SPERANZA E FIFUCIA

SPERANZA E FIDUCIA

di  F. E.

Se ancora da qualche parte dovessero conservarsi dubbi sulla esistente crisi totale della società in genere, la definitiva messa a fuoco da Bologna alla Turchia, da Danzica alla Bolivia, dalla Palestina al Cile cancella ogni falsa verità sui mali che stanno distruggendo, nelle società in crisi, l’uomo.

Inutili sono le lacrime dei coccodrilli di diverse estrazioni così come sono inutili le parate con bandiere, le sfilate dei personaggi dalle alte cariche, i telegrammi e le corone di fiori destinate a coprire comunque le continue violazioni dei diritti umani.


La sfiducia ed il disprezzo per la continua destabilizzazione dei valori, destabilizzazione voluta con intenti diversi da tutte le componenti responsabili della società-che-conta, quella ufficiale, con più o meno mala fede per più o meno diverse speculazioni, hanno messo in risalto le verità spietate che colpiscono anche materialmente vittime innocenti.

Non è una intenzionale presentazione di un quadro a fosche tinte la nostra, bensì la necessaria premessa ad un tentativo di proporre un discorso che nasce dallo sconforto.

Il silenzio, la presunta impotenza, il ritenersi estranei può divenire complicità oltreché colpa grave epperciò desideriamo riproporre il nostro ruolo che non può più consentirci di fermarci a ritenere fatale la china. Siamo troppo abituati, attraverso il metodo di lavoro massonico, a distinguere la sostanza dalla forma, la verità dall’ipocrisia.

Con la convinzione di operare per vocazione esoterica non possiamo oggi trascurare il conseguente impegno essoterico per una responsabile assunzione di quel ruolo pluralistico che la massoneria ha sempre naturalmente svolto.

 postulati massonici indicano chiaramente agli iniziati le origini del male per pervenire alla verità. « Una verità sul male, se detta male, irrobustisce il male » ha detto Karl Krauss ed ha aggiunto: « Può capitare che ci voglia più coraggio e temperamento nell’attaccare un carrettiere che un re ».

Tutta questa premessa è dettata dal legittimo dubbio che, spesso, ci assale. È vero che per attaccare il re non abbiamo mancato di coraggio ma ne abbiamo altrettanto e siamo abbastanza preparati per estendere l’attacco al carrettiere qualora venisse dimostrata la sua corresponsabilità nella crisi etico-politica?

Dubbio e sconforto ci assalgono per l’indifferenza dell’uomo moderno e per il cinismo con cui vanta una libertà equivoca limitandosi a dividere gli « altri » in innocenti e colpevoli, estraniandosi dalla rovina che è stata ed è alimentata collettivamente. Non è certo questo tipo di libertà che rivendica il massone come parte del trinomio del tempio, non è questa Libertà che può generare fratellanza ed eguaglianza anche contro una classe dirigente prepotente ed arrogante; non è questa Libertà-eguaglianza-fratellanza su cui abbiamo giurato per la costruzione di un tempio universale, per il rinnovo della quantità dell’esistenza.

Gli interrogativi della disperazione non chiedono false consolazioni epperciò non dobbiamo o possiamo rassegnarci alla non-speranza; semmai dobbiamo o possiamo riflettere per operare. Non bastano atti formali per realizzare la premessa per un autentico progresso, per una maggiore fiducia in una Giustizia che la società massificata non ha saputo tutelare.

Certo la Speranza non può essere riposta nei valori di una furbizia politica fallita; può materializzarsi nel continuo tentativo ed impegno per una profonda riforma etico-morale che solo i membri del corpo massonico possono affrontare con priorità, oggi, su tutti gli altri problemi.

Riforme di strutture, divisioni dei poteri, prevalenza dei meriti e delle qualità possono porre fine alle lottizzazioni abusive ed abusate dal potere. Tutto questo è possibile attraverso quella rivoluzione morale cui i massoni non possono rimanere estranei divenendone semmai i protagonisti così come è avvenuto nei momenti in cui la Civiltà, ovvero l’uomo civile è stato in pericolo, rivoluzione morale da operarsi a tutti i livelli, dentro tutte le classi sociali, masse o élite.

Siamo stati iniziati alla Morale che riposa sulla ragione umana qua le legge universale ed eterna e dobbiamo guardare al futuro meditando e proiettando nel mondo profano i veri significati di Democrazia che si oppongono alle immanenti demagogie e dittature. Quando si travalica e si travolgono i valori del moralismo, la società costruita sull’immoralismo violenta l’uomo ed il pericolo corre verso la sottocultura, il cinismo e l’indifferenza, elementi cullati nel collettivismo. L’uomo ha bisogno di riporre la propria fiducia nel suo simile, vuole incontrare la propria moralità, di qui la necessità di una valida presenza massonica. Il simile può essere un profano da iniziare, un cittadino onesto e coinvolto, l’uomo che al nostro fianco può rafforzare la fiducia in una società nuova.

