I DIRITTI CIVILI

I DIRITTI CIVILI

di

Vittorio Vanni

La nostra civiltà ha da tempo assunto la democrazia ed i diritti civili che ne conseguono come suoi inattaccabili pilastri. Chi ne teorizzasse oggi una limitazione o ne mettesse in dubbio le basi filosofiche si metterebbe nella posizione di un eretico del periodo medioevale o di quello contro-riformista. Nel contempo la nostra attuale civiltà applica queste conquiste dell ‘ evoluzione in maniera così imperfetta da non apparire, nei fatti, migliore di quella antica. Il progresso etico del XIX e XX secolo, pur così sviluppato nella coscienza dei popoli, ha pur tuttavia prodotto negli ultimi cento anni mostruosità morali e materiali inimmaginabili nelle età più oscure, perché accompagnate dal paritetico sviluppo della tecnica. Ci troviamo, come si dice quotidianamente, alle soglie del terzo millennio senza sicurezze materiali e morali, in un caos ideologico senza precedenti nella storia dell’umanità. Il secolo della grande rivoluzione, quella francese, e quello susseguente, godeva di entusiasmi e sicurezze ormai perdute. Da un parte l’ anelito di una nuova libertà, dall’ altro il dispotismo autoritario del vecchio mondo. Da un lato la freschezza delle nuove conoscenze scientifiche che spazzavano via le cupe nuvole superstiziose, dall ‘ altro il vecchio regime che sosteneva il trono e l’ altare come le fatiscenti colonne della propria esistenza. Ma proprio l’ affermarsi dei diritti civili nella coscienza e nella volontà dei popoli ci pone oggi in una grave crisi dell’interpretazione di tali diritti. I mezzi di comunicazione di massa ci presentano ogni giorno l’immagine di una universalità purtroppo solo informatica, di una globalità sempre più smentita., mentre la frammentazione delle coscienze presenta al più evoluto e civile rappresentante della civiltà occidentale gravi dubbi, ripensamenti e revisioni spesso fondate. E forse la kantiana guerra dei giusti contro i giusti quella che vede in opposizione violenta il nord ed il sud del globo, i valori affermati della nostra civiltà contro quelli di civiltà a loro modo aliene che rivendicano i loro particolari diritti civili? Il trionfo dei diritti civili dei popoli di colore in sud Africa non sta producendo forse un nuovo apartheid di segno opposto? Il diritto di Israele alla propria vita nazionale non contrasta anche violentemente i diritti dei palestinesi alla loro? I diritti dei produttori di ricchezza personale e sociale non sono forse altrettanto validi di quelli dei prestatori d’ opera’? E quelli dei deboli in che modo debbano prevalere nella ridistribuzione del plus-valore? Il diritto dei popoli del terzo mondo che cercano in occidente anche le più precarie condizioni di vita pur di sopravvivere deve prevalere di fronte a coloro che vogliamo mantenere un tenore di vita duramente ottenuto oltre alla propria identità, personalità, valori e costumi?

Dobbiamo rispettare o meno costumi che a noi occidentali sembrano – e forse sono – aberranti, come quelli nord-africani della infibulazione, della parziale o totale asportazione del clitoride alle proprie donne? Dovremo permettere ad una forte minoranza mussulmana in Italia il loro diritto di regolare la propria vita secondo le leggi coraniche della propria tradizione?

La tolleranza sempre un valore assoluto rispetto all’intolleranza altrui?

La nostra etica, risultato di una sofferta e lunghissima evoluzione, vacilla di fronte a situazioni affatto nuove, e la tentazione dello scontro frontale si fa breccia in una gran parte della società civile, indipendentemente e trasversalmente alle ideologie ed alle classi, forse ancor più nelle classi sociali popolari che hanno maggiormente beneficato dei diritti sociali universali.

La soluzione a questa divisione interiore che tutti oggi percorre, e travolge opinioni radicate, atteggiamenti interiori ritenuti ormai intangibili non può non investire la Massoneria che negli ultimi tre secoli ha fornito la maggiore energia e forza di pensiero all’evoluzione sociale.

Incrostazioni di pregiudizi storici ormai superati, di agiografie legittime ma ormai scontate, di retoriche stanche e stereotipe, di consuetudini legate ad una contingenza superata ed erroneamente ritenute tradizione impacciano oggi l’ Ordine che sembra afono ed atono, in una eterna difesa contro le persecuzioni dei nostri avversari.

Maggiore vitalità, maggior pensiero massonico potranno contribuire ancor oggi alla risoluzione degli immensi problemi di questa fase storica, che ha necessità di una nuova rinascenza, di un nuovo

umanesimo.           

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