COMPRENDERSI PER COMPRENDERE

Comprendersi per comprendere

E nostra consuetudine che un argomento proposto dalla tavola di un fratello venga ripreso anche a distanza di tempo. Nel caso particolare, vorrei fare qualche commento sulla tavola scolpita dal Fratello 110 Sorvegliante tempo addietro e intitolata “Comprendere per comprendersi”; commento giustificato anche dal fatto che la sera delta lettura dovetti assentarmi presto, e non potei quindi partecipare alla discussione.

Personalmente, penso che in una loggia massonica “comprendersi per comprendere” è forse una via più costruttiva che non “comprendere per comprendersi”. L’essenziale del mio commento è tutto qui, e la prima tentazione era di non andare oltre. Poi ho ritenuto più giusto chiedervi un po’ del vostro tempo, per esprimere un commento meno sibillino, e meno incompleto.

È detto nella tavola che esistono due tipi di amore, quello che coincide con la conoscenza e quello che appartiene al dominio delle passioni e del sentimentalismo. Io direi che esiste un amore che non è né questo né quello. Non è l’amore passione dal quale siamo dominati, e che ci distoglie dalla Via; amore per la donna, l’arte, la scienza o il gioco degli scacchi. E’ invece l’amore che coincide con la carità, virtù teologale. Non è questo un amore che ci frena nel cammino; è un amore che ci sostiene. Se io arriverò ad amare tutti i fratelli della loggia, tutti i fratelli dell ‘istituzione, I ‘Umanità tutta, quello lo considererò un traguardo parziale, ma non poco importante, sulla via della realizzazione. Accettare con serenità e amore il discorso di un fratello quando questo discorso mi dispiace; valutare la sua posizione intellettuale senza presumere di detenere il monopolio della verità, sono atti d’amore che appartengono a questo dominio. Tolleranza, secondo me, è questo. Se in Massoneria qualcuno disapprova questo tipo di tolleranza, posso solo archiviare tra le cose che non capisco.

Ma vorrei tornare al tema “amore e conoscenza”. Se al limite, ovvero all’infinito, amore e conoscenza coincidano non lo so, e oserei dire che non mi interessa. Da noi in Loggia c’è a volte tendenza a traslare tutti i discorsi a livello dell’Assoluto, che è come la notte dove tutte le vacche sono grigie. Nel dominio relativo e finito nel quale viviamo, le cose stanno in modo diverso, e cioè, le vacche non sono tutte grigie. Mi sia concesso di attingere un paragone al campo della matematica Posso costruire moltissime funzioni che, per x tendente a infinito, tendono tutte allo stesso valore: 0 oppure -l-  oppure infinito oppure pi greca ecc. ecc. Ciò non toglie che siano tutte funzioni diverse, a ognuna delle quali corrisponde un grafico, una curva. E quelle curve non sono affatto tutte uguali, come ben sanno tutti i fratelli che sono nel mondo degli affari.

Seconda osservazione. E stato detto che non tutte le opinioni sono ugualmente rispettabili, e nel mondo profano ciò è probabilmente vero: 2 + 2 = 5 è un’opinione meno rispettabile di 2 + 2 4. ln Massoneria, piuttosto che di rispettabile, parlerei di rispettato. E’ nostra prassi che tutto ciò che si dice in tempio, venga rispettato, a meno che non suoni ingiuria ai fratelli o all’Istituzione, nel quale caso spetta al M.V. di usare con fermezza il suo maglietto. Penso che equivoco sia legato ad un altro che gli sta a monte, e che mi ostino a considerare molto pericoloso: quello tra Verità e Ricerca della Verità.

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Ultima osservazione: il Fratello II Sorvegliante ha ricordato come in passato qui sia stato detto come nell ‘Istituzione convivono parecchie anime, ovvero parecchi modi di intendere l’Istituzione stessa. Posso dire con certezza che quella non era un’affermazione a contenuto dottrinale. Era semplicemente una constatazione e, come tale, mi pare avesse la stessa palmare evidenza di quella che in questo tempio ci sono un tappeto a scacchi e dei candelabri. Quali di queste anime sono da considerare spurie? Certamente una: quella che il Fratello Mario Bnc chiama “simoniaca”. Quanto alle altre

Chiudo qui perché non voglio abusare del vostro tempo, Fratelli carissimi

R. Scch,  

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