LA MASSONERIA DELL’ARCO REALE

LA MASSONERIA DELL’ARCO REALE

di

Ennio Manzo

Le Origini

Il problema preliminare che si pone a chiunque si accinga a narrare di vicende massoniche siano esse riferite all’Ordine o ai Riti – è quello delle origini.

La questione è stata risolta, per quanto riguarda l’Ordine, nel senso di fissare la nascita della Massoneria contemporanea nel 1717, data della costituzione della prima Gran Loggia Inglese; risolta pure, per quanto riguarda il Rito Scozzese Antico ed Accettato che, dopo alterne vicende, si diede una struttura definitiva con la creazione a Charleston, Sud Carolina (31 Maggio 1801) del primo Supremo Consiglio; risolta anche, in un certo senso, per quanto riguarda la Massoneria dell’Arco Reale se si fà riferimento alla creazione dei Grandi Capitoli degli Stati Uniti d’America (24 Ottobre 1797), Inghilterra (18 Marzo 1817), Scozia (28 Agosto 1817), Irlanda (Il Giugno 1829).

Si è detto “in un certo senso” perché, specie per quanto riguarda la Massoneria dell’Arco Reale, mentre le date costituiscono un punto di riferimento preciso relativamente alla organizzazione ed alla struttura materiale del Rito, che non è sostanzialmente mutata fino ai nostri giorni, almeno due “gradi” da esso praticati (quello del “Marchio” e quello dell’Arco Reale) hanno origini proprie e particolari e si sono inseriti nel contesto dei gradi “simbolici” (come si dirà in seguito) influenzandone direttamente il contenuto e la definizione del sistema delle Grandi Logge.

Le origini e l’evoluzione dei “gradi” praticati in Massoneria non sono da confondere con l’origine della Istituzione.

L’organizzazione della Massoneria speculativa, infatti, deve essere ricercata nelle antiche “Fratellanze” che a poco a poco si costituirono accano alle organizzazioni di mestiere; la stessa Gran Loggia di Londra era ancora caratterizzata in principio da elementi “operativi” alcuni dei quali erano suoi “Dignitari” e la sua trasformazione (e cioè la sostituzione di un legame di “mestiere” con un rapporto di “fratellanza” fra “persone oneste e sincere che altrimenti sarebbero rimaste a distanza perpetua”) fu il risultato di un processo graduale che richiese parecchio tempo. Agli inizi la Massoneria, in conformità con le antiche tradizione operative, prevedeva una sola iniziazione e conferiva un solo grado, quello di “Apprendista”; dopo la formazione della Gran Loggia del 1717 il grado di Apprendista fu riformato su nuove basi e fu creato il grado di “Compagno” (come il grado ultimo della Libera Muratoria); quello di “Maestro” era solo un “rango”, un “titolo” e rappresentava la “funzione” di quel Compagno che per particolari capacità era preposto alla direzione della Loggia; questo rango e questa funzione furono in seguito trasformati in un terzo “grado” che si introdusse gradatamente e si propagò nelle Logge a partire dal 1725 e che solo nel 1728 fu ufficialmente riconosciuto e sanzionato dalla Gran Loggia di Inghilterra (per quanto, ancora nella seconda metà del secolo scorso, non fosse universalmente accettato).

Per questo motivo assume una particolare e fondamentale importanza (come si vedrà più avanti) il Grado dell’Arco Reale che, già praticato in modo autonomo nelle Logge operative, fu introdotto verso il 1740 (e cioè subito dopo il riconoscimento ufficiale dei tre Gradi da parte della Gran Loggia) nel sistema della Massoneria Speculativa come complemento del Grado di Maestro. Il sistema dell’Arco Reale quindi non solo ha una propria origine ed una propria tradizione ma fu determinante negli eventi che concorsero a stabilire i principi ed i fondamenti della Libera Muratoria.

Il Sistema del “Rito di York

A questo punto è necessario soffermarci brevemente per chiarire perché si parla di “Massoneria dell’Arco Reale” e non di “Rito di York”.

La locuzione “Rito di York” se non arbitraria è perlomeno impropria in quanto non si tratta di un Rito quale comunemente si intende, cioè unico per organizzazione, successione di gradi, continuità di contenuto e di insegnamenti, ma di un “sistema” comprendente tre Ordini diversi: quello dell’Arco Reale, (che ha una origine ed una tradizione sua propria, strettamente legata all’Ordine ed al terzo Grado), l’Ordine Criptico dei Maestri Reali ed Eletti e l’Ordine Cavalleresco dei Cavalieri di Malta, della Croce Rossa del Tempio.

Queste tre organizzazione sono distinte, autonome e sovrane; fra di esse vi è una certa comunione per quanto riguarda il percorso iniziatico, ma nessuna gerarchia o collegamento amministrativo. La storia stessa dei tre organismi ci dà la prova di ciò in quanto le “Commanderie” dei Cavalieri del Tempio furono costituite prima dei “Council” dei Maestri Reali ed Eletti. I Gradi “Criptici” (Royal Master e Super Excellent Master) erano originariamente gradi marginali ed intermedi del Rito Scozzese. Vennero in seguito ripresi e praticati nel sistema del Royal Arch; quindi emendati e riformati dal Rito Scozzese ed infine abbandonati sia l’uno sia dall’altro Rito ed affidato a “Council” Indipendenti. Una volta resi autonomi, questi gradi “criptici” gravitarono vicino al Royal Arch ed ai Cavalieri Templari, dei quali divennero alleati e dove rimasero.

