LA TOLLERANZA
La Massoneria, durante il corso della propria storia ed evoluzione del pensiero, ha costruito una serie di concetti necessari e sufficienti a sostenere l’opera di continua ricerca e perfezionamento del Massone. Questi sono divisibili in due grandi categorie di concetti iniziatici e concetti profani. Se concetto iniziatico primitivo per eccellenza è il segreto, concetti profani sono: la Libertà, la Fratellanza e la Trascendenza.
Locke, autore che fra i primi difese il concetto di Tolleranza (Epistola de Tolerantia), rileva come le profonde convinzioni dell’individuo non siano condizionabili attraverso la violenza, rigetta la costrizione in quanto fonte d’ipocrisia, nega l’uso dello coercizione, ma sostiene la tolleranza nei confronti della diversità di pensiero, religioso o politico, come via unica del vivere civile. Mill sviluppa le teorie lockiane estendendole in chiave più decisamente liberale, sia in ambito politico istituzionale che morale individuale, quindi sostiene la libertà per il cittadino di poter pensare ed agire in modo difforme dal comune o meglio la tolleranza dovrebbe garantire la libertà d’azione, nel rispetto della libertà altrui, anche e soprattutto quando tale azione è in discrepanza con il comune comportamento dei più.
Il concetto di tolleranza, molto difficile da esprimere a parole, può essere definito in due espressioni ugualmente valide e complementari. Da un lato il concetto si può intendere come rispetto della libertà altrui in quanto tale, il soggetto non condivide, ma comprende, o si sforza di comprendere ed accettare, il modo di pensare ed agire altrui. Da altro lato lo si può intendere come conseguenza dell’indifferenza verso ogni e qualsiasi convinzione, quindi in maniera agnostica il soggetto, non portatore di nessuna opinione specifica, è indifferente e quindi non si oppone a qualsiasi modo di pensare. Naturalmente i contenuti etici di gran lunga più profondi, ricchi e numerosi della prima definizione sono quelli massonicamente accettati; la Massoneria NON E’ AGNOSTICA, quindi il Massone ha le sue convinzioni, credenze, punti di riferimento, ma ugualmente accetta e rispetta altri, anche e soprattutto Massoni, che abbiano un modo differente di accostarsi alle problematiche e, quindi, di interagire. La Tolleranza, come concetto inteso alla disponibilità all’ascolto ed alla riflessione intorno ai modi di pensare altrui si colloca anche alla base della ricerca scientifica empirica, in quanto al ricercatore si rivela la necessità di non adagiarsi entro il proprio sistema chiuso, statico di conoscenze, ma di aprirsi e di confrontarsi con l’esterno, con gli altri e ciò al fine di non ripetere le oscure esperienze dogmatiche evidenziate nel famigerato processo a Galileo Galilei.
Nella storia della Massoneria, dunque, il concetto di Tolleranza è centrato soprattutto sul contributo che ha dato alla costruzione di quell’antropologia massonica, le cui caratteristiche tendono a coincidere sempre più con l’antropologia dell’uomo contemporaneo nella società industriale. E citando il Fr.’. G.di B.: “Ogni massone nel realizzare il modello di uomo che egli ha spontaneamente accettato, si porrà di fronte alla Libertà, Tolleranza, Fratellanza e Trascendenza del segreto Iniziatico, con tutto il peso della sua unicità e soggettività. Le regole attraverso cui i singoli Massoni levigano la pietra grezza sono regole prescrittive. La realizzazione dell’Uomo Massone avviene, perciò, in un continuo processo dialettico tra costitutivo e prescrittivo, orientato dall’antropologia filosofica massonica e dal principio regolativo del G.A.D.U.”
CMDL