SECONDA TAVOLA SUL TEMA DEL VIAGGIO

SECONDA TAVOLA SUL TEMA DEL VIAGGIO

di I.P., Secondo Diacono; lavoro presentato in Loggia il 4 Dicembre 2001

VIAGGIO, parola che origina dal latino viaticum o da un vocabolo provenzale, come ci raccontano i dizionari. Parola che indica uno spostamento nello spazio, che si DECIDE di fare con piacere o che ci può mettere in dolorosa agitazione. Può designare un viaggio di piacere, di lavoro, di conquista di nuove terre o dello spazio, può essere un viaggio di costrizione (profughi di guerra, di sconvolgimenti climatici e naturali),un viaggio di sterminio (olocausto del popolo ebraico, altre ben note pulizie etniche, che si perpetuano da millenni),un viaggio per la ricerca del lavoro (miglioramento economico),sopravvivenza (ospedali migliori, chirurghi esperti),un viaggio della speranza (Lourdes o altri luoghi di pellegrinaggio) ed infine un viaggio senza dislocazione, NEL PROFONDO di noi stessi.

Il viaggio profano di ogni uomo comincia alla sua nascita e finisce con la sua morte.

Ogni viaggio ha in comune la certezza del punto di PARTENZA, ma il TRAGITTO tra il punto di partenza e la META da raggiungere, rimarranno due incognite fino al compimento del viaggio. La DECISIONE di compiere un viaggio può coincidere con diversi stati d’animo. Spesso si rimane soltanto all’intenzione o al desiderio di intraprendere un viaggio. A volte il viaggio intrapreso s’interrompe per la nostra incapacità di proseguire o per ragioni, che ci costringono a posticiparlo od annullarlo e la meta può rimanere per sempre un sogno irraggiungibile. Spesso, dopo aver raggiunta la meta con molta fatica, non ci regala quelle soddisfazioni, che prima del viaggio avevamo immaginato. Il viaggio necessita di un PROGETTO e della possibilità di attuarlo. Anche il TEMPO previsto per effettuare un viaggio può addivenire a dei cambiamenti. Lasciando ora da parte il viaggio, inteso come uno spostamento nello spazio, ci occuperemo piuttosto del viaggio, che compiamo nella nostra coscienza e nella nostra anima.

Noi liberi muratori abbiamo un faro, che ci guida nel nostro viaggio alla ricerca di una evoluzione spirituale e sapienziale, che è la TRADIZIONE (via iniziatica) ed il complesso dei Landmarks.

Durante il nostro crescere nell’ambito dell’Ordine, passiamo di grado in grado attraverso simboliche deambulazioni e lungo il percorso veniamo resi edotti di certi STRUMENTI, che ci saranno utili, attraverso il loro intrinseco simbolismo, mentre compiremo il nostro personale viaggio nel mondo dell’uomo. Utili soprattutto per poter meglio apprendere ed approfondire il rapporto tra uomo e divinità (il trascendente) e aver modo di progredire spiritualmente fino alla consapevolezza prettamente intuitiva e di cuore di questo rapporto.

Il tema del viaggio si riscopre in tutte le culture, dalle origini del genere umano fino ai nostri giorni e sembra, che all’uomo sia connaturato il desiderio di viaggiare (come anche quello di costruire). L’antropologia religiosa ci insegna, che gli antichi sacerdoti, di quasi tutte le culture, si avvalevano di vari mezzi per raggiungere la sensazione di estraniazione (di essere fuori dal proprio corpo e di viaggiare con l’anima nell’etere) per potersi in quella maniera, alleggeriti della propria materialità, avvicinare di più alla divinità. Ricordiamo Dedalo, vari profeti e santi, che viaggiarono su carri di fuoco, come pure svariate divinità arcaiche ecc. Anche il viaggio che fa un libero muratore nel TEMPIO, che rappresenta il cosmo, durante le varie fasi della sua maturazione, ha significati diversi, ma sempre indirizzati alla conquista della consapevolezza e del suo avvicinamento al centro, alla divinità. Il viaggio ha sicuramente un potere di spaesamento quasi magico. Anche nella Bibbia possiamo leggere degli avvenimenti, che avevano luogo proprio durante un viaggio, in luoghi deserti o lungo le strade (santi, monaci). Gli antichi eroi (di tutte le tradizioni) erano continuamente in viaggio alla ricerca di qualcosa (Teseo-labirinto, Dedalo, Icaro, Argonauti, Ulisse, fino ai più moderni esploratori, gli astronauti ecc.). L’esempio di Teseo evidenzia il compimento di un’esperienza di morte e rinascita perseguendo una mera dimensione orizzontale. Dedalo invece, già MAESTRO, quindi INIZIATO, sceglie una dimensione verticale, cioè addiviene ad un allargamento di coscienza, ad una visuale, che da un punto diverso dall’inizio della ricerca e attraverso l’asse VERTICALE del mondo, prende la direzione verso la divinità. Ed è in questo modo che intendiamo la nostra ricerca, che in tutta modestia ci avvicina a questo personaggio. Icaro viene invece vinto dalla superbia, quindi distratto dalla strada intrapresa, segue soltanto il proprio istinto umano non ancora affinato e, tentando di sfidare la divinità, perde la vita. Ricordiamoci anche, che l’intera nostra galassia non è immobile, ma è in un viaggio perenne nel cosmo.

La decisione di iniziare (punto di partenza) un viaggio ha bisogno di energia, di concentrazione, di VOLONTA’ e in casi particolari di grande temperamento. Reputo, che le principali e più importanti componenti di un viaggio sono proprio il punto di partenza ed il momento della peregrinazione.

Il tempo speso nel movimento, nella RICERCA (la cosiddetta cerca medioevale del mitico Eden, dove non vi era distinzione tra sacro e profano),nello scegliere la strada, a superare fatiche e prove, a farsi un’esperienza nel bene e nel male, a essere decisi agli incroci (non per niente gli incroci-bivi-trivi erano reputati sacri, erano luoghi dove si entrava in contatto con l’aldilà e tuttora vi s’innalzano edicole con immagini di santi protettori) è un tempo sospeso, un NON TEMPO, un momento di essere in MEZZO per raggiungere una meta.

Ed è proprio in questo stato ,in questo essere in mezzo, slegato da impegni comuni, che alle persone sensibili è data la possibilità di una esplorazione più approfondita della loro anima, di poter aprire delle porte altrimenti chiuse, di avere delle “illuminazioni”, di venire in contatto con la divinità, di tendere con maggior chiarezza alla rigenerazione spirituale.

Anticamente avevano a disposizione tra gli altri, anche il simbolo del labirinto (unitario, plurimo, centripeto o centrifugo) strutturato attorno ad un CENTRO, simbolo della VERITA’ assoluta e della salvezza, che dava, a chi lo avesse imboccato, una o più possibilità giuste di viaggio verso l’UNICA uscita (o mèta).

Rappresentava un viaggio spirituale, che metteva le persone rette (e non a caso questo termine) in grado di esplorare l’anima, di evolversi e di ampliare la consapevolezza dell’essere uomo.

Giordano Bruno stesso ci illumina sul percorso da scegliere, indicandoci la strada simbolica per raggiungere la nostra mèta attraverso le tre vie di “Mens”, “Intellectus” e “Amor”.

Aggiungo anche, che a parer mio sono più importanti la volontà di intraprendere il nostro viaggio (o volendo la “camera di mezzo”) ed il desiderio di raggiungere la meta, che non la meta stessa, che solo a pochi è dato poter conquistare.

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