, ogni Loggia era veramente e completamente indipendente e sovrana ed aveva quel numero e quel tipo di usi, costumi e regole sufficienti ed idonee al buon andamento della Loggia stessa.
Ma quello che mi preme qui osservare e sottolineare è la non universalità ed immutabilità che sovente sentiamo attribuire ai nostri doveri,
1 LANDMARKS
Troviamo per la prima volta la parola LANDMARK in Massoneria nella 39A Regola delle General Regulations, pubblicate insieme alla History, ai Charges ed al Master’s song: il tutto forma le cosiddette Costituzioni di Anderson che vennero stampate il 17 gennaio 1723. Questa 39A regola recita: “Ogni Gran Loggia annuale è rivestita del potere e dell ‘autorità di fare nuovi Regolamenti o di modificare questi stessi se ciò giova alla Fraternità, alla condizione che gli antichi Landmarks siano sempre accuratamente conservati .
Ma già nel 1720 George Payne compilò le “General Laws and Regulations for the Governement of the Craft”. Queste regole furono approvate dalla Gran Loggia del 24 giugno 1721 e riportate integralmente dall’Anderson nelle Costituzioni del 1723.
La regola numero 4 di Payne stabiliva che:
- tutte le leggi promanano dalla Gran Loggia;
- avendo essa sola il diritto di decretare può, di conseguenza, modificare, abrogare e revocare regole;
- così facendo essa deve sempre aver cura che gli “Antichi Landmarks dell ‘Ordine” siano preservati (vedasi G. Gamberini in “Attualità della Massoneria”).
Il Fratello Anderson, in proposito, spiega che “dopo aver dedotto dagli antichi archivi c dai costumi della fratellanza questi regolamenti, li ha redatti in forma nuova ad uso delle Logge che sono a Londra, nel Westminster e nei dintorni”, ed ha aggiunto ad essi varie ed utili spiegazioni.
Come prima considerazione possiamo dire che con la convocazione della prima Gran Loggia, nel 1717, e con fa definitiva approvazione, nel 1723, delle Costituzioni con tutte le novità e le aggiunte effettuate, molte cose subirono una sostanziale modificazione nella Muratoria, e già troviamo tutte le premesse che porteranno la Libera Muratoria da operativa a speculativa.
Il semplice fatto che una Costituzione fosse stata redatta cd approvata perché servisse da norma generale pcr tutti, Massoni, Logge e la stessa Gran Loggia, comportò automaticamente la trasformazione e l’abolizione di norme, precetti, costumi e credenze che, istituiti in luoghi e tempi diversi, pur essendo diversi tra loro, coesistevano pacificamente e indipendenti ai tempi delle Costituzioni Gotiche.
ln poche parole, è questo il momento in cui la Libera Muratoria da policentrica divenne monocentrica.
Vediamo di comprendere meglio i mutamenti suddetti analizzandoli e raggruppandoli in punti:
l) la prima Gran Loggia si riunisce con il preciso intento di uniformare, sia le regole preesistenti (ed indipendenti), che le pratiche rituali con una norma generale (General Regulations);
- le assemblee si dividono in annuali e trimestrali. Alla Gran Loggia (annuale) partecipavano tutti i Massoni, mentre le seconde, dette di quartiere, erano riservate ai soli Ufficiali di Gran Loggia, ai Maestri (che erano i soli Venerabili) ed ai Sorveglianti;
- l’autorità di costituire Logge è abolita, salvo la dispensa del Gran Maestro;
- te antiche leggende che permeavano la Muratoria sono modificate e probabilmente sviluppate; gli antichi Charges vengono adattati per poter servire da guida, sia alla singola Loggia, che alla Gran Loggia;
- le regole del mestiere operativo sono abbandonate in toto, mentre i doveri, gli strumenti, le regole e i costumi sono adottati, in forma alterata, per fini “speculativi” o iniziatici;
- il rituale esistente è sviluppato in due gradi, il terzo verrà aggiunto tra il 1725 ed
- poco per volta, dapprima la carica del Gran Maestro, poi quella di Maestro Venerabile ed infine quella dei Sorvegliati saranno assegnate solo più ai Fratelli “Accettati”, in modo speciale ai nobili e non più agli “operativi”, intesi correttamente come uomini di mestiere;
- l’antica adesione alla visione cristiano-trinitaria viene abbandonata per un silenzio in materia religiosa. Si inizia qui a parlare di uomo “nato libero”, di buoni costumi, sincero, d’onore cd obbediente alla Legge Morale.
Tali fatti, come possiamo logicamente concludere, portarono grossi cambiamenti nell ‘essenza stessa della Muratoria.
Il cambiamento che, tuttavia, è più rilevante, anche per il suo contenuto, è quello dell ‘introduzione del grado di Maestro, avvenuto, come ho già detto, successivamente al 1725. Fino ad allora, il termine Maestro era riservato esclusivamente a colui che
dirigeva la Loggia non rappresentando, in sé, un grado, ma designando il Compagno (Craft) cui era demandato il compito di sovrintendere i lavori.
