PERCHE’ LO FANNO?

Perché lo fanno?

Mi sono posto una domanda: perché la Massoneria è durata?

Cercherò, riflcttendo con voi, di fornire alcune risposte, non pretendo sicuramente di esaurire l’argomento, né penso, alcuno potrà farlo.

La nostra Arte è fondata sulla base della virtù e della credenza che esiste una verità religiosa. Tuttavia è purtroppo vero dirc che le Chiese hanno perduto definitivamente lo spirito che ne ha permesso la loro diffusione ed utilizzano il retaggio di un passato più o meno remoto per giustificare la loro esistenza.

Da questa riflessione nasce la prima domanda: “l ‘uomo deve necessariamente essere rivolto ad un dio, per vivere una propria legge morale?”

La risposta che mi viene spontanea è NO. Non credo sia dimostrabile che uomini dotati di profonda, cosciente religiosità siano o possano dirsi superiori a quelli dotati di onestà e naturale sensibilità verso i bisogni altrui.

I secondi, in ogni caso, dimostrano di possedere una loro religiosità morale che inconsciamente o consciamente determina i loro atti.

E vero, invece, che la Massoneria non è una religione.

Anche la politica viene lasciata alla libertà dcl singolo.

Possiamo già fornire una prima risposta? Possiamo affermare che la Massoneria mira allo sviluppo dell’Amore Fraterno al di là di credo religioso, di razza, di idee? Andiamo oltre.

Il nostro rituale ha una grande attrattiva? Esso ha per noi un suggestivo interesse, ma non possiamo affermare che sia uno dei motivi di attrazione.

“11 lavoro iniziatico non può consistere solo nel trovarsi una o cento volte I ‘anno in un Tempio per trascorrere insieme un paio d’ore dedicate alla ritualità … ” scriveva il Fratello M. V. S. Pnt ai Fratelli di questa Loggia nel 1984.

I simboli celati, le parole, tutte con senso diverso del pronunciamento, le forme, la sintassi e via discorrendo non sono un grande esempio di letteratura o di poesia. Ascoltandolo un profano potrebbe considerarlo non importante c persino ritenere che gran parte di esso sia un nonsenso.

E allora? A noi questo non importa. Noi lo accettiamo tutto e lo viviamo, ciascuno con se stesso, in quanto comunica in forma allegorica una filosofia: filosofia della vita.

Il suo potere, per la nostra mente, è nascosto. Nulla di nuovo ci viene insegnato, ma il nostro proprio metodo di apprendimento ci permette di “riappropriarci” di quanto dimenticato.

Non è mai noioso: ogni volta che lo viviamo qualcosa di nuovo, qualche aspetto può divenirci chiaro.

Molti dicono di noi: Perché lo fanno ?

Potremmo persino essere lusingati da questa domanda, il nostro orgoglio potrebbe insorgere. La risposta è sempre la stessa, anche adesso: l’amore che portiamo al nostro prossimo è una possibile affermazione. La nostra antichità un’ altra.

Costruire una casa senza che questa crollasse è stato senz’altro uno dei primi segreti di quel mestiere che portò, nel Medioevo, a costruire templi che ancora vediamo attorno a noi, vere enciclopedie per coloro che sanno leggere.

Tuttavia la muratoria simbolica, benché discendente da quella operativa, nel 1700 si era completamente trasformata, diventando più affine a quelle forme di antiche società do uomini illuminati che usavano il simbolismo per insegnare una filosofia, dalla pitagorica ai Templari ed ancora oltre.

Se noi sommiamo, però, tutti i valori sin qui detti ed altri non detti, non riusciamo ancora a spiegare perché la Massoneria abbia un fondamento tanto stabile da resistere agli effetti del tempo, in mezzo a continui attacchi, in un mondo sempre più spregiudicato.

Proviamo a cercare, se riusciremo, il motivo su un piano diverso.

L’Arte, a mio avviso, dura perché è in armonia con la crescita spirituale dell’uomo, dalla sua prima apparizione. L’Arte è presente quando per la prima volta un bambino dice “io sono”, ressa si ritrova nella sua fiducia e nel suo amore.

Quanti di noi avrebbero desiderato rimanere come Peter Pan, il bambino che non cresce mai?

L’evoluzione naturale dell’amore di un bambino non può essere paragonata all ‘essenza della nostra Arte’?

Il ritrovarci nella condizione del bambino piccolo ed ancora senza peccato, il suo “fingere”, il suo amore per vestirsi, le sue storie filosofiche intuite dalle nubi che passano in cielo, la sua gioia nel possedere segreti “fanciulleschi” non sono forse le sensazioni da conquistare?

Se ci riusciremo potremo senz’altro far emergere ciò che è già dentro di noi: la saggezza, la forza c la bellezza della nostra Arte.

C. A. Cst, 22 aprile 1993 e :.v:. (1 0 Grado)

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