- I GIOVANI E LA MASSONERIA
- Riflessioni da una pagina di un diario
I giovani e la Massoneria di Alberto Del Noce e Maurizio Lucat
E indubbio che negli ultimi decenni lo sviluppo tecnologico e scientifico abbia condotto l’uomo, ed in particolare i giovani, verso un’evoluzione sociale ed ambientale sempre più spinta.
Le mutate condizioni del sistema produttivo, industriale ed urbanistico hanno decisamente (o inesorabilmente) allungato quel segmento di vita che fa da ponte tra l’infanzia e la paternità. Sono lontani i tempi in cui i figli minori erano quelli che godevano vantaggi e facilitazioni a scapito dei maggiori, costretti a lavorare ed a rinunciare alle loro possibilità di istruzione.
Parallelamente a tale evoluzione si è sviluppata anche una notevole emancipazione giovanile rispetto alla precedente condizione di dipendenza dal mondo degli adulti: i giovani possono infatti attualmente accedere a tutti i diritti civili e politici (a quattordici anni un ragazzo può ad esempio testimoniare in giudizio, a sedici può sposarsi, a diciotto votare dei propri rappresentanti in Parlamento).
I giovani sono poi diventati un punto essenziale di riferimento del ciclo produttivo e ad essi si volge lo sguardo del mercato e dei suoi organi di persuasione (da una recente indagine svolta negli Stati Uniti è risultato che essi detengono un potere decisionale di acquisto nell’ambito familiare pari se non addirittura superiore a quello dei genitori stessi).
Questa evoluzione sempre più accelerata e sorretta da una cruda logica di produzione-consumo e di massima espansione dei commerci pone peraltro di fronte agli occhi dei giovani delle mete sempre più effimere e mai veramente raggiungibili: nel momento in cui un benemeta è conquistato-acquistato esso è già obsoleto, quindi inutile.
La vendita di se stessi è più importante dei reali valori morali e si finisce per agire come «prodotti» in uno spot pubblicitario: chi ci comprerà?
La potente macchina produttiva ogni giorno cerca di convincere giovani e adulti che viviamo nel migliore dei mondi possibili e che tutto
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è acquistabile ed ottenibile. E mentre le foreste del pianeta si sono ridotte del 23% nel giro di vent’anni e l’atmosfera è inquinata da particelle nucleari e presenta vuoti di ozono, il giovane sprofonda nella palude dell’ambizione, dei bisogni crescenti, dell’egoismo più spietato pagando in termini di libertà e dimenticando l’insegnamento di Pitagora: abbi il massimo rispetto di te stesso. Il laicismo, dopo aver celebrato i funerali della religione, ha poi cercato di sopire il sussulto dell’uomo davanti al sacro, al divino, all’esoterico, trasformando la preghiera in frasario, la tensione in nevrosi, la sessualità in igiene, il piacere ln relax, il dolore e la morte in silenzi muti che affondano nell’opaco ciclo della natura. A questo punto l’apporto positivo della Massoneria di fronte all’evoluzione dei tempi appare insostituibile: attraverso la «costruzione del Tempio», inteso sia individualmente sia collettivamente, il recupero delle libertà individuali e delle tradizioni storiche dell’ umanità potranno favorire un’evoluzione più equilibrata ed umana, nonché contribuire a conservare cio che non deve soccombere del passato quale pietra di base per una solida edificazione futura. La capacità introspettiva del massone e la sua attenzione verso le esigenze della propria ed altrui coscienza sono essenziali per affrontare quei problemi dell’esistenza che la pura ragione umana non sa né esprimere né risolvere.
La logica profana di Silicon Valley, imprimendo un’accelerazione impressionante alla vita dei giovani, fa sì che gli stessi non diventino ciò che sono ma che scelgano quanto anticipatamente predisposto. Se la loro scelta non cade nella casella predeterminata le loro azioni non diventano leggibili ed essi vengono esclusi e ghettizzati. La logica massonica invece, valutando le azioni individuali attraverso il filtro dell’uguaglianza, della tolleranza e della fratellanza, le legge come espressioni dell’anima ricreando così ciò che era lo scopo dell’esistenza umana.
La Massoneria offre al giovane un luminoso punto di riferimento sia attraverso la sua metodologia introspettiva sia attraverso la sua esplicazione operativa nel mondo profano rifiutando decisamente l’assioma che l’identità non è del singolo ma del sistema, che l’Io non preesiste al gioco ma si costituisce giocando e che la dimensione collettiva è la forma che lo definisce e cioè la regola ultima del gioco.