LA CIRCOLAZIONE DELLE IDEE

LA CIRCOLAZIONE DELLE IDEE

di F.B., Secondo Sorvegliante;  

Al riparo, nella Loggia “debitamente coperta”, noi diamo corso ai lavori nel Tempio, uniti nella comune consapevolezza della sacralità, con cui, abbandonati i metalli e opportunamente preparati, celebriamo il Rito.

Guardando al passato e alle origini moderne della Fratellanza, possiamo immaginare la stessa situazione nei nostri Fratelli del Settecento. Non ci può essere d’ostacolo lo stravolgimento sociale e politico in tre secoli di storia, o la frequente alternanza d’Obbedienze e Riti diversi, né le disarmonie fra le Gran Logge Nazionali nelle varie regioni europee durante il secolo XVIII. Una continuità, che trae fondamento e spiegazione dall’uniformità “iniziatica” e tradizionale della Libera Muratoria e si manifesta in modo omogeneo nei fondamenti del pensiero massonico.

Nel Settecento questo si è tradotto in un’attiva e diretta partecipazione, degli aderenti alla Fratellanza, al fermento delle “nuove idee”, che ha caratterizzato i movimenti culturali, la scienza, le arti e lo stesso pensiero politico nell’età dell’Illuminismo.

In tutti i sistemi massonici, le idee di fratellanza, tolleranza, eguaglianza, la solidarietà fra gli affiliati e lo scopo della beneficenza, il riconoscimento personale secondo il merito al posto del privilegio dello “stato sociale”, l’organizzazione su base elettiva, l’enunciazione della libertà di religione e di pensiero, la libera discussione in seno alla loggia, con l’unico veto su argomenti riguardanti la religione e la politica, sono principi universali e costanti nel tempo. Se a questi aggiungiamo l’idea di una natura al centro di ogni fondamento religioso, fino al ricupero, in alcuni casi, della sapienza ermetica del tardo Rinascimento italiano, possiamo intendere come tutte queste connotazioni concettuali fanno assumere alla loggia massonica, non più “operativa e corporativa”, ma vera e propria “società di uomini liberi e di buona reputazione”, un carattere “dirompente” nei confronti della cultura e del sistema stabilizzato del potere nello Stato assoluto dell’Ancien Régime.

L’idea generale che si sviluppa a cavallo dei secoli XVII e XVIII, è quella della rigenerazione dell’uomo; del rinnovamento della società, accompagnate dall’intuizione che ciò può avvenire non più affrontando dall’esterno le istituzioni, ma agendo sull’uomo. E’ necessario cioè “ricostruire il Tempio” preparando prima le “pietre levigate”, a garantirne la futura solidità.

Per questo il fenomeno massonico assume rilevanza anche sotto l’aspetto sociale e politico, come è stato riconosciuto appena da pochi anni in qua, in studi relativamente recenti e autorevoli. (1)

Il massone, oggi come allora, è costantemente alla ricerca individuale della verità e per questo, fin dall’inizio, in tutti gli stati con forme di governo assoluto e autoritario, dove le verità, non escluse quelle spirituali, sono dettate dall’alto, la massoneria è sempre stata scomoda e, in più occasioni, perseguitata.

E’ indubbio che i Fratelli del Settecento, assieme ai circoli intellettuali, alle Accademie, alle società di lettura, e ai salotti, hanno utilizzato la massoneria anche come strumento di diffusione delle “nuove idee” che maturavano agli inizi del secolo, principalmente in Inghilterra e Francia, e che porteranno, dopo il 1780, alle tendenze cospirative e rivoluzionarie, dopo lo scarso risultato del movimento riformista e l’ininfluente azione dei governi ispirati a un “dispotismo illuminato”.