Strano anche come avvenne questa innovazione. Il 12 maggio del 1725, a Londra, la Philo-Musicae et Architecturae Societas Apolloni, società non massonica di musica che reclutava i suoi membri esclusivamente tra i Massoni, di cui ebbi già modo di parlare nella mia tavola sulla musica massonica, aveva di sua iniziativa elevato al grado di Maestro alcuni “Accettati”. Questo fatto comportò vibrate proteste nell’ambiente massonico, che però fini per accettare il fatto compiuto, provvedendo ad emendare conseguentemente le Costituzioni, appena promulgate, con l’introduzione del “nuovo”
Il 25 novembre dello stesso anno infatti le Costituzioni dichiarano che: “il Maestro di una Loggia, con l’approvazione dei due Sorveglianti, e con la maggioranza dei Fratelli Maestri, può fare Maestri a sua discrezione”.
Tuttavia anche questo emendamento restò per anni materia di discussioni e solo nel 1738 fu definitivamente accettato da tutti e inserito nelle nuove Costituzioni, al capitolo 390 .
Tale capitolo subì anche altre importanti evoluzioni. Esso dichiarò che “tutte le alterazioni o nuove regolazioni sono solo per emendare o per spiegare le antiche regolazioni per il bene della Massoneria, senza violare le antiche regole della Fratellanza, sempre preservando gli antichi Landmarks e furono fatte in tempi diversi per occasione offerta dalla Gran Loggia, la quale ha un inerente potere di emendare ciò che può essere ritenuto inconveniente, ed ha ampia autorità di fare nuove regolazioni per il bene della Massoneria .
Un altro punto importante ed interessante fu il cambio al primo Charge, con il passaggio dalla ‘tolleranza religiosa” al concetto di “nohachita” e di “Massone cristiano”. Questo specifico Charge verrà poi nuovamente modificato nel 1815 dalla Gran Loggia d’Inghilterra con l’istituzione della credenza nel “Glorioso Architetto del Cielo e della Terra” e con la “pratica dei sacri doveri della moralità”.
Veniva così, nel corso di un secolo, modificato l’atteggiamento dell’istituzione verso la religione, e soprattutto, le qualità necessarie per aderire alla stessa.
Un altro rilevante cambiamento nel Rituale avvenne per volere della Gran Loggia Moderna d’Inghilterra: tra il 1739 e il 1809 si invertirono, scambiandole, le parole sacre e di passo del secondo c del terzo grado.
Sempre nel 1809 venne fondata una Loggia di ricerca “della promulgazione” con lo scopo dichiarato di far luce sugli antichi Landmarks. Il 9 ottobre 1810 essa ufficializzò che il rito di installazione del Maestro di Loggia era uno dei due Landmarks della Muratoria. In un secondo tempo affermò che anche i segreti e le cerimonie erano Landmarks. Tali affermazioni furono fatte proprie dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra nel 1813.
Un altro cambiamento che troviamo riguarda il terzo Charge. Nella Costituzione del 1723 esso prevedeva che il candidato fosse “nato libero”, ma nel 1847 la Gran Loggia Unita d’Inghilterra lo emendò stabilendo che esso fosse “uomo libero”. Questo in seguito all’abolizione della schiavitù, fatto salvo il significato iniziatico che oggi noi diamo a questa dicitura e di cui molte volte abbiamo già discusso.
Un altro aspetto merita la nostra attenzione. Oggi i temi che sono più delicati vengono trattati in grado di Maestro, ma non è sempre stato cosi. Nel XVIII secolo era invece la Loggia nel suo insieme, composta dai due, poi tre, gradi che esamrnava le vane questioni.
In buona sostanza anticamente sia l’apprendista che il compagno erano ritenuti nella piena capacità di affrontare le questioni che concemevano il buon andamento della Loggia.
Quanto sopra, tuttavia, non deve farci perdere di vista quello che è, nella sostanza, la Libera Muratoria: una società iniziatica, con un suo patrimonio simbolico, certamente non modificabile, con un suo Rituale (argomento che spero di poter affrontare in un prossimo lavoro) e in quanto tale non ha nulla da spartire con regole amministrative e compartimentali, queste si soggette a possibili e continue modificazioni. Ma riprendiamo il filo del nostro racconto.
Solo nel 1856 incontriamo la prima stesura ufficiale e completa dei Landmarks. Essa fu emanata dalla Gran Loggia del Minnesota ed è composta di 26 articoli. Pochi mesi dopo la Gran Loggia del Kentucky ne promulga una di 17 articoli.
Il famoso scrittore massonico Mackey riprenderà nel 1856 le teorie e gli scritti di tale Oliver, quanto mai fantasiosi, convinto che tutto, in Massoneria, avesse radici ebraiche. I Landmarks da lui resi noti sono 25.
Fuori dagli Stai Uniti d’America la questione non pare aver molto interesse. A tutt’oggi risulta che in Europa solo il Grande Oriente di Spagna adotti ufficialmente un elenco di Landmarks, composto di 30 articoli.
