L’abbraccio rituale di Carlo Alberto Buratti
L’ abbraccio è un gesto semplice, ma non un semplice gesto.
Non viene scambiato con chiunque ed in qualsiasi circostanza, ma soltanto con le persone care e quando si voglia comunicare affetto, amicizia, vicinanza
Il porre a contatto i corpi, con l’azione delle braccia che avvolgono e stringono il tronco della persona abbracciata, è un gesto intimo ed allo stesso tempo comunicativo, che, senza l’uso della parola è in grado di rendere palesi i sentimenti che si provano e che vogliono essere trasmessi. Così come esalta la gioia, l’abbraccio è in grado di lenire il dolore; nessun altro gesto di scambio umano è più ricco di simbologia. Se già nel mondo profano riveste una tale importanza, a maggior ragione nella massoneria acquisisce delle motivazioni ancora più elevate e vere.
Ripercorrendo la vita iniziatica incontriamo il primo abbraccio «Massonico» nel rito di iniziazione del profano. Quando questi, superate le prove iniziatiche, viene infine proclamato Fratello Massone, riceve l’abbraccio del Maestro Venerabile, seguito poi da quelli dei dignitari di loggia. E il primo gesto che il profano riconosce in una serie di eventi che lo travolgono e che forse poco lo coinvolgono, è quindi un «cordone ombelicale» che ridona sicurezza dopo lo smarrimento, e fa comprendere quali siano i sentimenti della loggia verso il nuovo fratello. Da quel momento l’ abbraccio si rivestirà del simbolismo legato ai precetti massonici — amore, fratellanza, solidarieta — e mai più se ne separerà.
Dopo l’iniziazione uno dei momenti sicuramente più importanti è il passaggio al terzo grado, cioè all’acquisizione del grado di Maestro, vertice della massoneria azzurra. Se nell’iniziazione si era un fuscello in balia degli eventi, qui siamo dei massoni alla soglia del compimento dell’opera di levigatura della pietra.
La cerimonia di passaggio al 30 grado riconduce il massone di fronte alla morte; dopo essere morto e rinato alla luce nella iniziazione, qui egli si trova a vivere e ad affrontare la morte del grande Maestro fliram, barbaramente assassinato da tre compagni che volevano in55
giustamente carpire il segreto del grado. La cerimonia si impernia sulla costernazione dei maestri riuniti e sulla ricerca del cadavere celato, con l’iniziando che vive questa tragedia nei panni simulati del Maestro deceduto calato nelle tenebre della bara, sospettato dell’omicidio. Infine riconosciuta l’innocenza del candidato il Maestro Venerabile procede alla consacrazione del neo maestro mediante la trasmissione dei cinque punti della maestria: mano a mano, piede a piede, ginocchio a ginocchio, petto a petto vengono in successione a simboleggiare il riconoscimento, il sostegno, la fratellanza e la fedeltà al nuovo fratello, il tutto suggellato dall’intimo amplesso dell’abbraccio che raggiunge le più elevate vette di spiritualità dell’intera vita massonica fino ad ora vissuta. Bisogna sottolineare che questo gesto giunge a compimento di un rito estremamente ricco di significato simbolico con Hiram, sommo architetto e custode del gioiello mistico, quale personaggio guida.
La sua figura e la sua vicenda possono essere interpretati diversamente: in senso astronomico rappresenta il sole al solstizio d’inverno, in procinto di spegnersi vinto dalle tenebre. L’uomo lo interpreta come la fine del mondo, la caduta nelle fredde tenebre ed il ritrovamento del gioiello simboleggia la rinascita del sole, espressione più potente della divinità e dono di immortalità. In senso intellettuale egli diviene lo spirito umano, ucciso dall’errore, l’accidia e l’orgoglio che degradano l’intelligenza. Dopo il dolore di fronte alla vittoria del vizio, il ritrovamento del gioiello riconduce all’immortalità dello spirito che prosegue anche nell’aldilà il cammino intrapreso verso la verità.
In senso morale diviene l’anima umana ed i tre assassini sono l’ignoranza, l’ipocrisia e l’ambizione annullate infine dalle buone opere simboleggiate dal gioiello mistico.
L’abbraccio rappresenta quindi il passaggio dalla morte alla vita, dal dolore alla gioia, dalla debolezza alla forza morale; l’abbraccio permette la trasmissione del gioiello ritrovato, vera arma per dominare e sconfiggere il vizio e propugnare la virtù, condizioni indispensabili per il coronamento della ricerca della Luce.
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