RIMA TAVOLA DEL M.V. SUL GENOMA

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PRIMA TAVOLA DEL M.V. SUL GENOMA


Negli ultimi venti o trent’anni il mondo è cambiato più che in tutto il settimo e ottavo secolo dopo Cristo. Ora la trasformazione potrebbe coinvolgere, grazie alla bioingegneria, non solo la società e la cultura ma anche la biologia, la natura stessa dell’uomo.

La mappatura del genoma, la scoperta dell’alfabeto della vita umana, potrebbe contribuire a questa trasformazione, dare la possibilità di ricombinare in modo diverso le lettere di quell’alfabeto e di scrivere dunque un nuovo testo, di creare un uomo diverso. “È uno dei racconti più straordinari che gli scienziati abbian mai consegnato al mondo” asserisce Alison Abbott. “Il genoma umano, ai fini pratici completamente sequenziato, è come la scoperta che la Terra gira intorno al Sole, che ci siamo evoluti dalle scimmie e che nel cervello risiede la mente con la quale rianalizzare noi stessi e i nostri rapporti col mondo, e per chi vi fosse portato, riflettere ancora sul bisogno di un Dio creatore e mentore”.

“Per la prima volta nella storia arguisce Claudio Magris “c’è la possibilità di manipolare intenzionalmente e direttamente la vita, di agire volutamente, esplicitamente e con fulminea rapidità sull’individuo, di modificarlo. La clonazione umana, se verrà praticata – e lo sarà, se non lo è già stata – non potrà non incidere profondamente sul nostro modo di essere; il giorno in cui si potranno avere tre gemelli uguali al proprio nonno cambierà fatalmente il senso della famiglia e delle generazioni e con esso cambieranno i sentimenti umani e le rappresentazioni poetiche che quel senso implicava. “La scoperta del DNA è probabilmente la scoperta più grande, più rivoluzionaria della storia. Esa non tocca Dio o la natura”, conclude Magris, “per i quali la vita è da sempre una continua creazione e manipolazione della vita, che forma e distrugge specie viventi, i dinosauri come l’uomo e domani l'”oltre uomo” vaticinato da Nietzsche, il nostro eventuale discendente creato in laboratorio, come Hominculus da Faust nel poema di Goethe.

È l’umanesimo, la fede nella centralità dell’uomo, che potrebbe vacillare; è l’uomo così come lo conosciamo, e il nostro volto che potrebbero venire alterati come nelle metamorfosi del mito antico. Forse per questo il Galileo di Brecht – uno scienziato vittima dell’oscurantismo – dice che “il processo non sarà che un progressivo allontanamento dall’umanità”. Comunque, pur nel vertiginoso susseguirsi di scoperte sconvolgenti, tante cose continuano ad andare lentamente; si clonano le pecore – e forse gli uomini – ma il raffreddore e la calvizie continuano imperterriti a resistere, invitti, agli assalti della scienza. È difficile dire se sia una consolazione.


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