Basta rifarsi ai Templari che attorno al millecento diedero i primi insegnamenti massonici: osmosi e sincretismo fecero convivere lavoratori della pietra e cavalieri da severa disciplina interiore. Le corporazioni dei Liberi Muratori si proposero delle vere e proprie norme rigorose etiche e professionali e già nel millequattrocento, i centoquindici documenti della Magna Chatta e le Old Charges ricapitolavano princìpi di lealtà, capacità nel lavoro, giusto salario, mutuo soccorso tra fratelli.

In tempi così lontani e difficili appaiono già definiti gli elementi essenziali della nostra scelta: recuperare l’uomo e la società attraverso il mutuo soccorso a livello speculativo ed iniziatico. Predicando libertà, eguaglianza e fratellanza si condannava già allora ogni forma di autoritarismo, terrorismo ideologico e religioso, già allora si rivendicavano la libertà associativa, di parola, di stampa, l’abolizione della censura laica ed ecclesiastica, la libertà della servitù della gleba; allora si lottava contro le prevaricatorie condanne senza regolari processi, si richiedeva infine cultura e cultura laica nel significato più ampio di ricerca e gnosticismo. Desaguliers, antipapista, si battè per la tolleranza della libertà di coscienza, condannò l’ateismo e definì Dio « Grande Architetto dell’Universo ».

Se ci riportiamo ad oggi, i fatidici corsi e ricorsi storici sono più che mai attuali! Il dubbio riaffiora solamente quando impietosamente ci guardiamo dentro per chiederci se siamo sempre preparati, se abbiamo bene impiegato il nostro tempo con squadra e livella per essere sempre pronti a difendere quanto abbiamo, per giuramento, scelto.

possiamo tentare di controbattere l’azione di coloro che rivendica. no posizioni di potere in nome di falsi progressismi, legalitarismi, in nome di false eguaglianze e fratellanze e di falsi ordini sociali. È ancora il singolo fratello che deve, con la propria formazione e posizione, vivere quotidianamente la vita massonica intesa come ripresa di movimento universale. A queste condizioni la massoneria può riproporre le proprie rigorose norme etiche, professionali e morali: lealtà, capacità, mutuo soccorso. Il Libero Muratore deve inserirsi o reinserirsi nei problemi attuali e vivi, nella Scuola, nei rapporti tra Stato Chiesa e cittadini, nelle rivendicazioni per gli ordinamenti a tutela delle libertà sociali e della giustizia. Può e deve affrontare la moralizzazione della società, rispettando le esigenze, le realtà etiche e razziali dei singoli paesi ed ordinamenti dei gruppi etnici e delle nazionalità. Rilevante dovrebbe essere l’impegno per una difesa da ogni e qualsiasi compromesso con ogni politica improvvisata, possibilistica, aleatoria ed opportunista, priva di morale, le cui riserve si riassumono in quel tipo di potere che è forza e violenza, sopraffazione ed egemonia, disprezzo per l’individuo.

Sentendo aggettivare la parola Libertà (democratica, progressista legittimista e chi più ne ha più ne metta) il Libero Pensatore deve reagire ricordando che libertà e lealtà sono quelle richiamate da un certo giuramento. Il resto è equivoco!

Se non possiamo realizzare Giustizia, quasi utopistica aspirazione umana, potremo almeno fare in modo che la violenza e la forza, più che mai sostenitrici dell’ingiustizia, trovino contrapposizione nella Morale.

Abbiamo fiducia nelle parole del vecchio Seneca: Homo sacra lex homini! Fino a quando il nostro simile ci sarà sacro e sapremo rispettare le Sue libertà, Noi resteremo uomini liberi e cioè liberi pensatori e potremo fare argine ai negatori delle libertà. E da  uomini liberi potremo scongiurare e combattere roghi, emarginazioni, torture, oppressioni, genocidi, violenze, dogmi e immoralità. Vogliamo concludere citando le parole del Gran Maestro riportate in una recente balaustra.

Dobbiamo aver fede nell’umano Evoluzionismo, che consegue al Progressivismo della nostra grande Dottrina. E raccoglierne ogni sforzo, nostro ed altrui, affinché l’attuale convulso ed anarchico pluralismo si muti in una ordinata Armonica articolazione, rispettosa dei diritti di tutti e di ognuno non meno che ossequiente agli insopprimibili doveri, che presuppone una ordinata convivenza sociale.

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