PROPOSTE

Proposte

Carissimi Fratelli,

un argomento che, iniziato dal Fratello Vttr ed aveva suscitato il mio interesse, ma non era più stato ripreso, era sul dove, quando e come nascano le idee.

Questo può essere un tema da approfondire poiché mi apre possa condurci molto lontano. Dove, si diceva? Nella mente, o meglio, nel cervello. E cioè un qualche cosa che seppure astratto, e riconducibile al concreto, al fisico. O forse . no! Vediamo.

Provo a partire non dalla normalità, ma dall ‘anormalità. Dai pazzi, cioè. Essi vengono “curati” da chi e come? Da psichiatri che, come sappiamo, sono sovente per necessità, ai confini tra medico e missionario. Perché questa differenza con i comuni malati? Forse perché la pazzia, nelle sue varie manifestazioni, non colpisce un osso, un muscolo o un nervo bensì un qualche cosa di impreciso e di indefinito, che solo semplicisticamente si chiama cervello, o mente.

Direi, allora, che il ragionamento è un concatenamento di “forze”, anche misteriose, che nel pazzo sono slegate. o meglio, deviate dalla “retta via”.

A questo punto comincio a rendermi conto che l’idea non è una “cosa” fisica come avevo supposto! È allora un qualche cosa di spirituale? O è forse qualche cosa d’altro ancora?

L’uomo, a mio giudizio, è sempre molto lontano dalla “luce”. Non sono neppure tanto sicuro che vi si stia avvicinando, nel cammino che ha intrapreso. Solo con la costante verifica di tutti i suoi atti, i suoi gesti, i sui pensieri egli può, procedendo appunto a tentoni, pensare di avvicinarsene, e di non procedere invece per tortuosi sentieri, verso una falsa luce, magari addirittura un riflesso!

Ma è uno spunto come questo che ci fa intravedere quanto sia ancora lungo e complesso il nostro cammino. Innanzitutto non sappiamo quale sia la meta, infine non sappiamo che strada percorrere, né con quali mezzi e quanto tempo durerà. Non abbiamo neppure la certezza di arrivare eppure io sono convinto che sia doveroso accingersi a compiere questo viaggio verso la Luce.

La Massoneria ci da un’idea, uno stimolo, un modo di agire! Usiamoli! !

Sappiamo di poter contare sul fraterno aiuto e sulla fraterna comprensione, quindi si parte già avvantaggiati. C’è, nel Tempio, una atmosfera psichica adatta ad aumentare sempre più la buona volontà di cui abbiamo dichiarato essere armati. Riconosco che, paragonata ai dubbi di prima, ciò non è molto, ma non è neppure poco.

Trattandosi di introspezione è chiaro che si tratta tuttavia di un lavoro che solo l’individuo può compiere in se stesso. Nessuno quindi si illuda di poter pigramente parteciparvi, sperando di raccogliere i riflessi della “Luce” di qualcuno che ha lavorato.

Questa è una scuola, ma senza esami finali se non con noi stessi, e non ci si può ingannare, almeno su queste cose! !

Ciò che dirò ora altro non vuole che essere un invito.

Ben vengano le tavole, meglio se ricche di citazioni e di dati, ma meglio ancora vengano coloro che, senza tavola precedentemente scolpita, prendono la parola per dire le loro idee, i loro pensieri. Facendolo semplicemente con il cuore in mano, forse anche con le imperfezioni linguistiche che vengono dall’improvvisazione, ma con convinzione e con l’intento di “aprirsi” agli altri Fratelli. Ecco ciò che vi si chiede! La profonda convinzione di ciò che si afferma, risultato di una lunga e laboriosa verifica; oppure il dubbio, la speranza che i Fratelli ci aiutino a dissolverlo.

Per tutto questo, noi sappiamo di poter contare sulle doti peculiari di ogni singolo Fratello, in quanto tale: Tolleranza, soprattutto, e poi Libertà.

Qui infatti ci si trova non tanto ad approfondire una cultura, magari di tipo nozionistico, o, peggio ancora, per far sfoggio di sapere, bensì per aiutarci, per chiarirci i dubbi o per comunicare le proprie emozioni e le proprie esperienze, che i Fratelli ascolteranno e, qualora lo reputino utile, apporteranno il loro contributo.

Per giungere a ciò in modo realmente costruttivo evidentemente occorre avere già iniziato la sgrossatura della pietra grezza. Ecco un altro motivo di silenzio per I ‘ apprendista.

Vorrei che tutti voi vi convinceste che solo così si potrà sperare di costruire il nostro tempio, quello interiore e, quindi, di riflesso, esterno (per il bene dell’Umanità).

Contate quindi con certezza sulla fratellanza e sulla tolleranza dei vostri fratelli, e quando sarete chiamati a dimostrarla, non a parole, ma con i fatti, fatelo appieno e fino in fondo!

Intervenite sulle tavole altrui, per portare il vostro pensiero di uomo libero, ma con tolleranza: chi ha scolpito la tavola, o comunque comunica qualche cosa al fratello, deve sapere che altri possono pensare diversamente da lui. Egli, quindi, con la massima tolleranza e rispetto ascolterà ciò che tu dici, e ne mediterà. Chiaro che anche il tuo intervento deve essere non in polemica, ma per costruire, per chiarire.

Meditate su ciò che il fratello dice e, se ne ravvisate il caso, intervenite subito o anche nelle settimane successive, specie se pensate che la vostra parola possa essergli di aiuto o di chiarimento.

Sforziamoci tutti insieme affinché la parola FRATELLO abbia un pieno significato, non solo tre ore la settimana, ma anche per tutto il tempo in cui le nostre occupazioni ci tengono lontani. Qualche minuto per conversare, anche soltanto telefonicamente, con il nostro Fratello cerchiamo di trovarlo. Non solo, ma io ancora propongo: non fossilizziamoci con uno o due Fratelli con cui già esistono rapporti, magari addirittura da prima delle vostre iniziazioni!

Siamo in 36 in questa Loggia, e tutti Fratelli, e tutti eguali! Forse non tutti voi sapete addirittura il nome di battesimo o la professione degli altri.

E come volete costruire su queste basi? Come potete pretendere di sviscerare insieme un problema , se non sapete chi egli sia, come la pensa, e perché pensa in un determinato modo.

Ho fatto fare una rubrichetta telefonica con nostri nomi e indirizzi, non perché la seppelliate in una tasca, ma affinché la usiate.

Non abbiate paura di offendere un fratello, se con ciò che dite o fate c’è qualche cosa che nel mondo profano non verrebbe accettato. Siamo qui per migliorarci l’un l’altro!

Se egli anziché affrontare la vostra frase, il vostro pensiero se ne discosterà o lo rifiuterà, ebbene voi siete ne giusto e lui nell’errore!

  1. Bgg.
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