DIO “PENSIERO PENSANTE”?
Dio pensiero pensante, pensiero che pensa se stesso, non è forse una limitazione posta, dal linguaggio degli uomini, all ‘infinita onnipotenza del Signore? È pacifico che Dio sia di più di un pensiero pensante, ossia di un fatto: è più ortodosso dirLo amore, verità, vita, ossia definirlo con attributi che non hanno confini. Il gentiliano vicolo cieco va bene per l’uomo, caduto sempre, al termine del proprio opinare, in un vicolo cieco. Ciò che abbiamo di soprannaturale in noi, l’intendere, il volere fini celestiali, è frutto di emanazione particolare, dono speciale di Dio, perché l’uomo volesse volere l ‘eterno in Lui, la felicita degli Angioli. Tutti gli altri esseri viventi non bramano ciò, « perché non lo possono » . Solo il pensiero dell’uomo solca l’inesplorato, l’invisibile e raggiunge, anche nel mondo della materia, spazi e corpi non ancora « percepiti » dal nostro essere.
Il pensiero è dunque un elemento dell’eterno e dell’infinito, il veicolo che conduce al mare magno degli spiriti. L’esistente vuol tornar all ‘Ente e trascina con se la grave mole della materia, legata al mondo, al terrestre. Di qui la lotta fra spirito (che ascende) e materia (che pesa), ben individuata da Kant; di qui la necessita della purificazione, santificazione, in una parola della spiritualizzazione affermata dalle più importanti religioni; della ascesi, della metempsicosi o rinascita di ogni momento, nella nostra unica vita terrena; della catarsi, per ritornare all’idea pura, perfetta, del mondo – diremo – iperuranio.
Dio è dunque pensiero puro? Penso di si, e non solo perché senza materia, ossia puro spirito, ma perché infinito. Il Dewey ha ragione nell’averci dato solo le regole per ben vivere e agire in questo mondo: con una filosofia come la sua, si possono esplorare tutti gli aspetti del mondo terreno, ma non si va oltre, nel trascendente; egli fu coerente, onesto e leale verso se stesso (il proprio pensiero) e verso chi non la pensa come lui. Se vi basta di viver bene in questo mondo (70 – 90 anni) accontentatevi del Dewey; qualora invece vi turbi il mistero dell’al di là, della vita eterna, allora rivolgetevi a Dio e con il solo mezzo che abbiamo a nostra disposizione: la Sua parola (e, cioè, quel « pensiero » di cui partecipiamo per dono divino, l’alito, lo spirito