Per un insonne
Se riesci a non perdere la testa quando tutti intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa; se riesci ad avere fiducia in te stesso quando tutti
dubitano di te, ma a tenere nel giusto conto il loro dubitare; se riesci ad aspettare senza stancarti di aspettare; o, essendo calunniato, a non rispondere con calunnie, o, essendo odiato, a non abbandonarti all’odio, pur non mostrandoti troppo buono, né parlando troppo da saggio; Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni; se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine; se riesci, incontrando il successo e la sconfitta, a trattare questi due impostori allo stesso modo; se riesci a sopportare di sentire le verità che tu hai detto, distorte da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi, o vedere le cose per le quali hai dato la vita, distrutte; e umiliarti; e ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori; Se riesci a fare un solo fagotto delle tue vittorie e rischiarle in un solo colpo a « testa-o-croce », e perdere; e ricominciare da dove iniziasti, senza dire mai una parola su quello che hai perduto; se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche quando ormai in te non c’è più niente tranne la tua volontà che ripete « resisti! »
Se riesci a parlare con la canaglia senza perdere la tua onestà; o a passeggiare con i re senza perdere il senso comune; se tanto nemici che amici non possono ferirti; se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo; se riesci a riempire l’inesorabile minuto con un momento fatto di sessanta secondi; tua è la Terra e tutto ciò che è in essa, e, quel che più conta, sarai un Uomo, figlio mio.
Rudyard Kipling (fratello massone, iniziato nel 1886 nella Loggia: « Hope and Perseverance »)