Simbologia del 20 grado
Maestro Venerabile, Fratelli carissimi,
la Libera Muratoria ha per meta la fratellanza universale e quindi indirizza l’attività dei Fratelli verso la pratica della bontà e della virtù allo scopo di fare di ognuno di essi un uomo saggio e colto. Perciò essa pretende da lui soltanto la fede nell ‘esistenza del GRANDE ARCHITETTO DELL’UNIVERSO, ma non intesa dogmaticamente.
Al materialista che dubita dell ‘esistenza di un Supremo Creatore o Coordinatore, le porte del Tempio non saranno precluse, ma certo difficile, se non impossibile, sarebbe per lui il procedere nell’ascesa spirituale. Si vuole cioè giungere alla fede per la strada della meditazione, della ragione, pur consapevoli che la mente umana, in materia sovrannaturale, non potrà mai pervcnire, con ogni probabilità, a conoscenza certa.
La Muratoria svolge tale suo proprio istituzionale compito spirituale cercando di aprire ai propri adepti questa via elevata con insegnamenti nelle Logge, con l’esempio dei Maestri e con la pratica indefettibile del bene operare, della solidarietà e della riflessione. Questo insegnamento si esplica, immediatamente dopo l’iniziazione, nel corso dei tre Gradi.
E qui, al neofita, trovandosi di fronte ad un compito arduo, necessariamente si impongono doveri la cui osservanza si pone quale presupposto indispensabile per poter proseguire sul cammino iniziatico intrapreso. Appena entrato, e quindi nel periodo di permanenza nel primo grado, quando lavorando ne lla colonna che gli è destinata, deve solo pensare a studiare c conoscere se stesso; compiere quindi un lavoro eminentemente riflessivo allo scopo di notare e confessare a se stesso, con severo realismo e senza reticenze, i vizi che lo disturbano nell ‘impegnativo cammino intrapreso.
Il segno dell’Apprendista sta appunto ad indicare il distacco fra la mente ed il corpo che consente alla prima di dedicarsi, nella serena atmosfera del Tempio, a questo compito introspettivo. Senza questo distacco totale egli non potrà avere la piena conoscenza e la volontà di non indulgere, di non scendere a compromessi. Conseguentemente, senza questa volontà, non potrà mai divenire un buon Muratore.
Ne deriva che il dovere dell’Apprendista è quello di applicarsi a questo lavoro interiore con tenace volontà e quindi con forza. Non è a caso, pertanto, che per il primo grado sia stata attribuita una parola sacra tratta dal Vecchio Testamento il cui significato suona colla forza, in forza, quella forza che appunto deve avere l’Apprendista nello scalpellare se stesso, simbolicamente paragonato alla pietra grezza. Quella forza necessaria all’Apprendista per provvedere alla sua formazione interiore liberandosi dalle scorie profane. Egli deve, in altre parole, porsi in condizione di formarsi una nuova
conoscenza che senta il bisogno di estrinsecarsi attraverso il male e che, aggiungerei, consenta di sentirsi libero da servitù, intolleranza, ipocrisia.
Il dovere dell’Apprendista si può così compendiare nel dovere di rieducarsi. E egualmente partendo dalla parola sacra attribuita al secondo grado che si può passare a considerare i doveri in senso etico del Compagno d’Arte.
Si legge che la parola significa stabilità, fermezza, perseveranza e, talvolta, passività. Stabilità, fermezza e perseveranza che, si intende, deve avere il Compagno nell ‘intraprendere, o meglio, nel proseguire il cammino nella via della perfezione.
Come detto la parola significa anche passività. E in tale accezione il termine, secondo la Dottrina Massonica, sta ad indicare quella condizione interiore, di particolare rinuncia, cui deve pervenire il Compagno per raggiungere il massimo grado di perfezione morale ed intellettuale, per rinnovarsi compiutamente e passare, attraverso l’iniziazione, ad un’altra vita; perché possa realizzarsi in lui la catarsi, la vera e propria palingenesi. La reale rinascita dcl Muratore alla nuova vita, che ha per meta la fratellanza universale, postula il possesso di superiori qualità morali, ossia di quelle qualità che gli consentono in ogni circostanza di indirizzare la propria ed altrui attività verso la pratica costante e proficua della bontà e della virtù.
ln questo grado il Libero Muratore deve dunque cominciare a svolgere quel compito concreto, proprio della Massoneria, mantenere la sua mente sulla via della costruzione di un Tempio che raccolga il vero, il bello ed il giusto. Perciò, avendo a disposizione i nuovi strumenti di cui è stato simbolicamente dotato e l’aiuto fraterno dei Fratelli Maestri, dovrà essere costantemente impegnato nel lavoro tenace di trasformare la pietra, che ha dimostrato di aver saputo dirozzare nel primo grado, in pietra cubica e confermare quindi la capacità del proprio apporto concreto alla erezione del Tempio.
Egli ha, in conclusione, il dovere di raffinare la propria perfezione intellettuale c morale. Solo con l’osservanza di questo specifico dovere egli potrà sentirsi pronto ad essere ricevuto nel grado superiore: divenire Maestro.
G. Bitt,
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