Le “Cariche di Loggia”. A ciascuno il proprio Tempio di Salomone
Il libero muratore si muove con coerenza e rispetto delle regole che disciplinano il Grande Tempo all’interno del Tempio, ma al tempo stesso interagisce con ogni cosa reale del mondo profano cercando di percepirne l’essenza. Ogni libero muratore può considerarsi “architetto” di un personalissimo Tempio di Salomone, quando edifica la propria esistenza all’interno dello spazio che occupa con strutture architettoniche funzionali al riparo e alla protezione, ma anche con solide forme spirituali in grado di dare una logica, un senso virtuoso e una coscienza costruttiva al proprio mondo interiore.
È proprio attraverso questi due elementi (materiale e spirituale), in apparenza opposti, che la libera muratoria, intesa anche come prezioso strumento per decifrare la realtà per come viene percepita dalla nostra mente, può aiutarci a comprenderne la sostanza, a condurci verso una verità soggettiva e dinamica, stimolandoci ad andare oltre la superficie di tutte le cose, a superare ogni barriera e oltrepassare qualunque confine, sollecitando il pensiero di colui che è stato iniziato verso la Luce.
Il Tempio di Salomone – Re di Israele, Principe della Pace e dell’Architettura per Divina Ispirazione – è iniziato e si è concluso nel breve tempo di sette anni e sei mesi con 3.600 Maestri Muratori, 80.000 tagliatori di Pietra (Compagni d’Arte) e 70.000 operai comuni (Apprendisti). A questi si unirono i Muratori di Hiram, Re di Tiro, tra i quali Hiram (suo omonimo) considerato il Muratore più perfetto della Terra. Grazie all’aiuto economico degli Israeliti più facoltosi e dei nobili dei Reami vicini, fu possibile edificare una costruzione maestosa capace di ospitare 300.000 persone. Fu considerato l’esempio di muratoria più sublime della Terra, la più grande meraviglia del mondo, consacrato e dedicato a Re Salomone. Il Tempio, ritenuto esempio sublime di armonia, divenne modello per il mondo e, di conseguenza, la muratoria fu perfezionata in tutte le nazioni vicine per merito di tutti gli artisti coinvolti nell’impresa che diventarono Gran Maestri di quest’Arte Reale.
Il nostro MV considera le “Cariche di loggia” come preziosi e fondamentali elementi decorativi che costituiscono un tempio: colonne, capitelli, trabeazioni, architravi, balaustre. Ogni singola componente, di per sé, non sarebbe determinante, ma unita alle altre contribuisce a creare sapienza, forza, bellezza e armonia universale. Un ragionamento che porta alla mente una corrente della ricerca psicologica, la Gestalt (in tedesco Forma), che si inserisce all’interno di una prospettiva di tipo fenomenologico secondo cui è centrale l’esperienza che si verifica in un soggetto nel momento in cui esamina un fenomeno.
La Gestalt deriva dalla riflessione filosofica legata all’attenzione per gli aspetti innati della conoscenza: idee e principi che già esistono in noi e che non provengono dall’esperienza, ma che fanno già parte del nostro spirito. Per i Gestaltisti (Kohler, Koffka, ecc.) la coscienza non è scomponibile in elementi semplici e il Tutto è sempre maggiore della somma delle singole parti. Così come la globalità di un fenomeno non può essere spiegata dalla semplice unione delle singole parti, allo stesso modo la Bellezza, la Sapienza e la Forza che si generano e si perpetuano all’interno di un Tempio non sono valutabili analizzando il singolo lavoro di ogni libero muratore, ma dipendono dalle relazioni che si creano tra di loro, dalla loro struttura organizzativa e dai principi valoriali, etici e morali che vengono osservati.
‘M.’. V’.’.