IL NOSTRO MONDO
Il progetto-desiderio di una società migliore non può basarsi che su modelli che mettano in primo piano l’uomo, non come individualità a sé stante, ma come elemento in armonia con l’universo intero. Per un Massone, questo desiderio non è un sogno utopistico per fuggire dalla realtà; ma qualcosa di pensabile, in quanto fattibile, un “sogno ad occhi aperti”, quindi, per il quale esistono i presupposti di una realizzazione. Certamente esso ha bisogno non solo di analisi concrete del potenziale di una società, ma anche, anzi principalmente, di fantasia, di creatività, di rispetto reciproco fra le genti e, perché no, di un “pensiero” dalle basi antiche e solide che conferiscano armonia a tutto ciò che ha parte in questo progetto-desiderio. Non è facile da raggiungere: esige però che ci si batta per la sua realizzazione.
Un’era volge al termine e questi duemila anni si concludono lasciando una pesante eredità a quella successiva: deterioramento dell’ambiente, conflittualità politica fra i popoli, caduta dei valori etici e spirituali, crisi dei rapporti sociali ed interpersonali.
Le cause che hanno innescato questa reazione a catena sono innumerevoli e assai complesse.
Le civiltà in ascesa hanno sempre un preminente carattere sintetico tendente ad unire ciò che è separato; da quest’azione unificatrice, che i Greci esprimevano con il verbo “simballein” (mettere assieme, unire) nasce la cultura del simbolo, la civiltà simbolica.
Dal processo inverso del “diaballein”, deriva, invece, la cultura diabolica la quale, separando ciò che era unito, provoca una reazione a catena dagli effetti devastanti che oltre ad insidiare l’armonia del vivere e a stravolgere la scala dei valori; minaccia addirittura la sopravvivenza della terra che ci ospita e ci nutre.
Varie sono le cause che innescano questa reazione:
1) lo strapotere e la spregiudicatezza del capitale che programma i suoi interventi al solo scopo di moltiplicare i profitti, dì esasperare attraverso la competitività uno sfrenato senso egoistico, di considerare l’uomo soltanto come un semplice strumento della produzione;
2) l’attività dell’uomo che autoelettosi unico sovrano del cosmo, si sente in diritto di deturpare foreste, di far strage di fauna, di inquinare terra, acqua, e aria con i suoi veleni, di manipolare il patrimonio genetico delle piante e degli animali senza tener conto di alcun’altra legge eccetto quella del suo tornaconto personale. Così questo signore dell’universo è diventato il grande “killer” della terra e l’unico animale che distrugge l’ambiente dove vive, soggiogato dall’imperativo del profitto per cui tutto è lecito.
Altro acceleratore del processo di disaggregazione è il voler considerare la scienza come la più importante attività umana che non ha limiti all’estensione delle sue conoscenze, con la convinzione che essa può riparare qualsiasi guasto provocato dai suoi errori.
Non ultima tra le cause. Il “culto della superspecializzazione” che comporta una frammentazione del sapere in particelle che si vanno facendo sempre più piccole, sicché la specializzazione diventa solitudine, vera e propria alienazione.
Eppure questo culto va diffondendosi in ogni altro settore della scienza e della cultura. Ovviamente, non s’intende svalutare la specializzazione in assoluto ma essa ha un valore reale se porta all’approfondimento di una ricerca che non prescinda da una concezione organicistica dell’unitarietà dell’uomo, da un’armonica interazione delle conoscenze, dalle leggi inviolabili della natura a cui si può comandare solo obbedendole e che non ignori neppure le esigenze della collettività, poiché, come sentenziavano gli antichi maestri di scienza che erano anche maestri di vita, “scientia sine coscientia est nihil”.
Giovanni Cecconi e Gustavo Raffi Oggi più che mai si sente l’esigenza di tanti cambiamenti in molti campi, dall’economia (diverso rapporto uomo-ambiente, uso di energie pulite) alla politica ed alla sociologia ( superamento della concezione materialistico-meccanicistica, cooperazione e non competitività, visione cosmica e non planetaria, sviluppo di una coscienza collettiva) alla medicina (concezione olistica della persona) ed alla spiritualità (superamento delle concezioni parziali e dogmatiche, coscienza di essere tutti figli dello stesso Principio).
Aprirsi a questa nuova coscienza è oggi una necessità improrogabile e il rendersene conto significa compiere il primo passo verso il cambiamento.
Si avverte, quindi, la consapevolezza che tutto ciò potrà avvenire solo a seguito di un totale ribaltamento interiore dell’individuo che, necessariamente, porterà con sé anche quello esteriore: un ribaltamento che dovrà cominciare dal singolo e non essere imposto dall’alto. Considerando l’azione dì rinnovamento in questa chiave, il ruolo della Massoneria è fondamentale, indispensabile.