Non è stato ancora dato giusto rilievo, da parte degli studiosi, alla reale incidenza della Fratellanza massonica nell’esperienza intellettuale dei protagonisti dell’Illuminismo europeo, in virtù della peculiare struttura di socializzazione, quale si presenta la loggia, nelle sue finalità umanitarie e filantropiche. Va tenuto conto insomma che molti dei grandi intellettuali europei (specie nella seconda metà del secolo, particolarmente in Germania e in Italia), si sono fatti iniziare alla massoneria. Molti fra questi si sono anche impegnati direttamente nella vita delle logge, affrontando i problemi organizzativi e ideologici dell’Istituzione. Questo basterebbe a confermare la tesi (disattesa fino ad ora dagli studiosi), secondo la quale i “Lumi” e la Massoneria sono manifestazioni prodotte dalla stessa società e cultura. (Giarizzo)

Queste osservazioni preliminari vogliono essere la premessa per un’ipotesi di ricerca tendente a ripercorrere alcuni “sentieri” di collegamento europeo e italiano in particolare, che hanno contribuito a diffondere e propagandare le idee che stavano maturando. Lungo il percorso, nessuna meraviglia se scopriremo che non è stato certo casuale il fatto che la massoneria, in pochi anni, si sia affermata su scala europea.

Per le regioni italiane bisogna tenere conto dell’assenza di uno spirito unitario e dell’esistenza di più Stati con tradizioni, ordinamenti e situazioni socio-politiche diverse, oltre che di influenza straniera. Perciò in Italia, per tutto il secolo XVIII, si è trattato di una massoneria di importazione; e quando i sistemi massonici europei si affermavano negli stati della penisola, le logge italiane assumevano caratteristiche specifiche secondo l’influenza dominante, inglese, francese, olandese o tedesca. (Soriga)

Laddove possibile, alla luce della documentazione attualmente reperibile e sulla scorta degli studi più recenti, è necessario analizzare a fondo la reale consistenza operativa della “ragnatela” di logge esistente sul continente europeo a metà del secolo XVIII, nonostante due condanne da parte della Chiesa cattolica, nel 1738 e nel 1751.

Interessa quindi cogliere i legami ideologici e la capillare diffusione nelle diverse aree geografiche, che offrivano agli affiliati la possibilità di amicizie e di appoggi nelle varie città, l’apertura a nuovi apprendimenti culturali e la tutela della segretezza nei rapporti fra gli associati.

La pratica del “segreto” come principale connotazione dell’attività massonica, utilizzata unitamente ai segni, alle formule di appartenenza e di comunicazione, già dalle corporazioni dei Muratori medievali, diventa nelle logge moderne, simbolo di devozione alla fratellanza, di lealtà e di probità. La capacità di mantenere i segreti della massoneria contraddistingue il vero fratello e rafforza il vincolo societario fra individui che possono non aver nulla in comune, oltre all’appartenenza a una “società” che tende a manifestare contenuti e sapienza arcani e suggerisce un percorso “graduale” verso l’illuminazione.

Per il Settecento in ogni modo, l’attività delle singole logge e l’articolata testimonianza dei rapporti tra loro intercorsi, attestano che, grazie all’impostazione cosmopolita del pensiero massonico, così come per il movimento illuminista, attraverso i contatti e gli intrecci, estesi ai centri europei più importanti, fra obbedienze e fra singoli fratelli, si è attivato un sommerso “corridoio” di comunicazione. Una ramificazione dei centri di diffusione intellettuale, resa efficace e facilitata nel suo sviluppo capillare dalle caratteristiche stesse, dei lavori e dei metodi delle “officine massoniche”, preferite ad altre forme di “sociabilità” più o meno “visibili”. Il “tessuto” sociale interessato e partecipe in questi canali, è costituito anche da “fratelli” che sono eminenti rappresentanti del ceto dirigente. Costoro, nello spirito di eguaglianza massonica, si trovano ad essere accomunati in loggia con soggetti che nella vita profana non sempre condividono la stessa situazione sociale o attività. Fra questi ci sono, nobili, borghesi, commercianti, diplomatici, viaggiatori, (non raramente anche elementi dello spionaggio internazionale), intellettuali, rappresentanti del clero, artisti e musicisti. Per la struttura organizzativa delle logge, tutti questi soggetti erano facilitati e giustificati di fronte alle autorità di polizia, a coltivare relazioni massoniche costanti, con lettere, visite, contatti diplomatici, tra Parigi, Londra, Amsterdam, Praga, Vienna, Firenze, Napoli, Venezia, Roma ecc.

