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PERCHÉ ALLORA ESISTE IL MALE?
Se Dio è amore, è giustizia, è bontà, perché esiste e come può esistere il male? Dio non può volere il male, essendo Egli bontà infinita, ci ha insegnato, fin da bambini, il catechismo cristiano. Allora chi è che ha voluto il male, « contro » la volontà d’Iddio? Il problema è formidabile e tremendamente allettante.
Le ipotesi sono due: o esiste una volontà opposta alla Sua, che Dio non può annientare, oppure è successo qualche cosa che ha dato origine al potere delle tenebre.
Personalmente sono per la tesi degli opposti e dei contrari: ogni cosa, in questo mondo, ha il suo contrario e ciò in virtù della legge dell’armonia e dell’equilibrio. La luce comporta il buio; il bene (o diversi stadi di bene) implica il male, il non bene, il bene imperfetto. Abbiamo, cioè, la corruzione del bene, come di tutte le cose: la vecchiaia corrode il più sano, il più estetico corpo.
E questa la legge dell’avvicendamento, del nascere e del perire: del nascere che « vuole » il perire, e tale legge l’ha determinata Dio.
Difatti, per assurdo, potremo dire che la morte, la nostra breve esistenza terrena, è un ‘altra prova dell’esistenza di Dio. Orbene, se il disfacimento è proprio delle cose « create » (che hanno un termine), l’uomo ne è soggetto e vittima.
Ma il male si è manifestato prima della creazione del mondo e dell’uomo, mi si potrà opporre, tra le creature ben superiori all’uomo e vicinissime a Dio: tra gli angioli, per altro « creati pure da Dio » . E dunque possibile che la creazione divina abbia in se qualche cosa di imperfetto? Eppure nulla nasce dal nulla, se Dio non vuole. E allora?
Allora c’è una sola risposta: Dio ha permesso che le Sue creature si manifestassero come volevano, lasciandole cioè « libere » , sovrane di decidere la loro condotta. A tale mirabile omaggio alla responsabilità e alle possibilità loro, al libero arbitrio, le creature hanno malamente risposto, offendendo il Creatore, dapprima con gli angioli ribelli, e poi con la disubbidienza dell’uomo. Il peccato della superbia e della vanità, ha rovinato gli uni e gli altri : così è nato il male, per azione e responsabilità di creature libere di commetterlo, dalla insubordinazione alla volontà divina, dalla scalata al cielo vanamente e ciecamente tentata da coloro che vi furono spinti dall’ambizione di primeggiare.
Da allora il male esiste, è implicito nella natura umana e nel mondo (anche le stelle sono corruttibili e la corruttibilità non porta certo alla incorruttibilità, come aveva opinato troppo ottimisticamente S. Agostino, ma alla distruzione totale, all’annientamento, al nulla) e durerà finché durerà l’uomo e durerà il creato, in quanto la situazione di peccato, che è venuta a determinarsi per la disobbedienza alla legge di Dio, non può essere risolta se non con il ritorno, da Lui « voluto » , dell’uomo a Dio, con ciò sconfiggendo il male e lavando l’impronta del peccato per azione stessa del peccatore.
Ringraziamo la misericordia di Dio, che ci ha concesso tale via d’uscita, e cioè di « individualmente » salvarci, seguendo la volontà buona, diretta a realizzare il bene e quindi a renderci degni di rientrare nel regno dei perfetti. L’Ente crea l’esistente con un atto d’amore, e l’esistente (superata la prova terrena) ritorna all’Ente per virtù propria