GLI ALBORI DELLA COSCIENZA UMANA
Sin da quando l’uomo è apparso sulla terra, si è sempre trovato di fronte al mistero della propria natura e del proprio ambiente. Per migliaia di anni la sua esistenza si è praticamente limitata alla conservazione del benessere fisico. All’alba dell’umanità, viveva continuamente nel timore di essere sbranato dalle belve, sopraffatto dagli elementi naturali, ucciso dai propri simili. Incapace di riflettere sul passato per essere in grado di progettare il futuro, la sua memoria e immaginazione erano prigioniere di un eterno presente. Lo spazio, che fungeva da cornice alla sua attività cosciente, era quello che le facoltà sensorie gli permettevano di percepire: l’orizzonte segnava i confini del mondo terreno e la volta stellata i limiti dell’universo celeste. Ma il tempo domina l’evoluzione e, dopo molte generazioni, l’uomo giunse a esercitare una certa forma di dominio sul proprio ambiente e ad accedere definitivamente a una condizione di vita superiore a quella animale.
La scoperta del fuoco fu probabilmente l’evento che più rivoluzionò la vita dell’uomo preistorico poiché gli portò un benessere inestimabile sia sul piano fisico che emozionale. Poté vincere le tenebre, scaldarsi, cuocere il cibo, difendersi dalle fiere e prolungare le ore di veglia. Progressivamente il timore nel quale viveva lasciò il posto a un sentimento di sicurezza. Incominciò allora a riflettere sul posto che occupava nell’universo, sul senso della nascita, della vita e della morte. Si risvegliò alla coscienza di sé e, senza rendersene conto, incominciò a percorrere il sentiero del “Conosci te stesso”. In altre parole, si iniziò alla propria anima e pose in essa le basi della propria evoluzione spirituale.
Molti secoli sono trascorsi da quando l’uomo ha capito di essere ben più di una semplice creatura vivente. Tuttavia, i quesiti che continua a porsi sul perché e il come della propria esistenza non sempre trovano risposte soddisfacenti. La scienza può oggi spiegarci la maggior parte dei processi fisiologici che permettono la vita organica di un essere umano, dal concepimento alla morte. Ma non è sempre in grado di dire con precisione ciò che avviene dopo l’ultimo soffio. Nessuno può negare che la dipartita verso l’aldilà costituisce uno dei più grandi enigmi che si siano mai presentati alla coscienza umana.
Possiamo quindi affermare che la morte è veramente il mistero dei misteri.
Dalla nascita alla morte
Per i nostri antenati, la nascita di un bambino era indubbiamente un avvenimento miracoloso che suscitava al tempo stesso ammirazione e paura. Non potendola comprendere né spiegare, l’attribuivano a uno spirito invisibile che aveva preso possesso del corpo della madre e lo lasciava a un dato momento sotto forma di neonato. L’evento della morte li rendeva ancor più sgomenti poiché, contrariamente alla nascita, è caratterizzato da un’inerzia totale e definitiva. Immaginate ciò che l’uomo primitivo ha potuto sentire quando si è trovato, per la prima volta, di fronte alla nascita di un bimbo o alla morte di una persona cara! In entrambi i casi si trattò di un’esperienza interiore molto importante. Mai più, in seguito, poté dimenticare quanto aveva visto e provato in queste circostanze.
Durante la sua evoluzione, l’uomo giunse a capire che lui stesso aveva dovuto nascere così come aveva visto fare. Capì anche che lui stesso sarebbe morto un giorno sprofondando nello stato di totale inerzia che aveva osservato negli altri. Il fatto di essere nato non lo toccò, forse, quanto il presentimento che sarebbe morto, poiché aveva potuto vedere personalmente ciò che faceva seguito alla nascita, mentre non aveva idea di quanto accadeva dopo la morte. La fine dell’esistenza terrena divenne così uno dei più grandi misteri per l’uomo e lo è ancora ai giorni nostri. Questo perché essa porta verso l’ignoto e contiene la risposta alla domanda fondamentale che inevitabilmente ci poniamo: “Perché siamo su questa Terra?”.
I vincoli del materialismo
Coloro che hanno una visione materialista dell’esistenza, considerano la morte in maniera negativa poiché non vedono alcuna ragione di concepirla diversamente. Ritenendo l’uomo solo una massa di carne tenuta in vita da determinate funzioni fisico-chimiche, controllata da una coscienza essenzialmente cerebrale, limitano la vita umana a un processo meccanico che viene ad arrestarsi con l’interruzione di queste funzioni e l’annichilimento di questa forma di coscienza. In altre parole, la morte porta soltanto al nulla. Sentono che il destino di ognuno è determinato dal caso e che l’umanità evolve unicamente sotto l’effetto di un istinto collettivo di sopravvivenza.
Per colui che nega la dimensione spirituale nell’essere umano, tutto sulla scena dell’esistenza è teatro dell’ingiustizia e dell’incoerenza. È così perché vive nel mondo degli effetti e ignora il regno delle cause. Non comprende che il mondo di illusioni e apparenze nel quale si dibatte, procede da una Realtà Cosmica ove regnano ordine e armonia. Per tale ragione è incapace di cogliere che il visibile è in effetti un’emanazione dell’invisibile e il finito un’estensione dell’infinito. Prigioniero della ragione, costruisce la propria vita su basi giudicate razionali ma, ahimè, fragili come gli ideali che persegue. Vede i giorni scorrere inesorabilmente e si incammina con angoscia verso la morte, scadenza ultima che ha portato come una croce per tutta la vita.
