IL BENVENUTO DEL MAESTRO VENERABILE

IL BENVENUTO DEL MAESTRO VENERABILE

    Ai Fratelli, come pure ai Profani che visitano queste pagine, mi è gradito porgere il benvenuto mio e quello di tutti i Fratelli della Loggia Harmonia Universalis n. 109 di Trieste.

    Chi vorrà dedicare qualche minuto alla consultazione delle pagine che abbiamo qui raccolto, troverà – così speriamo – un frammento del patrimonio di questa Loggia, giovane ancorché forte di vero spirito massonico.

    In una delle sezioni di questo sito troverete una spiegazione del nostro simbolo di loggia, che nelle sue numerose sfaccettature, aiuta a comprendere alcune delle caratterizzazioni massoniche proprie della Harmonia Universalis.

    A me preme, in questo messaggio di benvenuto, invitare il visitatore a soffermarsi, per cominciare, sul dato più immediato, ovvero il nome della nostra Loggia. “Harmonia Universalis” può essere intesa, innanzi tutto, come la meta – utopica quanto pregnante in senso esoterico – della Massoneria. Ciascun Fratello, indipendentemente dal suo grado, anzianità, o ancora sensibilità e inclinazione, trova in questa Loggia il proprio posto e la possibilità concreta di contribuire al lavoro comune. Un’armonia che interpreto come la responsabilità più grande che mi sia stata affidata all’atto dell’investitura. Senza l’impegno dei sorveglianti e dei Fratelli tutti, questa armonia non potrebbe essere mantenuta. Armonia, dunque, innanzitutto all’interno della Loggia.

    La Massoneria non si differenzia da qualsiasi altro consorzio umano: non sempre è possibile mantenere il proprio portamento etico all’interno degli antichi landmarks che ci derivano dalla nostra Tradizione, così ricca di Sacro. E’ anche purtroppo vero -perché negarlo ?- che alcuni individui senza scrupoli, fratelli di facciata, si siano a volte macchiati di delitti che hanno leso grandemente tutta la famiglia massonica. Le gravi colpe di questi individui hanno gettato un’ombra che permane tuttora sul nostro Ordine, sui moltissimi Fratelli onesti. Accade così, di conseguenza, che tanti Massoni italiani preferiscano frequentare la loro Loggia con riservatezza, non perché abbiano qualcosa da nascondere, ma perché semplicemente temono di venire danneggiati rendendo pubblica la loro appartenenza. Il nostro sito esiste anche per tentare di mutare questa situazione.

    Un’altra ragione della riservatezza – si sente dire tante volte – sarebbe dovuta a strani e oscuri “segreti” che costituiscono l’essenza rituale della Massoneria. Non è così. In primo luogo, infatti, il vero Massone spesso riesce con difficoltà a fare emergere dalla propria esperienza quegli elementi che facciano capire al Profano quanto significativa sia la sua vita massonica. E poi bisogna ricordare che, a più riprese e con dovizia di particolari, sono state spiegate le nostre cerimonie e svelati alcuni “segreti” rituali. E’ altrettanto vero, però – e questa circostanza viene spesso confermata da molti Fratelli – che il vero segreto massonico è tanto grande quanto personale e incomunicabile, ed esso attiene al fine ultimo della Massoneria, un sistema di morale velato da allegorie e illustrato da simboli.

    Un sistema morale, inoltre, che richiede un animo profondamente religioso, attento alla dimensione trascendente, nel rispetto della fede e delle credenze di ognuno. Uno dei più tenaci pregiudizi avversi alla Massoneria vuole che noi siamo schierati contro la religione, ma ciò è falso, e l’unica verità storicamente fondata è che il potere temporale dei Papi ha visto sempre con sospetto i Massoni, per la tolleranza dichiarata e praticata nei confronti di ogni credo religioso e per l’ideale ugualitarista che noi propugnamo. Nel senso più ampio e profondo, Massoneria e religione né contrastano né si sovrappongono.

    Dunque, chiunque sia dotato di animo sincero, qualunque sia la sua condizione sociale, credenza religiosa, o inclinazione politica, troverà tra le colonne di questa Loggia chi saprà assecondare il suo cammino iniziatico e trarre giovamento dal reciproco lavoro. Con rispetto, tolleranza, umiltà e carità, siete tutti invitati a portare la pietra che ci permette di edificare il nostro tempio.

    Non mi rimane che rinnovare il mio sincero e fraterno benvenuto.

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