IL LAVORO MASSONICO
Dall’insegnamento di Wirth si evince che l’uomo comune lavora per vivere, mentre è privilegio dell’uomo saggio (e quindi anche del massone) vivere per lavorare. Più i massoni cercano di costruire e non di distruggere, di testimoniare e non di contendere, più risultano idonei al ruolo di perfezionatori dell’umanità che li contraddistingue da secoli
Tavola del fr:. A. Z:.
La vita nel mondo profano è spesso caotica, ingarbugliata e perennemente accelerata… Le persone sono costrette a correre sempre più, a forzare tutti i ritmi, a cercare di incorporare, nelle ore che hanno a disposizione durante la giornata, il lavoro ordinario, spesso e volentieri quello straordinario, quello che riguarda la professione e quello che riguarda la famiglia.
Il lavoro, all’uomo, è sempre stato presentato come una sorta di castigo divino, come un pegno che siamo obbligati a pagare per poter raggiungere gli obiettivi minimi della nostra esistenza.
Basti pensare a Adamo ed Eva, cacciati dal Paradiso e condannati ad una vita di lavoro e fatiche. Ma non c’è bisogno di scomodare i nostri primi antenati per costatare che, anche al giorno d’oggi, la maggior parte delle persone vive il loro lavoro come una sorta di schiavitù, di condanna ai lavori forzati; si consumano quotidianamente drammi che vedono protagonisti uomini e donne, ostaggi del sistema che non riescono a liberarsi da questa terribile piaga: il lavoro.
Leggendo alcuni autorevoli scrittori massonici mi sono trovato in completo accordo con la tesi di O. Wirth: “La vita consiste nell‘azione: senza l’azione la vita non djfferisce in nulla dalla morte. Vivere oziosi non è vivere, è vegetare…”. “. Da queste parole si evince che l’uomo comune lavora per vivere, mentre è privilegio dell’uomo saggio (e quindi anche del Massone) vivere per lavorare. Questa maniera di intendere la parola LAVORO come un’attività assolutamente positiva, vitale, che riesce a nobilitare l’uomo che la compie, è ciò che mi suggerisce maggiormente il concetto di “lavoro massonico”.
Qual è dunque il “lavoro massonico” che i Liberi Muratori sono desiderosi di compiere? Penso si tratti soprattutto di un lavoro di costruzione e testimonianza di ciò che è stato edificato.
Più i Massoni cercano di costruire e non di distruggere, di testimoniare e non di contendere, più risultano idonei al ruolo di perfezionatori dell’umanità.
Forse è proprio questo desiderio di perfezionamento che ci contraddistingue e ci caratterizza. Il Libero Muratore compie il suo lavoro massonico soprattutto compiendo un perfezionamento su se stesso, cercando di migliorarsi in maniera autocritica e propositiva; diciamo perfezionamento e non progresso: progresso, oltre che essere un termine estremamente inflazionato., ha un senso più corale, mentre perfezionamento è prima di tutto degli individui.
E’ il perfezionamento delle varie individualità che dà senso compiuto alla crescita corale e innesca quell’”egregio”, quella vibrazione che a questo stato più elevato, più perfezionato, attraversa il cuore di tutti i fratelli seduti tra le Colonne.
Per riuscire a raggiungere questo particolare momento, dobbiamo compiere un ulteriore lavoro su noi stessi: sostando in silenzio quei pochi minuti nella Sala dei Passi Perduti, prima di entrare nel Tempio,la nostra mente torna momentaneamente nel Gabinetto di Riflessione, “visitando interiora terrae” per poi rigenerarsi e rinascere.
I pensieri profani sembrano così sbiadirsi, il nostro corpo subisce una decelerazione e si creano quella concentrazione e quella tranquillità interiore che ben dispongono l’animo e creano i presupposti al nostro scopo principale, che è il perfezionamento dell’umanità.
Possiamo perseguirlo, non lanciando precetti o programmi, ma edificando, all’interno del Tempio, l’Uomo Nuovo: l’INIZIATO!
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