LA FAMIGLIA
Cos’è la famiglia? E’ un fatto naturale ed universale, oppure è un’entità astratta suscettibile di assumere delle forme diverse nel tempo e nello spazio? Per noi, membri della civiltà occidentale, la famiglia, intesa come l’unione monogama, socialmente ratificata con il matrimonio, di un uomo ed una donna ed il riconoscimento della filiazione e della trasmissione del nome da parte dell’uomo e l’accettazione, anche se in tono sempre minore, della autorità maschile, viene considerata come l’elemento fondamentale, la cellula vivente di quel complesso e delicato tessuto che è la società umana.
Questa visione, ormai radicata da sempre nella pratica quotidiana, non lascia dubbi sull’aspetto naturale ed universale della famiglia e sulla sua immutabilità nel tempo. Infatti, è sufficiente rammentare come il modello e le tradizioni delle antiche famiglie “patriarcali” , anche se temperato e modificato dall ‘evoluzione naturale della cultura dei popoli, sia rimasto sino quasi ai giorni nostri.
I fattori motivazionali che hanno dato origine alla famiglia, organizzata nelle linee fondamentali che tuttora la caratterizzano sono stati numerosi e complessi; ma due di essi si evidenziano in modo particolare.
Il primo deriva dalla necessità di ostacolare la creazione tra consanguinei, in quanto avrebbe dato origine alla formazione di gruppi chiusi che, perpetuandosi attraverso se stessi, sommersi dai loro odii, dalle loro paure e dalle loro ignoranze, avrebbero impedito qualsiasi forma stabile di società. E’ interessante notare come l’incesto sia sempre stato condannato, sino dall’antichità, per fondamentali motivi di sviluppo sociale e non per motivi biologici o genetici.
Il secondo fattore, non meno importante del primo, deriva dall’esigenza di assicurare alla prole non solamente il raggiungimento della autosufficienza fisica nel seno della famiglia, ma la maturità necessaria e sufficiente ad essere motore di sviluppo culturale nell ‘ambito della società.
Tuttavia, secondo gli studiosi del fenomeno, la consuetudine degli occidentali, e non solo degli occidentali, avrebbe fatto di una scelta dell’uomo, un avvenimento naturale; infatti vi sono esempi di civiltà alta mente elaborati in cui la famiglia non esiste e le funzioni proprie di ciascun nucleo familiare sono assolte dalla comunità nel suo insieme. Peraltro, sono noti i tentativi recenti, verificatisi nel dopoguerra, di comunità che raggruppavano numerosi individui di ambo i sessi ove un certo tipo di ripartizione dei compiti garantiva il soddisfacimento dei bisogni essenziali, ma la formazione delle coppie era casuale e continuamente mutabile e la prole apparteneva a tutta la comunità. Ovviamente queste comunità, già nate ai margini della società per effetto di una contestazioine strumentalizzata prevalentemente dal commercio della droga, si sono praticamente autoestlnte proprio per la mancanza di una loro funzione di sviluppo sociale.
Comunque, anche se la famiglia fosse una forma di organizzazione scelta dell’uomo e non potesse vantare origini dovute al soddisfacimento di bisogni naturali, è purtuttavia stata il motore di tutte le civiltà che si sono succedute nella storia dell’uomo ed è indubbiamente il supporto originario della società moderna, il luogo in cui scaturiscono tutti i ruoli che gli individui assumono nella vita sociale
Ciononostante, la famiglia coniugale è in crisi ed è possibile che non possa sopravvivere nella civiltà industriale; di questa crisi ne abbiamo una riprova ogni giorno e le cause sono molteplici.
La grande dimensione della civiltà industrializzata, l’importanza del modo di vita urbano, la partecipazione alla produzione in clima di competizione e di accentuata conflittualità, la necessità di professionalità sempre più accurata, l’onnipotenza dello Stato nella vita sociale e l’abbandono di taluni tratti caratteristici dell’istituzione familiare, considerati come imbarazzanti o di nessuna importanza, sono fattori che stanno alla base delle tensioni che si riscontrano in seno alla famiglia. La presa di coscienza dell’alienazione femminile che si è inizialmente realizzata con l’ingresso delle donne nel gioco produttivo si è ora proiettata nella famiglia ridimensionando radicalmente il concetto di autorità maschile.
Nel mentre il raggiungimento della parità di diritti e doveri tra uomo e donna, operante almeno sotto l’aspetto giuridico, è stata un’opera di
necessario risanamento sociale, la famiglia si è mostrata completamente impreparata ad accogliere questa nuova ottica dei rapporti nelle proprie strutture.
Non bisogna dimenticare che sino a pochi decenni orsono la costituzione di una famiglia nel contesto urbano richiedeva da parte dei co. niugi una assunzione effettiva di responsabilità in quanto, mentre l’uomo si accollava totalmente l’onere di procacciare i mezzi di sostentamento per tutta la famiglia nell’ambito di una società con scarse risorse sociali, la donna doveva amministrare oculatamente detti mezzi: questa situazione provocava uno stato di dipendenza reciproca tra i coniugi, nel cui ambito l’autorità maschile si esplicava soprattutto nei rapporti che l’uomo aveva, quasi in esclusiva, con l’ambiente esterno alla famiglia
Una assunzione di responsabilità prevalentemente formale e venendo a mancare in massima parte lo stato di dipendenza reciproca dei coniugi, l’autorità maschile ha gratificato uno stato di privilegio nell’uomo e non uno stato di necessità legato al suo ruolo. Questa nuova situazione rende complessa da parte dell uomo, l’accettazione di un ruolo nell ambito familiare, proprio perché comporta la perdita di un privilegio, antico e radicato nella cultura, non più penalizzato da effettive responsabilità.
Ma la crisi della famiglia nella civiltà industriale è dovuta anche ad altri fattori di primaria importanza.
La lotta dei gruppi di potere si svolge senza quartiere e non esita a distruggere la società pur di giungerne al dominio; la famiglia è uno degli obbiettivi di primaria importanza poiché attraverso il suo condizionamento è possibile rimuovere gli ostacoli principali alla conquista del potere. Ed è per questo motivo che vengono esasperate le tensioni che già esistono nell’ambito familiare; è sufficiente ricordare la contestazione dei giovani e la conseguente diffusione della droga, l’esasperazione del femminismo, la stessa pornografia.
Peraltro, questi fenomeni hanno trovato facile esca in aspetti del nucleo familiare superati dall’evoluzione della società c mai adeguati
per molti motivi, non ultimi l’ignoranza e l’egoismo umano spesso camuffati da un falso conservatorismo radicato sulle tradizioni.
In verità, la società ha fatto molto poco, e quel poco in modo disorganico, per favorire il benessere morale della famiglia; ogni azione svolta in questo senso ha sempre avuto secondi fini volti allo sfruttamento della struttura familiare a vantaggio dell’esercizio del potere. Basti rammentare l’attività del clero per il dominio delle anime, Ic campagne demografiche da parte dello Stato.
L’argomento “famiglia” è stato appena accennato; vi sono ancora infinite cose da dire sulla sua storia, sulla sua funzione, sulla sua crisi e sul rimedi che si possono perseguire.
Comunque la carenza fondamentale nei rapporti umani che a mio avviso caratterizza gli aspetti negativi più rilevanti è l’assenza del rispetto per il nostro prossimo, l’incapacità di amare gli altri esseri umani per loro stessi che troppo spesso caratterizza l’uomo.