Quale portatrice di un pensiero e di una tradizione iniziatica, contiene in sé principi ed insegnamenti secolari indispensabili al miglioramento dell’uomo e per formare un’etica nel vero senso della parola.
Non sto a ricordare i cinque punti della fratellanza; ripeto solo che la Massoneria è una scuola iniziatica che segue l’esoterismo nell’insegnamento ed il simbolismo nell’arte operativa; infatti, senza una tradizione iniziatica-esoterica non esisterebbe un canale di trasmissione di luce iniziatica e senza iniziazione non potrebbe esistere alcuna forma di Massoneria.
Essa ha il duplice scopo di favorire il perfezionamento dell’uomo e di lavorare, di conseguenza, direi naturalmente, al bene ed al progresso dell’umanità.
Però se il primo non si realizza “massonicamente” non si conseguirà mai il secondo.
“Un palazzo, anche se bellissimo come facciata, deve, principalmente, avere fondamenta salde, altrimenti può crollare al primo refolo di vento”.
Per il bene dell’Umanità è perciò fondamentale che il Massone sia tale nel vero senso della parola.
E lo è soltanto se egli vive intensamente ed interiormente la Massoneria osservandone tutti i principi, per effetto dell’iniziazione, atto attraverso cui si stabilisce, nel Massone, un nuovo principio di vita, per cui l’esistenza ricomincia, intimamente da capo.
Nasce qui il sentiero del grande ritorno; a da qui deve nascere, poi, nel Massone l’opera attiva e la missione educatrice nei confronti dell’Umanità!
L’origine della vita ci sussurra richiami irresistibili nel disegno svelato dalle forme semplici dei simboli: chiama a raccolta apprendisti, compagni e maestri, centro invisibile del simbolo universale: l’UMANITA’.
La Massoneria, quindi , non è un “club” qualunque, ma qualcosa di completamente diverso.
L’Uomo Massone non può comportarsi da “Iniziato” all’interno del Tempio e da “Non Iniziato” al di fuori di esso e cioè in ogni manifestazione della sua vita.
Egli dovrà, quindi, all’esterno, avere un ruolo attivo, vivo, di esempio di guida, di colui che indica una via da percorrere sicché “se nel lungo cammino della vita qualcuno rimane indietro, Lui è pronto a fermarsi ed aspettarlo”.
A questo ci porta la Massoneria, intesa nel suo significato più vero e più profondo: quello di una via spirituale resa ancor più viva ed operante dai nostro agire quotidiano avente per scopo l’evolvere dei nostri simili.
Ecco che, allora, la Massoneria non può che avere e svolgere un ruolo di primissimo piano in questa società perché “Gli Antichi Doveri” che costituiscono le sue fondamenta non avranno mai fine.
Doveri, ai quali occorre rispondere quotidianamente per recuperare la visione olistica del mondo: dovere inteso come imperativo morale: “agisci come se ogni tuo atto potesse essere assunto come norma universale”.
Ecco allora che, qualunque ricerca per individuare l’etica che permetta all’Umanità di vivere con fratellanza, con uguaglianza, con la tolleranza dai propri principi interiori, con amore inteso come energia primigenia, non potrà mai prescindere da quella splendida scuola di vita che è la Massoneria.
A riprova di quelle che sono le finalità delle Massoneria e nel servizio che il Massone dovrà compiere nei confronti dei suoi simili vorrei ricordare quanto viene detto al neofita, terminata la prova del fuoco: “Possa il vostro cuore infiammarsi d’amore per i vostri simili, possa questo amore improntare le vostre parole, le vostre azioni, il vostro avvenire…”. Non dimenticate mai il precetto universale ed eterno “non fare agli altri ciò che non vorresti fatto a te stesso e fa agli altri tutto il bene che vorresti facessero a te”.
Dobbiamo , quindi, amare il nostro prossimo come noi stessi.
Ma l’amore verso se stessi si realizza operando per il proprio perfezionamento e per il superamento dell’”io” che è l’essenza psicofisica dell’uomo, l’ispiratore della sua vanità e del suo animalesco egoismo. L’iniziato fa poca strada se non riesce a subordinarlo all’”atman”, cioè al “sé”.
La Massoneria ha in sé tutti i requisiti per l’etica della vita, determinati, appunto, da quel salto di qualità compiuto dall’uomo divenuto Massone che non lo fa essere più quello di prima poiché è decisamente avviato su di un cammino evolutivo in grado di aiutare gli altri ad evolvere.
Questo è il servizio che il Massone deve compiere avendo ben chiaro il concetto di uguaglianza, inteso come uguale diritto di tutti gli uomini a migliorarsi, e quello di tolleranza che concilia perciò uguaglianza e differenza.
Il Massone deve avere i piedi ben piantati a terra e gli occhi sempre rivolti al cielo.
La Massoneria ti dà la possibilità di esistere, di far tesoro di ogni attimo della vita.
Fa quel che devi, accada quel che può.
Giovanni Cecconi