Nel 1871 il Fratello Findel, tedesco, enumera 9 Landmarks, senza che però siano mai stati adottati dalla Gran Loggia di Germania. Nel 1914 lo scozzese MC Bride compila un elenco di 12 Landmarks, senza miglior fortuna.
Ma che cosa sono questi Landmarks? Perché, visto che non c’è alcun accordo su numero e contenuto, sulla formulazione e sull’inalterabilità, non si provvede almeno a stabilire quale sia l’ambito in cui essi debbano intendersi e quali finalità si propongono? È un problema che credo abbia grossa rilevanza.
Le ipotesi sono le più varie e tenterò di darvi alcune delle tante formulate, diciamo così, dagli studiosi da me rintracciati. Secondo alcuni i Landmarks sono indefinibili se prima non si definisce la Massoneria, per altri sono un freno alle innovazioni e limitano i poteri della Gran Loggia. Per altri sono i principi base dell’ Ordine e per altri ancora essi costituiscono il Corpo stesso della Massoneria. C’è chi dice che sono solo i costumi e gli antichi usi, chi dice che sono delle leggi, e altri che sono leggi sia scritte che non scritte, ma c’è anche chi dice che non sono affatto delle leggi.
C’è chi ipotizza che essi coincidano con gli Old Charges, chi con quanto sentenziato dalla prima Gran Loggia. Chi li limita alla credenza in Dio e all’immortalità dell’anima, altri sono orientati sui riti e sulle cerimonie, ma c’è chi pensa si rifenscano alle modalità di riconoscimento, o che riguardino le varie tecniche operative. E ovviamente non manchi chi nega l’esistenza dei Landmarks, o chi pensa che essi possano solo essere scoperti, ma non comunicati.
Qualcuno doveva, prima o poi, cercare di porre un argine a questa gran confusione. Albert Pike, Massone americano illustre, afferma che “i principi fondamentali dell ‘antica Muratoria erano pochi e semplici e non erano definiti Landmarks. Ogni Loggia era indipendente e sovrana, era composta da apprendisti e compagni, aveva un Maestro e due Sorveglianti, che erano eletti da tutti i membri, annualmente”.
I rapporti tra le varie Logge erano regolati dagli Old Charges, i quali non possono essere, se non impropriamente, Landmarks.
Un altro studioso, il Gould, afferma, dopo una lunga disamina della questione, che “i Landmarks sono dei principi essenziali senza i quali la Massoneria non sarebbe Massoneria: l’organizzazione della Craft in Logge, i requisiti per l’ammissione e le regole di governo stabilite all’inizio’
Nella sua analisi alla lista del Mackey egli salva solo 3 Landmarks (il 90, il 1 00 e l’ I | 0) affermando che, data la precarietà di fondo della dottrina dei Landmarks dal punto di vista tradizionale e non essendocene traccia nei verbali del XVIII secolo, non esistono i prerequisiti per sostenerne sia l’antichità, che la inalterabilità. Diventano così principi essenziali della Massoneria e suoi specifici, tali da contraddistinguerla dalle altre Istituzioni.
Ed in Italia? Le Costituzioni del Grande Oriente d’Italia non ne hanno mai parlato. Gorel Porciatti, esimio Fratello con varie pubblicazioni di carattere massonico, nel 1946 scrive che “attualmente la Massoneria ha assunto il carattere di associazione universale retta da principi immutabili basati sui Landmarks”. Analogamente la pensa il Farina, mentre il Ventura appare molto più scettico e critico ritenendo che Landmarks sia una semplice svista, poiché si dovesse intendere Old Charges quando questi vennero nominati.
Antonello Zucco sostiene che “nessuno sa, né saprà mai che cosa siano i Landmarks”.
Giordano Gamberini afferma che “a coloro che invocano i Landmarks basta chiedere di esibire la fonte”
In sostanza essi sono oggetto di molte animate discussioni, anche se nessuno sappia delineare con esattezza la materia del contendere.
Allora vorrei concludere il mio dire con queste considerazioni: la Massoneria ha sovente un aspetto duale, così come rappresentato dal nostro tappeto a quadri o dalle due colonne. L’atteggiamento dipende dal Libero Muratore che può essere, sia pragmatico-operativo, che di carattere speculativo-spirituale, ma anche la Loggia nel suo insieme riflette questo atteggiamento di fondo nella sua attività lavorativa.
Ma cosi è anche per l’Istituzione: possiamo cercarvi e trovarvi cose concrete ed immediate (fratellanza, amicizia o lavoro e affari) oppure ricerca spirituale, introspezione, confronto con gli altri Fratelli. Quale delle due vie sia più giusta non si può affermare: così come non dobbiamo camminare sui riquadri bianchi, né su quelli neri, così la nostra presenza tra Ic Colonne si giustifica con l’accettazione del lavoro di Loggia, qualunque ne sia il tipo Questo perché il patrimonio ideale della nostra Istituzione è ricco e fecondo, e sta solo a noi capirlo e valorizzarlo,
A. Bgg,