Il Pregiudizio
. il seme della sapienza, è l’ignoranza”
Maestro Venerabile, Fratelli carissimi,
da qualche tempo, mi ritrovo con periodicità a riflettere su quanto il pregiudizio sia parte integrante della natura umana.
Nasce quindi da queste riflessioni, la volontà di tentare di comprendere la natura e le molteplici ripercussioni che si riflettono sulla vita di tutti noi.
Recenti vicende di carattere personale, nelle quali il pregiudizio ricopriva la parte del leone, in buona compagnia dell’intolleranza, mi hanno visto mio malgrado costretto a subire atteggiamenti e pensieri lontani dalla mia ottica e a confrontarmici.
Io, per primo, devo costantemente redarguirmi in alcuni momenti durante i quali mi rendo conto che il personale e affrettato giudizio di circostanze o individui mi porti con estrema facilità a giungere ad affrettate conclusioni.
Quale quindi il confine, tra il “buon” uso che se ne può fare e il passo che ci porta inevitabilmente verso la discriminazione irrazionale?
Complesso il cammino di chi si addentra in tali pensieri, oggi, infatti, si rischia di ricevere influenze di carattere sociale e dogmatico, che mass media e poteri socioeconomici utilizzano ad arte per tentare di indottrinarci.
In quanto Massone, ripugno il pregiudizio poiché inconciliabile con la mia volontà di comprendere le cose nella loro vera natura, ma contemporaneamente devo combattere con il mio essere profano che con periodicità mi spinge nel senso contrario.
Eppure, mi ripeto, deve pur esserci una scappatoia ad un tale ingarbuglio di concetti, la verità si dice abbia diverse facce, ed il mio orientamento mentale si sposta sempre più verso la mediazione, seppur consapevole che ciò potrebbe essere un segno di pigrizia mentale.
La nostra Istituzione, che di certo non può sentirsi estranea alle discriminazioni e agli attacchi alimentati da pregiudizi ipocriti e di parte, persegue la propria strada con tenacia, tessendo con pazienza certosina la strada per il raggiungimento del proprio obiettivo.
Pregiudizio: giudizio falso perché formulato senza la necessaria cognizione o perché dettato da superstizione (Niccoli – Dizionario della lingua italiana).
Il nostro patrimonio più grande è la libertà, che difendiamo costantemente da soprusi, rimanendo sempre all’erta, affinché nessuno possa riuscire nell’intento di privarci di un bene tanto agognato.
Ritengo però che tutti abbiano anche il diritto di non subire gratuite discriminazioni, seppure lontani per. atteggiamenti, pensieri e convinzioni da stereotipi e formalismi ormai consolidati.
La stupidità o la furbizia di chi tenta con l’arbitrario utilizzo del pregiudizio di camuffare verità, o realtà apparentemente diverse, commette a mio parere un gesto oltre che d’ignoranza anche di violenza.
Platone, ne la Repubblica sosteneva: “conosci te stesso e conoscerai il mondo “.
Più rifletto su questo pensiero e più mi sento ipocrita, io non conosco neanche me stesso, sono cosi presuntuoso e arrogante da pensare di conoscere e giudicare gli altri!
Il dono della sintesi, che solitamente apprezzo in modo particolare, in questo specifico caso risulta essere carico di significati intrinseci a me ancora oscuri.
Non sono allora i falsi “valori” che la società che la società ci trasmette ad influenzarci in direzioni errate?
Chi di noi non si fa condizionare o distorcere la visione da false apparenze e facili considerazioni?
Alcuni esempi: al giorno d’oggi, se non si possiede una “bella” autovettura, una “bella” casa, un buon posto di lavoro o anche solo di un posto di lavoro, dei bei vestiti, una discendenza altisonante, etc. , si Tischia con una facilità disarmante di essere catalogati, o peggio ancora etichettati da pregiudizi futili e presuntuosi.
Cito a tal proposito, un passo dell’art. 3 della Costituzione italiana: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, d’opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’
Pare quasi un passo degli Antichi Doveri della Libera Muratoria, eppure i suddetti Valori, che noi per primi ricerchiamo e nei quali crediamo, nella società vogliono dire poco o nulla.
Paradossalmente, infatti, pare sia più semplice seguire il comune pensiero piuttosto che formularne uno proprio; inconsapevoli forse di commettere un atto di cieca fiducia nel prossimo.
Probabilmente allora le indicazioni che ci giungono, dettate dal così detto “parer vivere”, altro non sono che delle immagini sfocate di una realtà che per opportunismo gli uomini si sono nel tempo creati.
Forse però, anzi a questo punto ne sono certo, sono altri i valori che si devono cercare e altri gli strumenti da adottare per riuscire al di fuori delle altrui convinzioni o idee a ricercare la verità.
Ecco quindi che un’altra delle battaglie più vivaci si possono combattere e vincere, nuovamente è con noi stessi, per concentrarci su un percorso di disciplina e coerenza, combattendo l’ignoranza e la presunzione di chi si eleva a giudicare gli uomini, discriminando il diritto di ognuno ad esistere.
Socrate sosteneva che nessuno è cattivo volontariamente, “il Malvagio si allontana dal Bene solo perché di esso non ha alcuna conoscenza”.
In realtà colui che si affida al pregiudizio, utilizzandolo come uno strumento di valutazione ordinaria, si pone nelle condizioni di essere cieco, uno che non ha assolutamente idea di che cosa sia la luce, perché non l’ha mai conosciuta e probabilmente mai gli sarà dato di incontrarla.
Vale però la pena essere un poco retorico, sono convinto che valga di più “essere ” che “apparire’ .
Quale quindi la retta cognizione, la rotta da seguire per la ricerca, poiché alla resa dei conti siamo tutti degli avventurieri alla ricerca.
Mi conforta ancora credere che “chi cerca trova” e che, alla fine, la verità trionfi.
Ognuno di noi cerca la propria strada, il proprio Oro Alchemico e, probabilmente, il Piombo riuscirà nel suo intento, solo noi saremo capaci di ascoltare il nostro cuore, egli, infatti, conosce la verità di ogni cosa poiché è anche lui opera del Grande Architetto dell ‘Universo.
C. Blb,