TAVOLA PER L’INIZIAZIONE DI UN NUOVO FRATELLO

TAVOLA PER L’INIZIAZIONE DI UN NUOVO FRATELLO

di F.A., Primo Sorvegliante; lavoro presentato in Loggia , in occasione  della iniziazione del Fr. Paolo



Il termine iniziazione, dalla notte dei tempi, ha sempre avuto carattere sacro. Infatti ‘initia’ plurale del vocabolo latino initium (principio-inizio) definisce propriamente i principi e cioè i capisaldi della conoscenza. Quindi l’iniziato è colui che è reso partecipe dei principi, dei fondamenti dell’esistenza nella sua interezza cioè della vita universale.

Poiché tutto in natura si evolve per gradi così anche l’iniziazione prima di conferire al discepolo la facoltà ultima di penetrare i fondamenti della vita universale deve consentirgli un graduale progresso che, dalla condizione iniziale di Profano, lo elevi via via a quella di Maestro.

Con il conferimento della ‘prima’ iniziazione viene trasmesso all’aspirante una particolare influenza spirituale con il cui aiuto dovrà autonomamente far proprio l’insegnamento che gli viene offerto; insegnamento basato essenzialmente sul simbolismo.

Il neo-iniziato deve ‘etimologicamente in-ire’ penetrare l’essenza delle cose ma, per poterlo fare, deve prima liberarsi da tutte le scorie che gli impediscono una visione distante da ciò che lo circonda. Sulla coscienza di ognuno pesa il fardello della superstizione storica, razziale, nazionale, familiare, scolastica, scientifica, morale, religiosa, ecc.

Egli deve perciò liberarsi da questi ostacoli che lo condizionano e restituirsi alla purità dell’innocente. Raggiunto questo traguardo sarà come se iniziasse una nuova vita alla quale si affaccia ‘infante’ e cioè non parlante: ecco perché all’Apprendista è prescritto il silenzio, simbolo della conquistata purezza e insieme del segreto del mondo da cui proviene.

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