La dualità dell’uomo
Da secoli i mistici affermano che il destino dell’uomo oltrepassa ampiamente l’interludio cosciente che scorre dalla nascita alla transizione, impropriamente chiamata “morte”. Per loro l’essere umano è duplice. Possiede un’anima che si incarna nel momento in cui il neonato inspira per la prima volta, facendo di lui un’entità vivente e cosciente. Nell’istante in cui l’uomo esala l’ultimo respiro, essa si dissocia dal corpo al quale ha dato vita terrena e si fonde di nuovo con la Grande Anima Universale. La morte è solo il passaggio da un piano di coscienza a un altro, il ritorno a una condizione preesistente all’incarnazione in questo mondo materiale. In altre parole, corrisponde a una rinascita nel mondo invisibile. Per questo i Rosacrociani pensano che la morte sia soltanto una transizione dell’anima e costituisca uno dei due aspetti della Vita Universale.
Raffigurazione egizia della dualità (Per gli antichi Egizi la dualità dell’uomo era un dato di fatto. L’anima, chiamata “bà”, era rappresentata da un uccello: pensavano si elevasse verso il regno di Osiride dopo la morte. Il corpo, chiamato “khàt”, era simboleggiato da una statuina)
Quando lascia il corpo fisico al momento della morte, l’anima resta cosciente della sua identità e si eleva gradualmente verso la nuova dimora, guidata da entità spirituali che hanno questo ruolo e dagli esseri cari che l’hanno preceduta nell’aldilà. Raggiunto il piano di coscienza corrispondente al suo livello di evoluzione, prosegue nell’invisibile un’esistenza basata sulle grandi lezioni che deve trarre dalla vita terrena appena terminata. A partire da questo bilancio e dai decreti karmici che ne derivano, si stabiliscono non solo le condizioni del suo soggiorno nel mondo spirituale, ma anche la trama dell’incarnazione successiva. Teniamo a precisare “incarnazione successiva”, poiché non si può vedere la morte dal punto di vista mistico senza essere al tempo stesso convinti che sarà seguita da altre vite sulla Terra.
Il dominio della vita
Basta osservare l’atteggiamento dei nostri contemporanei di fronte alla morte, per capire che l’idea che se ne fanno influenza considerevolmente il loro modo di vivere. Ciò che la rende così angosciante, per molte persone, è l’ignoranza nella quale si mantengono o sono mantenute nei suoi confronti. Perciò è importante rompere i tabù che circondano questo grande avvenimento della vita umana. La scienza materialista non può arrivare a spiegarlo perché, nella sua preoccupazione di voler interpretare tutto razionalmente, pensa che la morte corrisponda alla cessazione di un processo biologico e alla sparizione definitiva dell’entità cosciente che beneficiava di questo processo. La religione, dal canto suo, pur predicando l’esistenza dell’anima e del dopo-vita, si perde in congetture contraddittorie sul perché e come della dimensione spirituale dell’uomo.
Nell’interludio cosciente che trascorre tra la nascita e la morte, l’uomo vive il suo destino cercando di sopportare come meglio può le vicissitudini dell’esistenza. Egli aspira profondamente alla felicità, però non sa come né dove trovarla. La ricerca spesso nei piaceri dell’esistenza materiale, ma la realtà quotidiana gli dimostra che tali piaceri sono effimeri e lasciano sempre un vuoto da colmare. Questo vuoto rappresenta appunto l’abisso che esiste, per molti di noi, tra l’anima e il corpo. Allo scopo di riconciliare l’uomo con se stesso e permettergli di meglio padroneggiare la sua vita, un’Organizzazione come l’Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce perpetua da secoli l’insegnamento che gli Iniziati si sono tramandati nei tempi.
La Sfinge di Giza
(Le origini tradizionali dell’A.M.O.R.C. risalgono alle scuole di misteri dell’antico Egitto. I candidati all’iniziazione dovevano prestare giuramento davanti alla Sfinge)
STORIA DELL’ANTICO E MISTICO ORDINE
DELLA ROSA-CROCE
L’Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce, conosciuto nel mondo con la sigla A.M.O.R.C., non è un movimento filosofico di recente creazione. La Tradizione ne ascrive le origini alle scuole di misteri dell’antico Egitto. In queste scuole, mistici illuminati si riunivano regolarmente per studiare i misteri dell’esistenza da cui il nome “Scuole di misteri”. Raggruppavano tutti coloro che ricercavano una migliore comprensione delle leggi naturali, universali e spirituali. La parola “mistero”, ai tempi antichi, cioè all’epoca delle grandi civiltà egizia, greca e romana, non aveva l’odierno significato di “insolito” o “strano”, bensì si riferiva a una gnosi o saggezza segreta.
Le scuole di misteri
In Egitto, una delle prime scuole di misteri fu la Scuola Osiriaca. Gli insegnamenti trattavano della vita, la morte e la risurrezione del dio Osiride. Erano presentati sotto forma di lavori teatrali o più precisamente dì drammi rituali. Solo coloro che avevano dimostrato il proprio sincero desiderio di conoscenza potevano assistervi. Nel corso dei secoli queste scuole aggiunsero una dimensione ancora più iniziatica al sapere che trasmettevano. I loro lavori mistici assunsero un carattere più chiuso e si tennero esclusivamente in templi costruiti allo scopo. Secondo l’insegnamento rosacrociano, i templi più sacri per gli iniziati erano le grandi piramidi di Giza. Contrariamente a quanto affermano alcuni storici, queste piramidi non sono state costruite per la sepoltura di qualche faraone: erano luoghi di studio e di iniziazioni mistiche.
Le iniziazioni ai misteri egizi comprendevano una fase finale durante la quale il candidato faceva l’esperienza di una morte simbolica. Disteso in un sarcofago, mantenuto mediante apposite tecniche mistiche in uno stato intermedio, veniva indotto a sdoppiarsi, cioè conoscere una separazione momentanea tra corpo e anima. Ciò doveva dimostrargli che era un essere duplice. Così non poteva più dubitare che l’uomo possedesse una natura spirituale e fosse destinato a ritornare al Regno Divino. Dopo aver fatto la promessa di non rivelare nulla dell’iniziazione ed essersi impegnato a seguire il sentiero del misticismo, era gradualmente istruito sugli insegnamenti più esoterici che un mortale potesse ricevere.
Gli Iniziati dell’antico Egitto lasciarono una parte della loro saggezza sui muri dei templi e su numerosi papiri. Un’altra parte, non meno importante, fu segretamente trasmessa in modo orale. Il celebre egittologo E. A. Wallis Budge, in una delle sue pubblicazioni, cita con rispetto le scuole di misteri. “Uno sviluppo progressivo – egli scrive -, deve aver avuto luogo nelle scuole di misteri e sembrerebbe che alcune fossero totalmente sconosciute sotto l’Antico Regno. Senza dubbio i “misteri” erano parte integrante dei riti egizi. Si può quindi affermare che l’Ordine costituito dei Kheri-Hebs (sacerdoti) possedeva un sapere esoterico e segreto gelosamente custodito dai suoi Maestri. Avevano acquisito una gnosi, una conoscenza superiore che non fu mai posta per iscritto, ed erano anche in grado di accrescere o ridurre il suo campo di azione secondo le circostanze. È quindi assurdo cercare nei papiri i molteplici segreti che formavano la gnosi esoterica dei Kheri-Hebs”.
Sigillo del Faraone Tutmosi III(Sigillo del Faraone Tutmosi III, fondatore dell’Ordine)
I faraoni mistici
La Tradizione rosacrociana riporta che il faraone Tutmosi III (1504-1447 a.C.), considerato dagli storici uno dei più grandi della 18° dinastia, faceva parte degli iniziati che frequentavano le scuole di misteri dell’Egitto.
Alla sua epoca funzionavano in modo totalmente indipendente e adottavano regolamenti propri. Designato dai Kheri-Hebs a succedere al padre sul trono, Tutmosi III decise di raggruppare tutte queste scuole in un solo Ordine retto dalle stesse regole, al fine di farne una Fraternità Unica. Per la sua intelligenza e saggezza fu scelto come Gran Maestro, funzione che mantenne fino alla morte. Fu il primo sovrano a portare il titolo di “faraone”, cosa molto significativa sul piano mistico.
Circa settant’anni più tardi, il faraone Amenhotep IV nacque nel palazzo reale di Tebe. Ammesso giovanissimo nell’Ordine fondato da Tutmosi III, ne divenne Gran Maestro e ne ristrutturò gli insegnamenti e i rituali. In un’epoca in cui il politeismo era diffuso su tutta la Terra, instaurò ufficialmente il monoteismo. Cambiò il proprio nome e si fece chiamare “Akhenaton” che significa “devoto di Aton”. Fu il promotore di una rivoluzione nel campo dell’arte e della cultura. Profondamente umanista, consacrò tutta la sua esistenza alla lotta contro le tenebre dell’ignoranza e alla propagazione degli ideali più elevati. Poco dopo la sua morte che avvenne nel 1350 a.C., il potente clero di Tebe ristabilì il culto di Amon, ma la sua opera apparteneva già alla storia.
Museo di Luxor: testa di Akhenaton(Akhenaton, assieme alla sua sposa Nefertiti, fondò la prima religione monoteista della storia. Scelse il disco solare per simbolizzare il Dio unico della sua comprensione)
L’estensione dell’Ordine in Occidente
Dall’Egitto, l’Ordine si diffuse in Grecia grazie soprattutto a Pitagora (572-492 a.C.), poi nell’antica Roma sotto l’impulso di Plotino (203-270). All’epoca di Carlo Magno (742-814) fu introdotto, per merito del filosofo Arnaldo da Tolosa, in Francia, Germania, Inghilterra e Paesi Bassi. Nei secoli successivi gli Alchimisti e i Templari contribuirono alla sua estensione in Occidente e in Oriente. Poiché la libertà di coscienza era limitata, l’Ordine dovette nascondersi sotto nomi diversi e svolgere le sue attività nel segreto. Tuttavia non le interruppe mai perpetuando ideali e insegnamenti, partecipando in maniera diretta o indiretta all’avanzamento delle arti, delle scienze e della civiltà in genere, dichiarando sempre l’uguaglianza dei sessi e una vera fraternità tra gli uomini.
Una rinascita ciclica
In alcune opere letterarie che trattano dell’Ordine Rosa-Croce, si fa riferimento a un personaggio chiamato “Christian Rosenkreutz” (1378-1484) come al fondatore della Fraternità dei Rosa-Croce. È errato. In realtà l’Ordine esisteva già da secoli, ma funzionava per cicli di attività di 108 anni, seguiti ogni volta da un uguale periodo di sonno. Quando era giunto il momento di procedere alla sua rinascita, venivano prese delle disposizioni per annunciare l’apertura di una “tomba” nella quale si ritrovava il “corpo” di un “Gran Maestro C.R.C.” con gioielli rari e manoscritti che autorizzavano gli autori della scoperta a procedere al suo risveglio per un nuovo ciclo di attività. Questo proclama era allegorico e le iniziali “C.R.C.” non si riferivano a una persona realmente esistita. Bisogna quindi considerare il leggendario Christian Rosenkreutz e la sua storia alla luce di queste spiegazioni.
Nel XVII secolo l’Ordine raggiunse la sua fama più considerevole in seguito alla pubblicazione di tre Manifesti stampati in Germania e attribuiti erroneamente a Valentin Andreae (1586-1654). Si tratta della “Fama Fraternitatis”, della “Confessio Fraternitatis” e delle “Nozze chimiche di Christian Rosenkreutz”, risalenti rispettivamente al 1614, 1615 e 1616. In realtà questi tre manifesti, che uniscono racconti storici e allegorici, furono redatti da un Collegio di Rosacrociani e segnarono l’inizio di un nuovo ciclo di attività per l’Ordine che si fece conoscere allora pubblicamente con il nome di “Ordine della Rosa-Croce”.
Nel 1693, sotto la guida del Gran Maestro Johannes Kelpius (1673-1708), Rosacrociani provenienti da vari paesi d’Europa si imbarcarono per il Nuovo Mondo a bordo della “Sarah Maria”. All’inizio del 1694 sbarcarono a Filadelfia, dove si stabilirono. Qualche anno più tardi alcuni di loro si recarono nell’ovest della Pennsylvania dove fondarono una nuova colonia. Dopo aver istituito una propria stamperia, pubblicarono parecchi capolavori della letteratura esoterica e introdussero in America gli insegnamenti Rosa-Croce. Sotto il loro impulso, numerose istituzioni americane vennero alla luce e il mondo delle arti e delle scienze conobbe negli Stati Uniti uno sviluppo senza precedenti. Personaggi eminenti come Benjamin Franklin (1706-1790) e Thomas Jefferson (1743-1826) furono in stretto contatto con l’opera rosacrociana di questo paese.
Il ciclo attuale dell’A.M.O.R.C.
Nel 1801, secondo le regole stabilite, l’Ordine negli Stati Uniti entrò in un periodo di sonno. Restava però attivo in Francia, Germania, Inghilterra, Svizzera, Spagna, Russia e in Oriente. Nel 1909 Harvey Spencer Lewis (1883-1939), che da anni studiava l’esoterismo interessandosi in particolare alla filosofia rosacrociana, si recò in Francia per incontrare i responsabili dell’Ordine. Dopo aver affrontato numerosi esami e diverse prove, fu iniziato a Tolosa e ufficialmente incaricato di preparare la rinascita dell’Ordine in America.
Quando tutto fu pronto per la rinascita, negli Stati Uniti venne pubblicato un Manifesto per annunciare il nuovo ciclo di attività dell’Ordine che venne allora chiamato “Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce” (A.M.O.R.C.). Nominato Imperator, Harvey Spencer Lewis sviluppò le attività dell’Ordine in America e incominciò a mettere per iscritto l’insegnamento rosacrociano utilizzando gli archivi affidatigli dai Rosa-Croce francesi. Dopo la seconda guerra mondiale questo metodo di insegnamento fu esteso al mondo intero. Così l’A.M.O.R.C. divenne il depositario dell’autentica Tradizione Rosa-Croce in tutti i paesi dove poteva esercitare liberamente le sue attività.
Attualmente il francese Christian Bernard, eletto all’unanimità dai membri del Consiglio Supremo alla funzione di Imperator, ha la più alta responsabilità dell’A.M.O.R.C. A questo titolo è il garante delle attività rosacrociane per tutti i paesi del mondo, assistito in questo dai Gran Maestri.
Ritratto di Sir Francis Bacon(Francesco Bacone – Sir Francis Bacon – filosofo e uomo di stato inglese del XVII secolo, fu Imperator dell’Ordine della Rosa-Croce. Autore della “Nuova Atlantide”, a lui i Rosacrociani attribuiscono le opere di Shakespeare)
L’INSEGNAMENTO DELL’A.M.O.R.C.
L’insegnamento non è opera di una persona, ma di un gran numero di Iniziati che si sono succeduti attraverso i secoli. Risulta dal lavoro che i mistici hanno sempre svolto per penetrare i misteri dell’universo, della natura e dell’uomo, fin dalla più remota Antichità. Come abbiamo affermato precedentemente, ha la sua fonte nell’eredità sacra che l’A.M.O.R.C. ha ricevuto dalle scuole di misteri dell’antico Egitto, soprattutto durante la 18° dinastia.
Ai nostri giorni l’esistenza di queste scuole è riconosciuta dalla maggior parte degli storici e degli egittologi.
Alle conoscenze perpetuate dai saggi dell’antico Egitto, si sono aggiunti i concetti filosofici dei grandi pensatori dell’antica Grecia e, alcuni secoli più tardi, di quelli del neoplatonismo. Poi la gnosi segreta fu arricchita dai precetti degli alchimisti rosacrociani del Medioevo. Eminenti personaggi vissuti in epoche meno lontane hanno precisato e sviluppato alcuni aspetti dell’antico retaggio. Per citare solo alcuni nomi, personalità come Dante Alighieri, Pico della Mirandola, Leonardo da Vinci, Cornelio Agrippa, Paracelso, Francesco Rabelais, Giordano Bruno, Francesco Bacone, Jakob Bòhme, Cartesio, Isacco Newton, Goffredo Leibniz, Beniamino Franklin, il conte di Saint-Germain, Cagliostro, Louis-Claude de Saint-Martin, Michael Faraday, Giulio Verne, Giuseppe Mazzini, Claude Debussy, Eric Satie, sono stati membri dell’Ordine o in diretto contatto con esso.
Dal 1909, inizio del ciclo attuale dell’A.M.O.R.C., altri Rosacrociani, eminenti autorità in vari campi del sapere, hanno dato il loro contributo all’insegnamento dell’Ordine. Tra essi troviamo quelli che hanno svolto o svolgono ancora delle funzioni in seno all’A.M.O.R.C. e membri che come fisici, chimici, biologi, medici o filosofi, lavorano costantemente per l’arricchimento culturale della Conoscenza rosacrociana. Precisiamo “culturale” perché la dimensione spirituale della Tradizione iniziatica dell’A.M.O.R.C. è ciò che è sempre stata e sempre resterà.
Ai nostri giorni l’insegnamento rosacrociano è diviso in dodici gradi e si presenta sotto forma di monografie inviate mensilmente ai membri dell’A.M.O.R.C. Ogni invio ne comprende quattro. Per quanto possibile devono essere studiate una alla settimana. Una monografia contiene da cinque a dieci pagine circa. L’elenco dettagliato dei soggetti studiati nell’Ordine sarebbe veramente troppo lungo per essere riportato in questa sede. Quindi diamo soltanto un breve excursus dei soggetti trattati nei primi nove gradi.
Il contenuto dell’insegnamento rosacrociano
– Il primo grado è un’esposizione delle leggi fondamentali che reggono il macrocosmo e il microcosmo. Costituisce una sintesi di ciò che i mistici del passato, in particolare i filosofi dell’antica Grecia, hanno insegnato riguardo alle vibrazioni dell’Etere e la struttura atomica della materia. Tale sintesi include i dati scientifici più recenti in questo campo.
– Il secondo grado è dedicato alle leggi della coscienza. Le sue fasi oggettiva, soggettiva e subcosciente vengono studiate in modo approfondito permettendo così una comprensione chiara di quanto gli psicologi insegnano riguardo alle facoltà mentali. Le nozioni sono trattate dal punto di vista della filosofia rosacrociana e, di conseguenza, danno luogo a spiegazioni che trascendono il campo della psicologia.
– Il terzo grado tratta le leggi della vita. Viene dimostrato che queste leggi manifestate sulla Terra traggono origine da un’energia cosmica chiamata Forza Vitale. Viene anche spiegato che i regni minerale, vegetale, animale e umano, costituiscono una catena naturale che l’Intelligenza Divina utilizza per raggiungere lo scopo che si è prefissata, ossia l’evoluzione della coscienza. Dopo aver definito i criteri comuni a tutte le creature viventi si giunge allo studio della vita umana.
– Il quarto grado è interamente basato su un antichissimo manoscritto tratto dagli archivi dell’A.M.O.R.C. Riferendosi ai concetti in esso espressi, costituisce una sintesi dei tre gradi precedenti e tratta soggetti filosofici particolarmente ispiranti. In questo grado sono esposte le leggi principali dell’Ontologia rosacrociana e i principi mistici che uniscono in un tutto coerente materia, coscienza e vita.
– Il quinto grado consiste in un’esposizione unica sulla vita e l’opera dei maggiori filosofi dell’antica Grecia come Talete, Pitagora, Platone, … Il suo scopo è familiarizzare lo studente Rosacrociano con l’insegnamento dei Saggi dell’Antichità greca e i precetti filosofici e scientifici che hanno trasmesso all’umanità. Precisiamo che tutte le monografie di questo grado sono tratte dagli archivi dell’Ordine e si riferiscono a fatti sconosciuti agli storici.
– Il sesto grado è dedicato alla terapeutica rosacrociana. Presenta in modo semplice ma esauriente le principali funzioni del corpo umano, includendo in questo studio un gran numero di regole da seguire per mantenersi in buona salute. La grande originalità di questo grado consiste nello studio dei principi mistici usati da secoli dai Rosacrociani per alleviare e guarire numerose affezioni. Tali principi fanno parte del retaggio trasmessoci dagli Esseni i quali erano esperti guaritori.
– Il settimo grado si riferisce al corpo psichico dell’uomo e alle funzioni che gli sono proprie, tra le quali la proiezione psichica (viaggio astrale). Questo grado comprende anche uno studio approfondito dell’aura umana e dei centri psichici, la maggior parte dei quali corrisponde ai “chakra” delle tradizioni orientali. Segue un esame approfondito dei suoni vocali tradizionali (i mantra) e dell’influenza fisica, psichica e spirituale che esercitano sull’uomo.
– L’ottavo grado è filosofico poiché tratta essenzialmente delle origini dell’uomo e del suo destino. Vi si studiano, di conseguenza, soggetti che riguardano direttamente la sua evoluzione spirituale. Tra questi: il concetto di Dio, l’Anima Universale, l’anima umana e il suoi attributi, il pre-vita, il mistero della nascita, l’applicazione del libero arbitrio, il karma e il modo di padroneggiarlo, il mistero della morte, il dopo-vita, la reincarnazione, l’assistenza ai morenti, il potere della preghiera…
– Il nono grado è consacrato allo studio del simbolismo tradizionale e dei relativi principi mistici. Inoltre i Rosacrociani vengono iniziati a facoltà legate all’anima e che permettono all’uomo di trarre profitto dalla sua natura divina. Precisiamo che queste facoltà non hanno alcun legame con la magia, la teurgia o la taumaturgia, ma fanno appello a leggi spirituali che i Rosa-Croce hanno sempre messo al servizio del Bene. Rientrano piuttosto nell’ambito dell’attuale “parapsicologia”.
In virtù di una regola tradizionale, non sveleremo il contenuto del decimo, undicesimo e dodicesimo grado. Precisiamo che fin dall’inizio degli studi, l’insegnamento rosacrociano, oltre ai temi citati, comporta delle esperienze consacrate all’apprendimento di tecniche mistiche fondamentali quali la concentrazione, la visualizzazione, la meditazione, l’alchimia spirituale.
Un Tempio Rosa-Croce
(Nelle Logge dell’A.M.O.R.C., che sono in genere di stile egizio per tramandare le origini tradizionali dell’Ordine, vengono conferite le iniziazioni rosacrociane)
L’INIZIAZIONE ROSACROCIANA
Ogni grado dell’insegnamento rosacrociano è preceduto da una monografia speciale consacrata a un’iniziazione che il membro è invitato a effettuare a casa propria. Oltre a questa iniziazione individuale può recarsi in una Loggia dell’A.M.O.R.C. e partecipare a una cerimonia collettiva che costituisce una preparazione simbolica al grado da studiare. Tale cerimonia, che riunisce vari candidati, si svolge in tutta la sua purezza tradizionale e si ispira a riti effettuati nelle scuole di misteri dell’Antichità. Benché facoltativa, presenta un grande interesse sul piano interiore.
Senza entrare in considerazioni mistiche che non possiamo sviluppare nel quadro di questo scritto informativo, diremo semplicemente che lo scopo di tutte le iniziazioni rosacrociane è rivelare ai membri un nuovo aspetto della Tradizione Rosa-Croce permettendo loro di prendere maggiormente coscienza della loro anima. Precisiamo che non hanno nulla a che vedere con le pratiche occulte poiché l’A.M.O.R.C. non le ha mai insegnate né approvate. In genere consistono in rituali di grande profondità filosofica e simbolica.
L’iniziazione rosacrociana non si limita alle cerimonie puntuali che precedono ogni grado. Si tratta in realtà di un processo che continua interiormente per tutta la durata dell’affiliazione all’Ordine. Il suo impatto spirituale è proporzionale all’impegno che ogni Rosacrociano mette nello studio e nell’applicazione dell’insegnamento che gli viene trasmesso. Nell’assoluto permette di raggiungere lo stato di Rosa-Croce, chiamato “stato cristico” nella tradizione cristiana, ma che si può anche chiamare “stato buddhico”. Il Rosacrociano che abbia raggiunto questo stato può essere considerato un vero Iniziato.
Manifesto della F.U.D.O.S.I.
(Questo manifesto fu firmato a Bruxelles nel 1934 dai più alti responsabili della F.U.D.O.S.I., Federazione Universale degli Ordini e Società Iniziatiche. Stabiliva che l’A.M.O.R.C. è la sola Organizzazione tradizionale e iniziatica a perpetuare l’eredità dell’autentica Tradizione Rosa-Croce)
L’ATTUALE ORGANIZZAZIONE
DELL’ A.M.O.R.C.
L’Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce è attualmente presente in tutto il mondo e costituisce di conseguenza una Fraternità internazionale. Comprende parecchie giurisdizioni ciascuna delle quali riunisce tutti i paesi della stessa lingua al di là delle frontiere. Esiste così una giurisdizione per i paesi di lingua francese, giapponese, greca, inglese, italiana, nordica, olandese, spagnola, tedesca, ecc. La sede di ogni giurisdizione, tradizionalmente chiamata “Grande Loggia”, è diretta da un Gran Maestro eletto con un mandato di cinque anni.
Nel suo insieme l’A.M.O.R.C. è diretto da un Consiglio Supremo composto dai Gran Maestri di tutte le giurisdizioni. Questo Consiglio è posto sotto l’autorità e la presidenza dell’Imperator, titolo tradizionale e simbolico che designa il più alto responsabile dell’Ordine. In quanto tale è il garante della Tradizione rosacrociana e sovrintende alle attività amministrative e mistiche di tutte le Grandi Logge. Come ogni Gran Maestro, viene eletto a questa funzione per una durata di cinque anni.
L’A.M.O.R.C. è dunque mondiale e i suoi dirigenti, di qualunque nazionalità siano, svolgono le attività rosacrociane non come cittadini di questo o quel paese, ma come responsabili di un’Organizzazione mistica le cui attività si estendono al mondo intero. In altre parole, tutte le giurisdizioni riunite formano l’Ordine nel suo insieme e operano in una unità perfetta al servizio di uno stesso ideale, quello della Rosa-Croce. Ne risulta che non vi è obbedienza in seno all’A.M.O.R.C., poiché tutti i Rosacrociani del mondo possiedono le stesse prerogative e ricevono lo stesso insegnamento.
In ogni giurisdizione i Rosacrociani che lo desiderano possono riunirsi negli Organismi locali che, secondo le attività svolte, hanno il nome di “Loggia”, “Capitolo” o “Pronaos”. Questi organismi operano sotto la responsabilità e l’impulso della Grande Loggia alla quale fanno capo. In generale servono da cornice a incontri fraterni e a lavori che completano lo studio individuale dell’insegnamento scritto dell’Ordine. In questo perpetuano l’aspetto orale della Tradizione Rosa-Croce. Precisiamo inoltre che nelle Logge vengono conferite le iniziazioni rosacrociane.
Per consentire ai membri che lo desiderano di incontrarsi, l’Ordine organizza dei Convegni mondiali, nazionali o regionali. Secondo il caso, riuniscono Rosacrociani venuti dal mondo intero o residenti in un determinato paese. Comunque sia, danno luogo ad attività culturali e spirituali durante le quali vengono presentati ai partecipanti degli esposti scientifici e filosofici. Non sono naturalmente obbligatori, essendo ogni membro libero di parteciparvi o meno.
Parallelamente all’insegnamento mistico che mette a disposizione dei membri, l’Ordine possiede una Università interna conosciuta con il nome di “Università Rosa-Croce Internazionale” (U.R.C.I.). Formata essenzialmente da Rosacrociani, effettua ricerche in campi diversi come l’astronomia, l’egittologia, la medicina, la musica, la psicologia, le scienze fisiche e le tradizioni esoteriche. In genere il risultato di queste ricerche viene comunicato solo ai membri dell’Ordine. L’ U.R.C.I. organizza comunque anche conferenze e seminari aperti al pubblico.
LO STATUTO DELL’ A.M.O.R.C.
Per definizione, l’A.M.O.R.C. è un’Organizzazione filosofica, iniziatica e tradizionale che perpetua nel mondo moderno l’insegnamento che gli Iniziati si sono trasmessi attraverso i secoli fin dalla più remota Antichità. Non essendo una religione, riunisce membri appartenenti a tutte le confessioni religiose e lascia a ciascuno la possibilità di seguire liberamente il credo di sua scelta. È totalmente apolitico e ciò spiega perché i Rosacrociani provengono da tutti gli ambienti socio-culturali. Naturalmente non è una setta e non è mai stato classificato tale nei rapporti ufficiali pubblicati al riguardo. È privo infatti di ogni settarismo e ha sempre fatto della libertà di coscienza il fondamento della sua filosofia.
In tutti i paesi del mondo, l’A.M.O.R.C. è riconosciuto come un’Organizzazione senza scopo di lucro. Non ha infatti carattere commerciale. In virtù di questo principio l’insegnamento rosacrociano non viene venduto sotto forma di libro e non può essere in alcun modo acquistato. Come ogni Organizzazione fraterna e culturale, l’Ordine deve sopperire ai propri bisogni e lo fa grazie alla quota annuale versata dai membri. Nonostante le spese considerevoli per l’insegnamento individuale loro dispensato (segreteria, informatica, invii postali, stampa, ecc.), questa quota annuale è molto ragionevole. È tra le più modiche fissate per un movimento filosofico e tradizionale di questo tipo. Inoltre può essere versata semestralmente.
IL MOTTO DELL’A.M.O.R.C.
“La più ampia tolleranza nella più rigorosa indipendenza” è il motto dell’A.M.O.R.C. Infatti non è legato a nessuna Organizzazione, eccetto l’Ordine Martinista Tradizionale, movimento filosofico con sede presso la Grande Loggia di Milano, che perpetua l’insegnamento di Louis-Claude de Saint Martin, grande filosofo del 18° secolo. L’Ordine della Rosa-Croce, attento a preservare la propria indipendenza, si mostra tollerante verso tutti gli altri movimenti, poiché il suo ruolo non è giudicarli o criticarli, ma trasmettere il suo insegnamento a coloro che cercano la Conoscenza.
Il motto che l’A.M.O.R.C. applica nei confronti degli altri movimenti, si ritrova nella natura stessa del suo insegnamento. In altre parole, è spoglio di ogni dogma e non comporta alcun credo settario. Così il rosacrociano, fin dall’inizio della sua affiliazione, è invitato a rimanere un punto interrogativo vivente in rapporto alla conoscenza che gli viene trasmessa. È libero di rifiutare i principi contrari alla propria comprensione personale e quelli che non incontrano la sua approvazione. Scopo del rosacrocianesimo è infatti indurre i membri a porsi delle domande piuttosto che fornire delle risposte categoriche sui vari argomenti. Questo approccio coltiva uno spirito tollerante e pone le basi di una personalità indipendente nella scelta delle proprie convinzioni filosofiche.
In accordo con il motto, uomini e donne godono di una condizione di totale uguaglianza all’interno dell’Ordine. Come nei cicli anteriori, anche oggi non esiste nell’A.M.O.R.C. segregazione o discriminazione in materia di sesso, razza, nazionalità o religione.
L’AMMISSIONE ALL’A.M.O.R.C.
Le qualità richieste per essere ammessi nell’A.M.O.R.C. sono molto semplici: essere interessati al misticismo e aver raggiunto la maggior età. I minori, che abbiano compiuto almeno 15 anni, possono essere accettati con l’autorizzazione dei genitori.
La candidatura individuale
Qualora dopo aver letto questa pubblicazione, sentiste il desiderio di diventare membri dell’Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce e condividere il suo insegnamento filosofico, iniziatico e tradizionale, vi invitiamo a scrivere alla sede di Milano per ricevere una domanda di affiliazione all’A.M.O.R.C. Dopo averla compilata, sarà sufficiente rinviarla accompagnata dal diritto d’entrata e dalla quota.
I membri associati
Se un vostro congiunto, membro della vostra famiglia o amico, domiciliato al vostro stesso indirizzo, desidera diventare Rosacrociano, avete la possibilità di affiliarvi come membri associati. In tal caso sarete entrambi considerati membri dell’Ordine a pieno titolo, ma riceverete un solo invio di monografie e generalmente una sola copia di tutto ciò che viene inviato nell’ambito dell’affiliazione all’A.M.O.R.C.
Il vantaggio di un’affiliazione associata sta nell’ammontare della quota che è molto meno elevata di quella di due membri individuali. È frequente però che amici, membri di una stessa famiglia o congiunti, preferiscano affiliarsi individualmente per disporre con maggiore libertà dei documenti inviati e poterli studiare nelle migliori condizioni.
Nel caso desideraste affiliarvi con un’altra persona come membri associati, compilate una domanda di affiliazione ciascuno e inviatela insieme a Milano, allegando una lettera che spieghi il vostro desiderio di essere membri associati. In essa precisate a chi dovranno essere inviate le monografie, perché nell’eventualità di una separazione, al destinatario ne spetterà la custodia. Inoltre, non dimenticate di accludere il versamento dei due diritti di entrata e la quota di membri associati.
Se, dopo essere stata esaminata, la vostra domanda viene accettata, riceverete la tessera di membro e poco dopo il primo invio di monografie. Così comincerà per voi uno studio che, secondo la vostra motivazione e perseveranza, potrà durare tutta la vita. Nel caso la vostra candidatura fosse rifiutata, il versamento del diritto d’entrata e della quota vi sarà restituito.
Una totale libertà
Ci sembra importante insistere sul fatto che un Rosacrociano può, in ogni momento e senza alcuna riserva, porre fine alla propria affiliazione. In tal caso gli viene semplicemente richiesto di restituire alla sede della sua giurisdizione tutte le monografie ricevute in quanto proprietà legale e morale dell’Ordine. È il solo obbligo cui si deve sottostare in caso di dimissioni. Tuttavia di rado viene presa tale decisione dopo aver studiato soltanto per qualche mese l’insegnamento rosacrociano. L’esperienza prova infatti che esso costituisce una fonte di benessere inestimabile e permette di comprendere meglio il senso del destino umano.
Nei secoli passati, l’Ordine della Rosa-Croce era considerato, giustamente, una società segreta. Se esce dalla sua discrezione, lo fa perché il contesto mondiale lo necessita. I suoi dirigenti e membri, infatti, sono convinti che l’epoca attuale è determinante per il genere umano. Come dice André Malraux in una frase divenuta celebre, “Il ventunesimo secolo sarà spirituale o non lo sarà affatto”, nel senso che l’umanità sopravviverà solo se si libera del materialismo eccessivo nel quale si è immersa e dà una direzione spirituale al suo avvenire. Per questo l’A.M.O.R.C. compie degli sforzi per sensibilizzare il mondo al misticismo e presentare l’insegnamento tradizionale e iniziatico, che mette a disposizione di tutti coloro che sono alla ricerca di maggior Luce.
Prima di concludere e lasciarvi meditare sul seguito che conviene dare a questa pubblicazione, insistiamo sul fatto che il misticismo rosacrociano non è una via facile e si rivolge unicamente ai ricercatori sinceri. La Rosa, infatti, non è senza spine e la Croce è talvolta difficile da portare. In altri termini, non pensate che un’affiliazione all’A.M.O.R.C. farà di voi un Maestro in pochi mesi o vi preserverà dalle prove dell’esistenza umana. Il sentiero che porta alla Conoscenza è sempre stato arduo, tortuoso e pieno di ostacoli. Tuttavia esiste e può essere intrapreso da chiunque aspiri a elevarsi verso una migliore comprensione delle leggi che reggono il proprio destino. Si tratta, innanzitutto, di una questione di motivazione interiore fondata sul desiderio sincero di vivere in armonia con se stessi e con l’ambiente.
Simbolo ufficiale dell’Ordine
L’Antico e Mistico Ordine della Rosa-Croce viene chiamato anche “Ordine della Rosa-Croce A.M.O.R.C.”. Denominazione usata per associare con uno stesso vocabolo il nome tradizionale dell’Ordine e la sigla con la quale è conosciuto nel mondo dal 1909, inizio del suo ciclo attuale di attività. Entrambi gli appellativi designano dunque la stessa Organizzazione.