In generale, per essere ricevuti nel Council è richiesto il passaggio attraverso l’Arco Reale; non è invece sempre richiesto il passaggio attraverso l’Arco Reale; non è invece sempre richiesto il passaggio attraverso il Council per essere iniziati ai gradi templari: in molti Stati infatti i Mastri dell’Arco Reale vengono ricevuti direttamente nelle “Commanderie”.

Tempo addietro fu costituito in America uno speciale Comitato, composto da autorevoli membri del Gran Capitolo, del Grand Council e della Grand Commandery, incaricato di studiare la possibilità di fondere in uno solo i tre organismi. Esso non giunse però ad alcuna conclusione, perché appunto le origini, il sistema dei grandi conferiti, la diversità a volte sensibile del contenuto iniziatico, della filosofia dei gradi e degli impegni richiesti si appalesarono di evidente ostacolo al raggiungimento dello scopo desiderato.

Ciò non significa che fra i tre ordini vi sia assoluta separazione; al contrario esiste una alleanza ed una stretta e volontaria collaborazione; resta comunque il fatto che essi sono distinti ed indipendenti e che, tutti insieme, vengono riconosciuti ed indicati come il sistema del “Rito di York”, facendo con ciò riferimento alle antiche origini della Massoneria operativa che appunto nella città di York sembra abbia avuto le prime manifestazione di attività. I Fratelli di York rivendicavano infatti la loro supremazia in quanto ritenevano di poter dimostrare che fin dal 600 era operante presso di loro una Loggia di Liberi Muratori. Sempre a York fu creato, agli inizi del 18 0 Secolo.

I Gradi “Addizionali” in Massoneria

In questa breve e necessariamente sommaria esposizione ci limiteremo quindi alle vicende dei cosiddetti “gradi addizionali” che costituiscono il sistema dell’Arco Reale quale si è venuto delineando nel tempo e che è attualmente praticato nel mondo. Tali gradi, come vedremo, subirono mutamenti, alcuni furono conferiti poi vennero abbandonati ed in seguito ripresi; altri furono introdotti e creati ex novo; essi furono praticati nelle Logge, poi furono amministrati da corpi separati.

Ma per meglio poter comprendere le vicende esposte e poter valutare più esattamente le diverse situazioni, che per certi periodi storici anche ampi potrebbero sembrare contraddittorie ed incomprensibili, occorre tener presente un dato fondamentale. La Massoneria, fondata sul sistema delle Grandi Logge e corpi dipendenti si formò nel 700 in Inghilterra, Scozia ed Irlanda. Essa però non trovò, né creò ad un tratto, il suo sistema organizzativo, costituzionale, rituale . Dovette per contro affrontare gravi e successivi problemi (quale la disputa, in Inghilterra, tra i “Moderni” e gli “Antichi”) e fu necessario quasi un secolo perché si desse quella che è la sua fisionomia attuale e definitiva. Nonostante i problemi, ed i contrasti a volte aspri, essa prosperò e si diffuse, specie nelle “Colonie” e cioè nel continente americano. Qui vennero create Logge per iniziativa inglese, scozzese, irlandese, francese, quindi con statuti e fondamenti diversi. Venivano altresì praticati “Riti” o “gradi addizionali”, quasi sempre nelle logge stesse; ma si verificava anche il caso che nello stesso Stato operassero Logge sotto una giurisdizione e corpi rituali sotto un’altra (ad esempio Logge create per iniziativa inglese e Capitoli “chartered” dalla Scozia o Irlanda). La definitiva sistemazione della Massoneria in Europa, l’indipendenza dell’America, la raggiunta separazione tra i “gradi” governati dalle Logge e dalle Grandi Logge e quelli amministrati dai Corpi Rituali contribuì a dare ai Riti quella che è la loro attuale sistemazione.

Sarà perciò necessario compiere rapidamente un passo indietro e rifarsi al sorgere della Massoneria dei tempi moderni.•

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‘Si discorre e si disputa tanto di metodi educativi e di riforme e di programmi scolastici; e io non dirò certamente che queste discussioni o discettazioni siano inutili. Ma dico che il punto essenziale così nella vita di un individuo come in quella di un popolo è poi sempre questo: se vi sia o non vi sia l’anelito all’universale, la disposizione a considerare trattare noi stessi come strumenti di un’opera che va oltre di noi, il pungolo interiore del dover, lo scrupolo di coscienza che ci chiede conto del modo in cui adoperiamo il nostro tempo e ci fa arrossire quando lo spendiamo in vili pensieri e vili azioni, o quando lo guardiamo scorrere davanti a noi come se non fosse nostro.

E solo chi ha dato se stesso a questa disciplina, solo chi è pieno di questo fervore di spirito, ama davvero la patria, o solo esso è degno di amarla; perché la patria non è altro che una delle forme nelle quali la coscienza morale tesse la sua tela, ed ha valore per questo suo contenuto morale, e non già per le linee dei suoi monti, pel corso dei suoi fiumi, o per fulgore della cupola celeste che la ricopre. E chi ama la patria, la farà amare, appunto perché, avendo primamente educato se stesso, non può non spargere intorno a sé. di continuo, germi di educazione per altrui. Alla borghesia, alla classe colta e intelligente delle nostre provincie, spetta il prossimo dovere di amare e di far amare la patria, come non fu amata nei secoli passati, quando una patria veramente non c’era, appunto perché non c’era stata nelle nostre provincie, fuori della cerchia familiare e talvolta municipale, vita morale e politica: non sforzi comuni, non comuni travagli, non glorie comuni.

BENEDETTO CROCE – Il dovere della borghesia nelle provincie napoletane-

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