INCONTRO CON LA VEGGENTE ROSEMARY ALTEA ALLO SHERATON HOTEL DI BARI

INCONTRO CON LA VEGGENTE ROSEMARY ALTEA ALLO SHERATON HOTEL DI BARI

di

Aida Giacobelli

L’appuntamento con Rosemary Altea, la nota veggente americana, conosciuta dallo stragrande pubblico televisivo, e da quello più ristretto di coloro che operano nel mondo del paranormale che, non a torto, potremmo definire i “ricercatori del messaggio perduto”, è andato oltre ogni ottimistica previsione.

L’incontro, fortemente voluto da Renato Gagliano, titolare della Libreria Roma di Bari, organizzato nei minimi particolari, è stata la palese dimostrazione che anche nel Sud d’Italia si possono promuovere interessanti e coinvolgenti iniziative, malgrado la ben nota carenza in loco di contenitori culturali. Alle ore 16. 00, sebbene l’incontro fosse previsto per le 17, il grande Salone dei Congressi dell’Ilotel Sheraton di Bari era già al completo, ed i 1600 partecipanti hanno potuto dal vivo assistere ai dialoghi che l’Altea, instancabile e dinamica come non mai, ha intrattenuto con le misteriose ed impalpabili presenze che la sollecitavano, come la stessa ha precisato, e la pregavano di porgere messaggi tranquillizzanti ai rispettivi familiari presenti.

Certo, non è stata una allegra serata, per quanto fossero evidenti la serenità e la gioia sui volti dei prescelti contattati, soprattutto perché la presenza della maggior parte dei partecipanti era legata alla speranza di ricevere un confortante segnale affermativo di vita postuma dai rispettivi affetti perduti. Ed è proprio la tragedia che si lega alla perdita di un proprio caro, ad indurci a fare alcune riflessioni sul significato che si attribuisce a questo estremo appuntamento, cui nessuno può sottrarsi, che siamo soliti chiamare “morte”.

Eppure, alla coesistenza con la morte dovremmo pur esserci abituati, visto che fin dal primo vagito ogni attimo di vita si accompagna ad un attimo di morte. Ogni cellula del nostro organismo, diventando adulta, invecchia e, morendo, cede il passo ad un’altra nuova, che nasce. Tutto in natura nasce e muore, come la notte e il giorno, la primavera che subentra all’inverno, il seme che perde la sua identità, allorquando immerso nella nuda e buia terra, germoglia per tornare nuovamente pianta.

Ed allora, la morte intesa come fine assoluta di ogni essere vivente, non esiste?

Se tutto in natura si trasforma, e né tantomeno può essere distrutto, ma si evolve, la morte, ne consegue, non esiste. Meglio sarebbe intenderla come un cambiamento di stato, un transito obbligato verso una “dimensione parallela”, adiacente la nostra dei cinque sensi, di cui percepiamo l’esistenza, ma per i vincoli che ci legano al mondo del reale, ovvero del concreto, non riusciamo a spiegarne le leggi che la governano.

La sottile membrana, che separa il mondo del “visibile” da quello del ‘reale”, viene penetrata però solo da alcuni soggetti che, ad un certo punto della loro vita, scoprono di possedere la chiave che consente l’apertura   della

  la porta di accesso di quel mondo sconosciuto in cui abitano coloro che impropriamente chiamiamo “non viventi”. E se fosse vero, come alcuni sostengono, che è proprio il corpo fisico, e di conseguenza le leggi che lo vincolano ai cinque sensi, ad impedire queste spontanee visitazioni, cosa avviene durante la notte, allorquando dormiamo, e la mente, finalmente libera, viaggia nel tempo e nello spazio portando con sé, al rientro, la memoria di esperienze e ricordi, a volte incredibili? Certo, è una materia, quella che unisce la vita alla morte, a dir poco affascinante e la presenza di Rosmary Altea, che si creda o non alle sue performances, ha contribuito a farci riflettere con più umiltà e benevolenza sulle azioni, spesso egoistiche e raramente meritorie, che quotidianamente compiamo in questo mondo dell’aldiquà. In quello dell’Aldilà, se tutto ciò che è stato detto è vero, come ci auguriamo che sia, le uniche leggi ed i comportamenti che i suoi abitanti osservano scaturiscono da una sorgente di vera luce e di amore infinito che soltanto un Essere Superiore come Dio è in grado di generare.
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