Si possono dunque individuare i centri di diffusione capaci di diventare espressione per nuove figure sociali, che si trovano a sperimentare nell’attività delle logge, forme inedite del vivere civile, confrontandosi sul piano culturale. E’ anche attraverso questo tipo di esperienze che si sviluppa e acquista rilevanza in quel periodo, l’opinione pubblica, così come la sua manipolazione. Sul piano politico, si fa strada la tendenza ideologica a porsi come alternativa al modello di Stato assoluto.

Anche se non dappertutto né in modo univoco, nell’organizzazione delle singole logge, prendono corpo e sono realizzate, all’interno del “Tempio Massonico”, forme di governo innovative, di ispirazione democratica (elezioni a scrutinio segreto, principio della maggioranza, voto per testa, tasse sotto forma di quote, registrazione dell’appartenenza). La struttura della loggia diventò così uno dei principali canali di trasmissione della nuova cultura politica, sull’onda del costituzionalismo inglese, che si opponeva progressivamente sia ai privilegi tradizionali e consolidati, sia all’autorità basata sulla gerarchia. Convinzioni e ideologie la cui influenza si manifesterà nel periodo rivoluzionario di fine secolo. (Jacob)

Anche oggi, nel nostro lavoro individuale, fraternamente coltivato e condiviso assieme agli altri fratelli, al riparo della “Loggia debitamente coperta”, possiamo continuare e assolvere un compito di costante divulgazione. Non sarà bisogno di far circolare le idee del Settecento, in teoria ormai acquisite dalla maggior parte dei sistemi democratici moderni. E’ anche indubbio altresì, che esse non sono, di fatto, un bagaglio universale dell’Umanità. Esse esprimono un insieme di valori universali, spesso disattesi nella quotidianità del mondo profano, perciò non più alla “circolazione delle idee” siamo chiamati ma alla salvaguardia e alla costante riaffermazione di quei valori che restano ancora imprescindibile presupposto per un’autentica “rigenerazione dell’uomo”. 

1) Per una prima informazione: 

V. Ferrone, I profeti dell’Illuminismo, Laterza Bari 1989. 

C. Francovich, Storia della Massoneria in Italia dalle origini alla Rivoluzione Francese, La Nuova Italia Firenze 1974. 

G. Giarrizzo, Massoneria e Illuminismo nell’Europa del Settecento, Marsilio, Venezia 1994. 

F. Venturi, Settecento riformatore, I: Da Muratori a Beccarla, Einaudi, Torino 1969. 

F. Venturi, Utopia e Riforma nell’Illuminismo, Einaudi, Torino 1970.  

F. Venturi, La circolazione delle idee, in “Rassegna Storica del Risorgimento”, 1954, pp. 203-222 

M. Jacob, Massoneria Illuminata. Politica e cultura nell’Europa del Settecento, Einaudi Torino 1995. 

J. Habermas, Storia e critica dell’opinione pubblica, Laterza Bari 1977 

Trampus, La Massoneria nell’età moderna, Laterza Bari 2001 

R. Soriga, Le Società segrete, l’emigrazione politica e i primi moti per l’indipendenza, Scritti raccolti e Ordinati da Silio Manfredi. “Collezione Storica del Risorgimento”, Vol. XXIX, Modena 1942.

P. Maruzzi, Notizie e documenti sui Liberi Muratori in Torino nel secolo XVIII, in “Bollettino Storico Subalpino” 1928-30, a. XXX, pp. 115-213; 397-514 – a. XXXII, pp. 33-100; 241-314 

R. Koselleck, Critica Illuminista e crisi della società borghese, Il Mulino, 1972. 

B. Fay, La Massoneria e la rivoluzione intellettuale del secolo XVIII, Einaudi, Torino 1945.

Questa voce è stata pubblicata in Lavori di Loggia. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *