L’INCESTO

L’INCESTO

di pub-Aldo   Tavolaro

L’incesto (dal latino incestus, composto di in negativo e castus casto, quindi non casto) è il legame amoroso tra consanguinei condannato dalla morale corrente.

 La Chiesa lo condanna, ma tra i giuristi ed i legislatori moderni è controverso se costituisca reato.

In Italia il codice penale (art. 564) lo considera talo solo se commesso in modo da derivarne pubblico scandalo (pena da I a 5 anni e da 2 a 8 anni in caso di relazione incestuosa, cioè di reato continuato; aumenta per chi, maggiore di età, commette incesto con un minore di anni 18).

Nell’Oriente classico, nell’Egitto e nel Perù precolombiano fu giustificato per le famiglie reali. L’Avesta, [a sacra scrittura della religione di Zoroastro, raccomanda i matrimoni consanguinei per accentuare la somiglianza con la divinità.

Nella mitologia irlandese tale usanza costituirebbe un riferimento ai tempi adamitici, quindi una specie di magia imitativa o pe-simpatica.

La magia imitativa la ritroviamo anche in quello che è considerato l’incesto cosmico, ossia il Sole padre e sposo della Terra, padre perché, nella genesi del sistema solare i pianeti sono generati dal Sole, qualsiasi

teoria si accetti (Kant-Laplace, Buffon, James, ecc). , sposo perché la Terra  è fecondata dal calore e produce la vita (uomini, animali, piante, ecc). . L’incesto, stando alla Bibbia, si presenta immediatamente con la comparsa dell ‘uomo

Adamo ed Eva, oltre Caino e Abele, ebbero altri figli e figlie e quindi la moltiplicazione non poté che avvenire tra consanguinei.

Il tema dell’incesto viene ripreso da ogni mitologia ed ogni religione arcaica ed, in un certo senso, sacralizzato per i motivi che si vedranno in seguito.

Nella mitologia egiziana Iside e Osiride erano gemelli e si accoppiarono già nell’utero materno. In vita divennero marito e moglie e generarono Horus. Questi, a sua volta, si accoppiò con la madre Iside ed ebbero quattro figli.

Sempre in Egitto, i faraoni notoriamente sposano le loro sorelle, in Persia il re Cambise sposa egli le sorelle (vedi Erodoto, Le storie, libro III, 31), sempre in Persia il re Artaserse Longimano sposa le figlie.

Nella mitologia classica Mirra si accoppia col padre, re di Cipro, e partorisce Adone, emblema della bellezza e quindi della perfezione per cui, in seguito, è stato detto che il profumo della mirra è il simbolo dell’amore perfetto.

Saturno sposa la sorella Opi, come dire Crono sposa la sorella Rea, Oceano sposa la sorella Teti (erano due dei primi dodici Titani).

Giove sposa la sorella gemella Giunone, come dire Zeus sposa Era. Eolo, re dei venti, ha sei figli e sei figlie sposati tra loro.

Forco ebbe dalla sorella Ceto due figlie (Penfredo ed Enio, chiamate Graie (vedi Esiodo). Macareo e Canace, figli di Eolo, si sposarono e dalla coppia incestuosa nacque Anfissa (Issa). Menéfrone di Cillene si accoppia con la madre.

Nictìmene si accoppia col padre e diviene civetta, l’uccello sacro a Minerva.

Proserpina, figlia di Demetra e di Giove, viene sedotta dal padre Giove mutatosi in serpente (Ovidio, Metamorfosi). Climeno, padre di Arpalice, avuta dalla moglie Epicasta, possiede la figlia e nasce un figlio che chiama Climeno.

Egisto (uccisore di Agamennone e amante di Clitennestra) nasce da Tieste che si accoppia con la propria figlia Pelopia.

Nelle mitologia irlandese Eri, personificazione della Irlanda, sposa suo fratello Elatha e nasce Bres, re usurpatore.

Nella stesse mitologia il re Conchobar sposa sua sorella Dechtire e nasce l’eroe Cuchulainn.

In Irlanda questo modo di procedere costituirebbe – come si è già detto – un riferimento ai tempi adamitici, quindi una specie di magia imitativa o simpatica.

Nella mitologia teutonica Wotan (Odino), padre degli dei, si accoppia con una donna mortale che partorisce anch’essa due gemelli, Sigmund e Siglinda, che da adulti si sposano. e danno alla luce Sigfrido.

Da notare che i nati dagli incesti sono sempre Personaggi eroici.

Plutarco (Vite parallele, Cicerone, 29) riferisce che Clodio (nipote del celebre Appio Claudio cui dobbiamo la via Appia) abbia avuto rapporti intimi con la sorella Clodia (la Lesbia di Catullo, moglie di Metello Celere) e con la sorella Terzia, sposata a Marcio Re, nonché con la terza sorella sposata a Lucullo.

A parte ogni altra causa dovuta a libidine o quant’altro, va tenuto conto che Roma risentiva da vicino dei costumi egiziani dove notoriamente i faraoni sposavano le sorelle per accentuare, come dice l’Avesta, la somiglianza con la divinità.

Sempre a Roma, Gneo Domizio, padre di Nerone, ebbe rapporti incestuosi con la sorella Lepida. (Svetonio).

L’imperatore Eliogabalo avrebbe avuto rapporti con la madre, Giulia Soemia, donna dissolutissima.

Sempre Plutarco (Vite Parallele, Cimone, 4) riferisce che Cimone in gioventù  ebbe rapporti con la sorella Elpinice. . E’ opportuno qui ricordare che Cimone, figlio di Milziade, aiutò Sparta tradendo i democratici, quindi Pericle, e fu bandito da Atene.

Quando fu processato, la sorella Elpinice tentò di blandire il risentimento di Pericle nei confronti del fratello – amante, ma si sentì rispondere da Pericle: “Povera Elpinice, sei troppo vecchia per trattare un affare così importante”.

Nella Bibbia, Lot si accoppia con le figlie.

In prosieguo di tempo, siamo nel XV secolo, Qobad sposa le figlie, il satrapo Sisimitro sposa la madre, nel XVI secolo il papa Alessandro VI Borgia si accoppia con la figlia Lucrezia che, a sua volta, si congiunge col fratello Cesare, il duca Valentino.

Presso alcune tribù africane il cacciatore di ippopotami, prima della caccia, si accoppia alla figlia per avere buona caccia. Ed ora parliamo degli Inca. . .

Il padre Sole ebbe pietà di loro (uomini selvaggi) e mandò due suoi figli,      Mancoccapac    e     la     moglie – sorella Mama-occllo…, in epoche successive ogni Inca e la sua moglie – sorella continuarono la possente razza. (da “Alle origini della cultura” di E. Burnett Tylor, ed. Ateneo, Roma, pag. 97).

E’ scontato che le unioni incestuose nell’antichità (con episodi, più recenti) sono dovute a superstizioni connesse a concezioni mitiche.

Ovidio sull’argomento porta ad esempio gli animali, più aderenti alla natura, che si accoppiano senza fare distinzioni e se la prende con gli scrupoli umani che hanno creato perfide leggi e con i codici invidiosi che proibiscono ciò che natura ammette.

Proporre qui Ovidio, poeta notoriamente poco castigato, può sembrare una scelta poco felice, ma il punto è proprio questo: la verità spessissimo bisogna andarla a cercare in quella che abbiamo stigmatizzata come trasgressione e risalendo alle cause troveremo chi è stato, e perché, ad operare le scelte, le elezioni, le criminalizzazioni, le demonizzazioni, le promozioni e le bocciature. E ci troveremo, purtroppo, con i soliti interessi di parte.’

Dicembre 2000 / Febbraio 2001

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